MILINDAPAÑHA LE DOMANDE DEL RE MILINDA LIBRO I L'antica narrazione paragrafi 7/8/9 7. Ora quel fratello, dopo aver messo a posto la scopa, si recò anch’egli alla riva del fiume per bagnarsi, e mentre camminava udì ciò che aveva appena detto il novizio. Allora pensò: “Se questo ragazzo, mediante un atto meritorio, dopo essere stato da me istigato, può nutrire tali speranze, cosa non potrei io ottenere?”, ed anche lui espresse il suo desiderio, che era questo: “In ogni condizione futura in cui dovrò nascere fino al raggiungimento del Nibbana, possa anche io essere pronto a dire la cosa giusta, e più specialmente possa io avere il potere di spiegare e risolvere ogni problema ed ogni difficile questione che questo ragazzo mi espone, spazzando via ogni cosa come questa possente corrente!” 8. Allora per l’intero periodo di tempo fra un Buddha ed il successivo queste due persone errarono di esistenza in esistenza fra dèi ed uomini. E il nostro Buddha pure li vide, e proprio come fece al figlio di Moggali e a Tissa l’anziano, così anche a loro predisse il loro destino futuro, dicendo: “Questi due riappariranno cinquecento anni dopo il mio trapasso, ed entrambi proclameranno la sottile Legge e Dottrina da me insegnata, spiegando e risolvendo le sue difficoltà con domande e metafore.” 9. Dei due il novizio divenne il re della città di Sagala in India, di nome Milinda, dotto, eloquente, saggio ed abile; ed un fedele osservatore, e a tempo opportuno, di tutti i vari atti di devozione e cerimonia stabiliti dai suoi inni sacri concernenti le cose del passato, del presente e quelle a venire. Conosceva molte arti e scienze – la sacra tradizione e la legge secolare; il Sankhya, lo Yoga, Nyaya, e i sistemi filosofici Vaiseshika; l’aritmetica; la musica; la medicina; i quattro Veda; i Purana e gli Itihasi; l’astronomia, la magia, la teoria delle origini, gli incantesimi; l’arte della guerra; la poesia; l’oratoria – in una parola, tutte le diciannove scienze. Come disputante era difficile da eguagliare, più difficile ancora da superare; tutti i fondatori delle varie scuole di pensiero lo ritenevano superiore. E come in saggezza così anche nella forza fisica, in agilità e in valore non vi era nessuno come Milinda in tutta l’India. Era anche molto ricco, colmo di ricchezza e prosperità, e il numero delle sue armate era senza fine. |