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La Bilancia è il settimo segno dello zodiaco; è un segno d'aria, cardinale, maschile, positivo, governato da Venere. Con esso inizia la zona 'notturna' dello zodiaco, ossia la metà compresa tra l'autunno e l'inverno. Ci troviamo nei trenta gradi di fronte all'Ariete e i riferimenti generali che stiamo per analizzare sono anch'essi polari a questo segno. La Venere che governa il segno non è la stessa che regna sul Toro. Quest'ultima è carica di sensualità, di brama gaudente, di soddisfazione nella pienezza (Venere-Astarte). L'altra invece è l'emblema gentile della femminilità intesa secondo l'accezione più fragile, più delicata, più vulnerabile del termine (Venere-Afrodite). L'ideogramma della Bilancia è costituito da due elementi che si equilibrano a vicenda. A tal proposito ricordiamo che il geroglifico egizio (a volte raffigurato anche tutto nero ) significa appunto equilibrio e può essere agevolmente accostato al simbolo della Bilancia avente lo stesso significato. "In alchimia troviamo che la parte superiore del simbolo della Bilancia () indica la 'sublimazione', che non consiste nel far salire la materia in cima al ‘vaso’separandola dalle fecce o ‘caput mortuum’, ma nel purificare, assottigliare ed epurare la materia da tutte le sue parti terrestri ed eterogenee. Essa è simile alla distillazione, in cui i corpi si scindono parimenti dalle loro acque o flemme, ma in essa lo spirituale si separa dal corporeo, il volatile dal fisso, tanto nei corpi secchi quanto nei minerali; e per spirito s'intende una sostanza non immateriale, ma tenue all'estremo, sottile, penetrante, sparsa in tutti i misti e in ciascuno specificata a seconda della loro natura, della loro qualità e del regno della Natura a cui appartengono; il processo alchemico lo libera dalla prigione del corpo in cui la Natura lo aveva rinchiuso" (E. Zolla: Le meraviglie della Natura).
Per contro, sempre in Alchimia, abbiamo che lo stesso simbolo, ma rovesciato , indica la 'precipitazione', cioè il procedimento alchemico (ma soprattutto spirituale) inverso a quello precedentemente descritto.
Ricordiamo, inoltre, che il simbolo assume nell'ambito del primo Cristianesimo diversi significati:
L'etimologia greca e latina del termine, trovata da Senard, ci richiama l'idea del piatto (leanh piatto, bacino), del piano e persino del letto nuziale (lšcoj = letto), che si estende al significato della bilancia come generazione e crescita secondo la giusta misura e l'equilibrio delle energie preposte all'espressione affettiva. In greco abbiamo: ™leØeroj = libero e ™leØsmai oppure Ÿrcomai che significano: salire, crescere; In latino abbiamo: liber = libero e libra = misura; tutti questi termini sono molto vicini ad uno dei nomi con cui era chiamato Dioniso-Bacco, cioè Libero. Si alludeva con questo nome allo stato di 'liberazione' o estasi favorita dalle libagioni fatte appunto in questo periodo di vendemmia, in onore di Bacco; e non dobbiamo dimenticare che Bacco prese in sposa, dopo che Teseo l'ebbe abbandonata, la famosa Arianna, il cui nome deriva da ARIADNE o anche da ARAGNE in cui si rintracciano le due radici greche: ¡reƒwn = più nobile, e gnîsij = conoscenza; cioè Bacco sposò la più nobile e vera conoscenza, alla quale si ispiravano i suoi seguaci. Ricordiamo che durante le orge dionisiache, veniva sacrificato un capro le cui carni erano distribuite come pasto sacro ai partecipanti all'orgia stessa che, peraltro, veniva portata a termine più dalle donne (le famose Menadi, le folli invasate) che dagli uomini. Canti e danze accompagnavano l'intera cerimonia; abbiamo già ricordato il ditirambo, la danza labirintica di Dioniso. A proposito del canto, facciamo notare che esso era detto 'il canto del capro', cioè la tragedia (dal greco: tr¡goj = capro e ód» = canto) Del resto, molto spesso queste orge terminavano in vere e proprie tragédie e ciò è riportato dal racconto di Euripide il quale narra che, vinta ogni opposizione in Tracia, Dioniso passò in Beozia, dove visitò Tebe e invitò le donne ad unirsi alle sue feste notturne sul monte Cicerone. Penteo, re di Tebe, che non gradiva la vita dissoluta di Dioniso, lo arrestò unitamente alle Menadi, ma improvvisamente impazzito invece di mettere in ceppi Dioniso, mise in ceppi un toro. Le Menadi fuggirono, di nuovo, e si dispersero furibonde lungo le pendici del monte, dove fecero a pezzi dei vitelli. Penteo cercò di fermarle, ma accese dal vino e dalla frenesia religiosa, esse lo fecero a brandelli. La madre di Penteo, Agave, che guidava le forsennate, gli staccò il capo dal busto.
