MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO I

 

L'antica narrazione
paragrafi 13/14/15

 

13. Allora Milinda il re disse a Makkhali: “Ci sono, venerabile Gosala, azioni buone ed azioni cattive? Qual è il frutto, l’ultimo risultato di tali azioni?”
“Non ci sono tali azioni, o re; nemmeno un tale frutto o un tale risultato. Coloro che in questo mondo sono nobili, costoro, o re, una volta rinati in un altro mondo, saranno di nuovo nobili. E coloro che sono Brahmani, o della classe media, o lavoratori, o fuori casta e simili, saranno gli stessi in un altro mondo. A cosa servono, quindi, le buone o le cattive azioni?”
“Se, venerabile Gosala, è così come voi dite, allora, per uguale ragione, colore che, in questo mondo, hanno una mano monca, la avranno lo stesso in un altro mondo, e allo stesso modo chi ha un piede mozzato, o un orecchio o il naso!”
A queste parole Makkhali rimase in silenzio.

 

14. Quindi Milinda il re pensò tra sé: “Tutta l’India è una cosa vuota, è proprio come la pula! Non c’è nessuno, asceta o brahmano, capace di discutere con me, e dissolvere i miei dubbi.” Poi disse ai suoi ministri: “Bella e piacevole è la notte! Quale asceta o brahmano possiamo rendere visita per porgli delle domande, capace di discutere con noi e dissolvere i nostri dubbi?” Così detto i consiglieri rimasero in silenzio, rimanendo ad osservare il volto del re.

 

15. Ora a quel tempo la città di Sagala era rimasta per dodici anni priva di uomini sapienti, sia brahmani, asceti o laici. Ma ovunque il re sapeva dove dimoravano tali persone, là andava per porre a loro delle domande. Ma tutti allo stesso modo, essendo incapaci di soddisfare il re mediante le loro risposte ai suoi quesiti, vagavano di qua e di là, o se non partivano per un altro luogo, erano sempre ridotti al silenzio.