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La primavera termina il suo meraviglioso ciclo nel segno zodiacale dei Gemelli; esso è un segno d'Aria ed è un segno Mobile, e può essere rappresentato in entrambi gli ideogrammi a fianco riportati. Nel primo si possono intravedere due figurine (appunto due gemelli) che si tengono per mano; interpretando il secondo geroglifico, composto da due unità astate parallele racchiuse in alto ed in basso da una linea orizzontale, qualcuno ha addirittura detto che queste linee esprimono le dimensioni del tempo e dello spazio. Peraltro, utilizzando le quattro linee è possibile comporre un quadrato, □,simbolo della materia, soggetto alle dure leggi dello spazio e del tempo. In lingua sanscrita il segno dei Gemelli è indicato con il termine MITHUNAM, in merito al quale non abbiamo alcun chiarimento. L'etimologia del segno è invece ovvia: deriva dal latino Geminus, appunto: Gemelli, con una affinità alla parola greca gamos, che significa unione, matrimonio. Sono due parti, due opposti e complementari, infatti, che nel segno dei Gemelli si uniscono. Ricordiamo che il pianeta dominante di questo segno è Mercurio e l'operazione ermetica degli alchimisti relativa a Mercurio (quel Mercurio nunzio, portatore di messaggi, avente quindi funzione di collegamento) era quella di unire fratello e sorella, quali elementi opposti contenenti il lapis o pietra filosofale generante l'albero di vita.
I Gemelli o le Coppie Gemellari nelle varie tradizioni Bisogna dire, innanzitutto, che non necessariamente nelle coppie gemellari si debbono ritrovare due rappresentanti di sesso uguale, ma la tradizione ci tramanda l'esempio di gemelli di sesso opposto. I miti e i simboli inerenti ai Gemelli sono moltissimi e sono presenti in tutte le civiltà. In tutte queste coppie esistono le polarità positive e negative, di bene e di male. Presso gli indiani Irochesi troviamo il mito del Gemello Buono e del Gemello Cattivo, espressione l'uno del sole che sorge (il buono) e del sole che tramonta l'altro (il cattivo). Queste coppie gemellari, a volte, vengono preposte al governo degli emisferi terrestri, talché abbiamo il gemello buono o luminoso o positivo che governa l'emisfero superiore e il gemello cattivo o tenebroso o negativo, cui è affidato il governo dell'emisfero inferiore. La tradizione Indù ci tramanda, attraverso i Veda, i Gemelli ASHWINI, il cui nome è collegato al termine sanscrito ASHWA che significa cavallo. Troviamo infatti questi Divini Gemelli come cavalieri essi stessi e come numi tutelari della classe dei cavalieri (gli KSHATRIYA). Del resto, anche nell'ambito della tradizione latina, vediamo assegnata ad una coppia di Gemelli la protezione della classe equestre: i Dioscuri, cioè Castore e Polluce. Si narra, infatti, che nella battaglia del lago Regillo, fu possibile all'esercito romano cogliere la vittoria proprio grazie all'intervento dei Dioscuri; in seguito a tale felice impresa, il console Sipostumio, una volta tornato a Roma, fece erigere un Tempio in onore ai Dioscuri di fronte al Tempio di Vesta (o Estia), la custode del Fuoco. Questa collocazione non fu casuale in quanto dobbiamo ricordare che anche i Dioscuri, e per estensione, il segno dei Gemelli, hanno notevoli attinenze con il Fuoco. Infatti il pianeta maestro dei Gemelli, Mercurio, tra gli altri suoi attributi, ha quello di scopritore o inventore del fuoco che riuscì ad ottenere strofinando fra loro due bastoni: appunto come due bastoni infissi nel suolo sono spesso raffigurati i gemelli Dioscuri (ll). É ancora possibile un loro accostamento al fuoco quando, tenendo presente l'estrema mobilità e multiformità della fiamma, si dia credito ad una delle varie versioni sull'origine dei Dioscuri che li vuole generati da Proteo, dio marino guardiano delle foche (termine che contiene lo stesso radicale del fuoco), che cambiava continuamente forma.