In lingua sanscrita il segno della Bilancia è detto THULA nome che ci rammenta l'ultima Tule di cui ci parlano gli Elleni; quella terra iperborea e glaciale dove appunto passa (attraverso il Polo Nord) l’immaginario Axis Mundi, con il suo significato di bilanciamento e di equilibrio inteso anche come "scala tra terra e cielo". Tenendo ora presente il concetto di asse centrale equilibratore e ricordando che tradizionalmente il segno della Bilancia è regolatore della zona renale non possiamo fare a meno di notare che, non a caso, per una perfetta stazione eretta (nonché per un perfetto allineamento di tutti i nostri corpi) é necessario che la colonna vertebrale sia incuneata in prefetto equilibrio nel bacino. Esaminiamo per un momento la colonna vertebrale e le clavicole ad essa collegate (come dal disegno): Esse formano una simbolica spada saldamente infilata nella 'roccia' la cui punta, non a caso detta osso sacro, risiede in quella zona del corpo dove dorme la potenza serpentina di Kundalini; orbene é proprio da questa roccia che bisognerà tirar fuori la 'spada' e ciò potrà essere fatto soltanto da Artù (¤rctoj = orso; da cui Orsa Maggiore, Polo Nord, Asse del Mondo, ecc.).
Ricordiamo che l'ultima vertebra, nella tradizione giudaica, è chiamata la pietra LUZ, facendo in tal modo riferimento ad un'altra pietra, BETEL. Betel, del resto, era il nome del luogo dove Giacobbe si addormentò poggiando la testa appunto su tale pietra; e lì sognò la 'scala' per mezzo della quale gli Angeli salivano e scendevano dal Cielo alla Terra e viceversa. Possiamo notare che la pietra su cui poggiava il capo Giacobbe era la stessa 'roccia' dove risiede Kundalini ed essa era, per così dire, 'salita fino alla testa' di Giacobbe stesso. E dopo aver dormito, Giacobbe si trovò a dover affrontare l'Angelo Michele con cui combatté per tutta la notte ma senza esito alcuno per i due contendenti, fu allora che l'Angelo Michele, usando i suoi 'poteri superiori', toccò Giacobbe ad una coscia, che rimase offesa per sempre. Da quel giorno Giacobbe fu chiamato Israel (colui che ha combattuto con Dio), da cui prese il nome tutta la generazione di Israele.
Ricordiamo, ancora, che il segno della Bilancia simboleggia la Giustizia (giusta ricompensa o giusta norma; i due piatti che si equilibrano); essa, in certe raffigurazioni, ci viene presentata, oltre che con la bilancia, anche con la spada. Tale rappresentazione ci richiama alla mente le due funzioni cui era preposta la casta degli KSHATRYIA (la classe cavalleresca indù) e cioè : la funzione guerriera (spada); la funzione amministrativa (bilancia).
Nel Libro dei Morti degli antichi Egiziani troviamo dei geroglifici che fanno riferimento a delle bilance particolari usate per la 'psicostasia' (pesa delle anime); abbiamo infatti, geroglifici raffiguranti il dio Thot ed Anubis posti vicini a delle bilance, sui cui piatti c'è da una parte un vaso (simbolo del cuore, contenitore del sangue) dall'altra una piuma di struzzo. La pesa favorevole doveva rendere in equilibrio i due piatti. Anche nella Tradizione Tibetana ritroviamo in uso, per così dire, la bilancia; ma non tanto per pesare le anime, quanto le azioni umane. Venivano infatti posti su di un piatto della bilancia sassolini bianchi, per rappresentare le azioni buone e sassolini neri, nell’altro piatto, per le azioni malvagie. Nella tradizione a noi più vicina, è da ricordare anche San Michele, il quale viene spesso indicato come addetto alla 'pesa delle anime'. Sempre con riferimento a S. Michele, è stato fatto notare che in un testo dove sono simbolizzati i diversi periodi liturgici della Chiesa, è riportata la ricorrenza di MICHAEL MAS (29settembre); raffigurata da una bilancia che ha come asse verticale una spada:
Nello Zodiaco del secondo Hermes, troviamo che la divinità egizia OMPHTA era preposta alla giusta distribuzione delle piene del Nilo ed era raffigurata con una bilancia in mano. Seguendo quanto dice la Senard in proposito, è possibile accostare OMPHTA all'altra divinità egizia PTAH, che troviamo spesso definita nella figura di Grande Architetto dell'Universo ed avente notevoli aspetti mercuriali. Ritroviamo il dio PTAH nella triade: AMMON = la testa ché concepisce l'idea = MENTE
Il segno della Bilancia nell'ambito del Mito Il mito narra che Temi (Qšmij = equa norma, la Giustizia), sposa di Zeus, disgustata dalle vicende terrestri, abbandonò la cura del mondo degli uomini, (con tutte le conseguenze che si possono immaginare pensando alla Giustizia che si allontana dall'uomo), e si pose nella volta celeste nella forma di uno dei suoi attributi, che è appunto quello della Bilancia. A proposito di Temi, ricordiamo anche che essa era figlia di Gea e di quell'Urano da cui, come ultimo atto, nacque Afrodite-Venere, che è il pianeta maestro del segno della Bilancia. Trascriviamo ora il mito di Psiche ed Eros, il quale è il più adatto ad illustrare il tema della Bilancia, in quanto esso rappresenta la ricerca dell'immagine ideale del TU, dell'ALTRO, che non sempre può avvenire nel reale come proiezione dell'immagine, ma deve avere forza autonoma evolutiva.
