MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO I

 

L'antica narrazione
paragrafi 31-32-33

 

31. E la signora disse a Nagasena: “Io sono vecchia, amico Nagasena. Lascia che i ringraziamenti giungano dalle cose più profonde della fede.”
E Nagasena, nel pronunciare il discorso di ringraziamento, parlò della parte più profonda dell’Abhidhamma, non di argomenti di mera e comune moralità, ma quelli riguardanti lo stato di Arahat. E mentre la signora ascoltava seduta, sorse nella sua mente la Visione Profonda della Verità, chiara e pura, che tutto ciò che sorge è destinato a morire. E anche Nagasena, quando ebbe concluso il discorso del ringraziamento, sentì la forza delle verità da lui stesso predicate, e anch’egli giunse alla Visione Profonda – ed anch’egli, là seduto, entrò nella corrente (cioè, il primo stadio dell’Eccelso Sentiero per raggiungere lo stato di Arahat).

 

32. Allora il venerabile Assagutta, seduto ai piedi di un albero, fu consapevole che entrambi avevano ottenuto la Visione Profonda, ed esclamò: “Ben fatto! Ben fatto, Nagasena! Con una sola freccia hai colpito due nobili prede!” Nello stesso momento migliaia di deva gridarono la loro approvazione.
Ora il venerabile si alzò e ritornò da Assagutta, e dopo averlo salutato, si sedette accanto. Assagutta gli disse: “Adesso recati a Pataliputta, Nagasena. Là, nel Parco Asoka, dimora il venerabile Dhamma-rakkhita. Da lui potrai imparare le parole del Buddha.”
“Signore, quanto è lontano da qui Pataliputta?”
“Un centinaio di leghe, Nagasena.”
“Grande è la distanza, Signore. Sarà difficile trovare cibo lungo la strada. Come farò ad arrivare?”
“Va sempre avanti, Nagasena. Troverai cibo lungo la strada, riso da grani neri appena coltivato, curry e salse di vari tipi.”
“Molto bene, Signore!”, disse Nagasena, e dopo essersi prostrato innanzi al suo maestro ed avendogli girato intorno sulla destra, prese mantello e scodella e partì per Pataliputta.

 

33. A quel tempo un mercante di Pataliputta, stava ritornando a quella città con cinquecento carri. Quando vide il venerabile Nagasena giungere da lontano, fermò i carri e salutò Nagasena, poi gli chiese: “Dove andate, padre?”
“A Pataliputta, capofamiglia.”
“Bene, padre. Anche noi là stiamo andando. Vi farà comodo venire con noi.”
E il mercante, deliziato dai modi di Nagasena, gli offrì del cibo, grezzo e raffinato, tanto quanto ne voleva, da lui personalmente servito. Appena terminato il pasto, costui prese una sedia bassa e sedette rispettosamente accanto. Così seduto, disse al venerabile Nagasena: “Qual è il vostro nome, padre?”
“Mi chiamano Nagasena, capofamiglia.”
“Conoscete, padre, le parole del Buddha?”
“Conosco l’Abhidhamma.”
“Siamo molto fortunati, padre; è veramente una fortuna. Io sono uno studioso dell’Abhidhamma, e così voi. Ripetetemi, padre, alcuni passi.”
Allora il venerabile Nagsena gli predicò l’Abhidhamma, e a poco a poco sorse nella mente di Nagasena la Visione Profonda della Verità, chiara e pura, che percepisce chiaramente in sé l’origine dei fenomeni e che tutto ciò che sorge è destinato a morire.