I due Gemelli Castore e Polluce: i Dioscuri Il termine Dioscuri deriva da una parola greca che letteralmente significa figli di Giove; alcune volte questi gemelli sono chiamati anche Tindaridi. Soltanto Polluce, dice infatti la mitologia greca, è il divino in quanto nato da Leda fecondata da Zeus trasformatosi in cigno. Passando per un momento dalla tradizione greca a quella Indù, rammentiamo che il cigno (in sanscrito detto HAMSA) rappresenta quello che nella tradizione cristiana è simboleggiato dalla colomba, cioè lo Spirito Santo. Abbiamo quindi una donna (Leda) che, fecondata da un cigno, cioè da uno spirito divino (Zeus), dà origine ad un essere immortale. Castore invece, nasce da un connubio di Leda con Tindaro, quindi è un mortale. Il mito vuole che anche la bellissima Elena di Troia fosse sorella ai Dioscuri. La leggenda, vede, altresì, un doppio nascere da uno stesso uovo ed infatti ritroviamo spesso i Dioscuri raffigurati con due metà di un guscio d'uovo per copricapo. I due gemelli vengono protetti da Hermes-Mercurio (che porta il caduceo con il doppio simbolo dei serpenti) il quale li fa educare in vista di eroiche missioni. É nel duello sul monte Taigeto - Castore e Polluce da una parte, Ida e Linceo dall'altra, per la contesa delle proprie amanti - che vediamo risplendere tutto il drammatico e affascinante simbolo dell'amore che lega i due fratelli. Linceo e Ida uccidono Castore, ma Polluce lo vendica abbattendo Linceo. Quando vede a terra il fratello, Polluce si rivolge al padre divino Giove perché conceda la divinità a Castore, così che possa dividere con lui il regno eterno, perché troppo dolore proverebbe a separarsi dall'amato fratello. Giove accoglie la preghiera: fulmina Ida e permette ai due fratelli di trascorrere l'immortalità uniti, cioè sei mesi negli Inferi e sei mesi nell'Olimpo secondo alcune versioni, mentre secondo altre, rinunciando Polluce all'immortalità per amore del fratello, il padre Zeus li colloca entrambi nella costellazione dei Gemelli. Così è rispettata la natura diversa di Castore, figlio di "re mortale", ma nel contempo è salvo il tenerissimo legame che per sempre unisce i due gemelli nella dannazione e nella beatitudine. Per quanto riguarda i nomi e le loro derivazioni, ricordiamo che Castore proviene dal greco K¡stwr che significa esattamente 'castoro' ed ha molta attinenza con il verbo catastr˜fw (catastrefo), che ha il significato di intrecciare, ritorcere. Il nome di Polluce non ha una etimologia seria vera e propria; taluni, lavorando in termini di cabala fonetica, hanno visto questo nome come un composto dei termini: POL (polo, cioè l'emisfero superiore già ricordato) e LUX (luce). Da ciò, dunque, potrebbe scaturire l'interpretazione che vuole Polluce come il gemello cui è assegnato il governo del regno iperboreo, cioè dell'emisfero superiore. Ritroviamo ancora la coppia gemellare dei Dioscuri nel mito di Giasone e degli Argonauti partiti alla conquista del Vello d'Oro. La leggenda narra che quando la spedizione degli Argonauti fu sul punto di salpare dal porto Sigeo, si scatenò una tremenda tempesta a placare la quale intervennero, appunto, i due Dioscuri, che riuscirono a mitigare le ire di Poseidone re del mare. In questa occasione, si dice, i gemelli Castore e Polluce si mostrarono con delle fiammelle sul capo, quasi a simboleggiare il loro dominio sui flutti tempestosi. Peraltro dobbiamo tenere presente che spesso ritroviamo gli stessi Dioscuri, ( o anche altri gemelli) come patroni dei marinai (non solo, quindi, dei cavalieri; qui accenniamo che anche nel mare esistono i 'cavalloni'). A questo punto é possibile, elencare alcuni richiami che necessitano di approfondimenti maggiori e che dovranno, per ragioni di ignoranza nonché per motivi di spazio, essere ampliati