Racconta la leggenda che Psiche, donna bellissima ed assetata di perfezione e idealità, sposa Eros figlio di Venere e dio dell'amore, e insieme vivono in luogo oscuro dove è impossibile riconoscere le forme dell'amato. Tuttavia Psiche è dominata dal desiderio di vedere lo sposo, anche se è ben consapevole che a questo desiderio si oppone una espressa volontà degli dèi dell'Olimpo.
Psiche decide, perciò, di accendere la propria lanterna a olio (la 'lampada del sapere') così da illuminare la persona dello sposo; ma mentre si piega, inebriata, verso Eros, l'olio che si versa lo desta ed egli si rivolge a lei irritato per quanto commesso e fugge abbandonando la donna. Da questo momento ha inizio il disperato pellegrinaggio di Psiche, desolata per aver osato troppo. Per ogni luogo della terra, Psiche cerca Eros, nel ricordo struggente della felicità perduta, anche se goduta nell'oscurità. Invano. Psiche sale sulla Torre della Conoscenza: il suo sposo è lontano e introvabile. Disperata ed avvilita, Psiche vuole suicidarsi gettandosi da una rupe. Ma una voce ignota interviene suggerendole il cammino da fare. Ella deve scendere agli Inferi e cercare l'otre dei profumi magici di Persefone, superando tutti gli ostacoli infernali. Psiche viene in possesso degli unguenti preziosi, ma la prudenza e la misura le mancano; ella agisce istintivamente e il cofano si apre, i profumi sfuggono e la stordiscono con un sonno profondo e mortale. Soltanto allora, impietosito, Eros viene in suo soccorso e con l'aiuto degli dèi, riconduce Psiche nell'Olimpo ove avvengono le sacre nozze.
Ci sembra che Psiche ed Eros significhino l'impossibilità di trovare nella natura umana l'equilibrio ideale. La comunione con il TU non si realizza attraverso la valutazione e la conoscenza razionale (Psiche vuol conoscere il volto di Eros), bensì con la intimità, l'abbandono amoroso ed emotivo che sono l'essenza stessa dell'erotismo umano. La perfezione della conoscenza non si realizza sfuggendo al concreto per seguire i sentieri dell'astrazione, ma bensì penetrando ancor più a fondo nella realtà fisica e terrestre, senza separare da essa, la spiritualità. Si ritorna al concetto di polarità bilanciata anche attraverso il mito di Adone indeciso sulla scelta fra Venere e Persefone, entrambe amate. Adone, che per volontà del Padre Zeus trascorrerà sei mesi con Venere sulla terra e sei mesi agli inferi con Persefone, muore per una ferita da caccia e rinasce per simbolizzare un equilibrio del ciclo stagionale primavera-estate; un vero bilanciamento. Anche l'oscillare incerto fra Venere e Persefone costituisce il simbolo della relazione fra l'Io e il Tu.
Tra le figure mitologiche, le più affini all'immagine della Bilancia, sono le Parche: Atropo e Lachesi; la prima taglia i fili della vita quando ha letto il destino nell'oroscopo stellare tratto da Lachesi.
Venere: il pianeta maestro del segno della Bilancia Vale qui quanto detto a proposito di Afrodite-Venere-Astarte per il segno del Toro ed altrove. Cosa è l'Astrologia Ariete Toro Gemelli Cancro Leone Vergine Bilancia Scorpione Sagittario Capricorno Acquario Pesci
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