soggettivamente. Intravediamo, dunque, un accostamento frequente dei Dioscuri ai fuochi di S. Elmo o a quelli di S. Elena. Rammentiamo che il periodo dei Gemelli, in parte, cade in giugno, mese nel quale ricorre la festività della Pentecoste; questa festa ci ricorda la discesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli i quali da quel momento in poi parlarono le lingue. Orbene come dimenticare che appunto Hermes o Mercurio o Toth é il maestro del segno dei Gemelli cui spetta l'invenzione della parola e della scrittura? "Nel volto, a Mercurio spetta la bocca ed in particolare la lingua che lancia il seme della parola a fecondare la fantasia e il raziocinio, a impregnare l'aria psichica altrui. Nell'animale la lingua esprime ciò che gli altri corpi possono svelare soltanto nello strazio della lacerazione e della conflagrazione: la loro più intima natura. Nella lingua é tutta la gamma delle possibilità elementari; la sensibilità dell'amaro sta al suo centro, quella del dolce sulla punta, mentre i lati attorno alla punta colgono il salato e, più in fondo, verso la radice, l'acido: un microcosmo. Non a caso un buon medico discerne i morbi dalla lingua, che è uno specchio, e non a caso mostrare la lingua è un rito magico, un denudamento e una sfida, e la strega fa dondolare sul mento la lingua sciolta dal suo frenulo come una paralizzante minaccia.”(Elèmire Zolla: Le meraviglie della natura). A Mercurio, inoltre, venivano spesso sacrificate le lingue dei nemici abbattuti in guerra. A proposito di certi accostamenti e collegamenti con l'elemento Fuoco, oltre a quelli già accennati, ricordiamo quello di sovente fatto tra i Dioscuri e le divinità gemellari dei Cabiri, i quali, invero, non risultano essere sempre formati da una coppia, ma spesso li ritroviamo in numero maggiore di due. Il culto dei Cabiri era osservato nella Tracia, nella Samotracia e in quell'isola di Lemno dove aveva la sua fucina sotterranea il dio Efesto-Vulcano; è possibile, dunque, scoprire nei gemelli significazioni ignee e telluriche nel contempo, in quanto il Fuoco di Efesto è un fuoco che, appunto, sta sotto la terra. Troviamo un altro accostamento igneo dei Gemelli nella 'lancia' con la quale vengono spesso presentati. La lancia, insieme allo scudo ancile, era infatti un attributo particolare di Marte e a volte era identificata con il dio stesso (si dice che nel Tempio di Marte, quando si doveva intraprendere una guerra, la lancia vibrasse o si muovesse da sola). La lancia, dunque, in quanto arma da getto, assume sempre un certo significato igneo (fuoco, fulmine), che ritroviamo anche nella bipenne. Peraltro, abbiamo visto che i Gemelli hanno anche accostamenti con l'Aria - sono infatti Olimpici - e con l'Acqua - sono preposti alla protezione della classe marinara -, talché possiamo rappresentare graficamente con la croce degli elementi (+) quegli stessi Gemelli che all'inizio abbiamo raffigurato così: ll. Un qualcosa di ambiguo, comunque, è presente in entrambi gli ideogrammi, laddove si vogliano intendere, alternativamente considerati, come espressioni di equilibrio o di completo squilibrio (cosa, quest'ultima, possibile quando si richiamano alla mente coppie gemellari non in armonia fra loro come quella di Caino e Abele o quella di Romolo e Remo). “I Gemelli spettano ai simmetrici omeri e mani e a tutto ciò che nel corpo si equilibra e si aggeminia. […..]. L'idea poi dell'alternanza, della geminanatura di Mercurio, si esprimeva a Roma il primo di giugno offrendo fagioli e carne di maiale a Cardea o Carnea, il cardine, (dea delle serrature) la donna di Giano che era l'uscio: colei che apre le cose chiuse e chiude le aperte, dice Ovidio.”(Elèmire Zolla: Le meraviglie della natura) I mercanti sacrificavano a Mercurio, sempre nella stessa epoca, una scrofa pregna.
Mercurio S: pianeta maestro del segno dei Gemelli L'astro più veloce e leggero del sistema solare occupa un ruolo preminente nella mitologia greco-romana, ma era già noto nella cultura assiro-babilonese, anche se le notizie sono più scarse e meno attendibili le fonti. Quello che é l'Ermes-Mercurio della mitologia greca corrisponde all'egiziano Anubi e a Toth. Toth era il ministro di Osiride che, in occasione del viaggio di questi nelle Indie, governò l'Egitto in maniera molto saggia insegnando alle popolazioni la scrittura. Anubi, con la sua testa di sciacallo (animale notturno e lunare) era colui che conduceva le anime dei morti nell'Amenti, cioè nel luogo dove, secondo gli Egiziani, vanno i morti al cui regno era preposto Osiride. Nella nostra area culturale Mercurio ha un valore riferibile all'alchimia, l'astrologia e la chimica di derivazione greco-romana. Il geroglifico di Mercurio è costituito da un cerchio (come il Sole, Marte e Venere) sormontato da una mezzaluna posata orizzontalmente sulla parte superiore, mentre nella parte inferiore è attaccata una croce capovolta. Praticamente il grafico risulta dalla fusione di Venere con il Toro ( T + B ). Alcune fonti più lontane nel tempo rappresentano Mercurio con il simbolo di un'aquila anziché della mezzaluna per cui si aveva questo ideogramma:. Molto complessa la lettura simbolica del geroglifico. Sicuramente lo Spirito (rappresentato dalla Croce) si unisce alla Terra, cioè la materia (rappresentata dal cerchio) attraverso il segno composito del Toro (+ o B S); oppure vediamo la rappresentazione della realtà sacrificale umana - il cerchio e la croce - che si divinizza nel principio lunare o nell'aquila. Questa idea di una comunicazione fra Terra e Cielo fa di Mercurio un tramite fra l'umano e il divino, fra immanenza e trascendenza. L'energia mercuriale è la base della trasformazione alchemica della materia secondo il principio attivo di trasmissione e trasmutazione. Il movimento energetico mercuriale è verso le quattro punte cardinali ed è forse per questo principio esoterico che la statua di Ermes‑Mercurio, in Grecia, veniva posto ai crocevia con l'epiteto di 'Tetra-kephalos’ (tetrac˜faloj) , cioè 'quattro teste’ per vigilare sugli spiriti cattivi provenienti dalle quattro direzioni. Soffermandoci sulla figura di Mercurio nel campo alchemico, ne ricordiamo la rappresentazione che dà il matematico, astrologo e cristallomante inglese John DEE (1527 - 1608) nella sua opera 'Monade Geroglifica’ Laureato al Trinity College di Cambridge, scrisse numerose opere scientifiche. Nel 1581 cominciò ad avere visioni cadendo in trance, e un anno dopo, l'angelo Uriel, porgendogli una sfera di cristallo, gli avrebbe detto che, grazie ad essa, avrebbe potuto comunicare con gli spiriti. Poiché non serbava alcun ricordo delle visioni avute, dovette cercare un compagno che ne prendesse nota e lo trovò in Edward KELLY, una sorta di negromante evocatore di morti e profanatore di tombe, che, per questo, aveva perso le orecchie sul patibolo. Questi, divenuto confidente del Dee, gli descriveva le magnifiche visioni da lui avute e i suoi colloqui con personaggi dai nomi più strani: Madini, Nalvage. Il Morvargran, Jubanladace, ecc.. Questi spiriti, alcuni dei quali si proclamavano angeli, insegnavano come fare l'elisir di lunga vita, come trovare la pietra filosofale, quale era la gerarchia celeste e, infine, rivelarono la lingua primigenia di Adamo, che aveva poteri straordinari, perché in ogni parola erano racchiuse le proprietà della cosa espressa e solo pronunciandola si aveva potere su di essa. Tuttavia le profezie del Dee raramente si avveravano, i fenomeni fisici (psicocinesi, scrittura diretta e voce diretta) erano scarsi, così che tutto si può attribuire alla fantasia, fertile e senza scrupoli del Kelly. Il ricchissimo nobile polacco Albert LASKI, a cui Kelly aveva fatto credere di essere destinato a grandi cose, ospitò i due in Polonia, dove il Dee cercò invano di trasmutare il ferro in oro. Passarono allora a Praga, alla corte dell'imperatore Rodolfo, ma presto furono scacciati per l'intervento del nunzio papale. Seguirono anni avventurosi. I due soci finirono col litigare essendosi il Kelly innamorato della giovane moglie del Dee. Messo alla porta, fu poi richiamato ma infine licenziato definitivamente: dopo essere stato imprigionato due volte, in Polonia e in Germania, il Kelly morì nel 1593 saltando dalle mura del carcere da cui voleva fuggire. Il Dee, tornato in Inghilterra, cercò invano nuovi soci, cadde in miseria e passò gli ultimi anni predicendo il futuro per denaro e scrivendo le proprie memorie che furono rielaborate e pubblicate nel 1659 dal Rev. Meric Casaubon con il titolo: “Vera e fedele relazione su quanto avvenne fra il Dr. Dee e alcuni spiriti” (A True and Faithful Relation of What Passed between Dr. Dee and Some Spirits). La sua personalità si manifestò, il 18 aprile 1873, attraverso Staiton Moses per scrittura automatica: alcuni dei fatti descritti corrispondevano al vero, ma la calligrafia era diversa da quella originale. Tornando, ora, alla sua opera 'Monade Geroglifica', troviamo la seguente figura indicata come mercurio filosofale. Questa figura racchiude in sé i simboli di tutti e 7 i pianeti della tradizione astrologica; abbiamo infatti, dall'alto verso il basso
Significati piuttosto profondi sono presenti in questo ideogramma che, come abbiamo detto, contiene tutti i 7 pianeti: abbiamo il concetto del "tutto in uno"; abbiamo il concetto del "sette in uno".
Possiamo inoltre notare che la stessa figura della Monade è equivalente a:
E ricorda che certe "operazioni alchemiche” si devono fare sotto il segno del Toro o dell'Ariete oppure tra il Toro e l'Ariete. Spostando in un certo modo alcune parti di questo geroglifico, senza peraltro modificarle, avremo:
da cui possiamo trarre un valido accostamento tra alfabeto, scrittura, lingua e Mercurio di essi inventore. É possibile, ancora, vedere una rappresentazione delle polarità opposte positive e negative, dell'inizio e della fine (gli estremi si toccano), delle cosiddette "nozze mistiche".
Origini di Hermes La mitologia greca ci fa conoscere Hermes come figlio di Giove e Maia e con ciò ci rifacciamo alle fonti omeriche (Inno a Hermes) e alla elaborazione di Kerènyi. Non è chiara l'origine di Maia come dea; Maia che ritroviamo nella tradizione Indù intesa come 'velo di Maia', come illusione o meglio come modo di presentarsi illusorio della realtà. L'origine è comunque certo riferita alla notte ed essa abitava in una grotta del monte Cillene in Arcadia. Forse era una delle Pleiadi, le sette stelle che componevano la costellazione delle sette fanciulle divine rapite in cielo. Zeus amò Maia nel segreto della notte mentre ignara, Era dormiva. Nessun dio e nessun uomo conobbe il fatto se non dopo dieci mesi, quando Maia dette alla luce un prodigioso fanciullo che non rimase molto tempo nella culla. Egli si alzò subito al mattino, come dice Omero, e a mezzogiorno vagava nei boschi dove costruì una lira col guscio di una tartaruga traendo dolci note e alla sera rubò i buoi del divino Apollo. Questo è Hermes-Mercurio: un fanciullo versatile, abile nell'inganno, lesto di mano, ladro di buoi, signore dei sogni, spione notturno, origliante alle porte. Il mito riportato da Omero ci descrive un Mercurio Fanciullo divino che è anche il Briccone divino. Il fanciullo prodigio è sacro: il suo primo gesto è quello di uccidere 2 dei buoi rubati con astuzia, dividendo le carni in dodici parti, giusto quanti sono gli dèi olimpici. L'altro prodigio è la creazione della Lira e la pacificazione con il fratello Apollo infondendo in lui letizia col “dodicesimo canto". Offrì ad Apollo la Lira in cambio della verga di pastore dorata e munita di tre foglioline che produceva ricchezza e altri poteri divini, tra i quali il vaticinio delle api-sorelle del Parnaso, la sovranità sugli animali (ritroviamo spesso Hermes nelle vesti di buon pastore con un agnello vivo sulle spalle) e la carica di messaggero degli dèi presso Ade, agli inferi. Per questo è chiamato 'Psicopompo', cioè guida delle anime. Veloce, brillante, astuto, persuasivo nel parlare, Hermes ha il dono della mobilità e dell'azione rapida, agisce sconcertando dèi e uomini, è spregiudicato e sottile. Messaggero degli dèi per la sua prontezza e abilità, Hermes aiutava tutti, ma senza alcun principio morale, conoscendo bene la natura delle cose umane e divine. Pertanto Ermete originariamente aveva un simbolo culturale fallico, poi divenuto umano, rappresentato con la testa di fanciullo. Ciò fa comprendere come il culto di Hermes fosse riferito alle superiori facoltà intellettive di illuminazione. L'espansione, la conoscenza e la comunicazione fanno di questo messaggero un amorale simbolico, nel senso che l'apprendimento e la conoscenza non possono conoscere leggi morali o categorie di costume. Giulio Cesare nel suo 'De Bello Gallico', narra di una divinità celtica chiamata LUG avente le stesse caratteristiche del polifacente Mercurio romano. Cosa è l'Astrologia Ariete Toro Gemelli Cancro Leone Vergine Bilancia Scorpione Sagittario Capricorno Acquario Pesci
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