MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo III

Mld:IV.3.21/23 - L'ultima malattia del Buddha


21. “Venerabile Nagasena, è stato detto dai Venerabili conoscitori dei Sutta:

“Quando mangiò l'elemosina di Cunda
il fabbro, così ho sentito,
il Buddha sentì un violento malore,
un acuto mortale dolore.”

E dopo il Beato disse: “Queste due offerte di cibo, Ananda, uguali, di uguale frutto e risultato, sono migliori, sia come frutto sia come risultato, di qualsiasi altra.” Ora se un grave malore colpì il Beato, Nagasena, dopo aver consumato l'elemosina di Cunda, ed acuti dolori sorsero in lui fino alla morte, allora l'altra affermazione deve essere falsa. Ma se è vera, allora la prima deve essere falsa. Come poteva quell'elemosina, Nagasena, essere miglior frutto se si trasformò in veleno, causando una grave malattia, che lo portò alla morte? Datemi una spiegazione per confutare gli avversari. La gente è disorientata su questo argomento, credendo che la dissenteria sia stata causata dall'aver mangiato troppo e dall'ingordigia.”

 

22.“Il Beato, o re, disse che vi erano due elemosine uguali, di ugual frutto e risultato, ed erano migliori, sia come frutto sia come risultato, di qualsiasi altra – quella con cui un Tathagata, dopo averla consumata, raggiunge la suprema e perfetta Illuminazione, e quella per cui, dopo averla consumata, trapassa in quella dimensione da cui non si ritorna. Perché quell'elemosina era piena di virtù, piena di beneficio. I deva, o re, gridarono di gioia e di felicità al pensiero. “Questo è l'ultimo pasto del Tathagata!”, e comunicarono un potere divino di nutrimento a quella tenera carne di maiale (vi sono varie interpretazioni sul pasto consumato dal Buddha). Ed era in buona condizione, leggera, piacevole, saporita e buona per la digestione. Non fu essa la causa del malore del Beato, ma a causa dell'estrema debolezza del suo corpo, e dell'età avanzata, che nacque la malattia e peggiorò – proprio come quando, o re, un comune fuoco sta bruciando, se gli si dà carburante fresco, esso brucerà ancor di più – o come quando un torrente sta scorrendo normalmente, se una forte pioggia cade, allora si ingrosserà trasformandosi in un grande fiume – o come quando il corpo mantiene il suo normale peso, se assume più cibo, allora diventerà più grasso e pesante. Perciò, o re, non fu colpa del cibo preparato, e voi non dovete condannarlo.”

 

23. “Ma, venerabile Nagasena, perché quelle due offerte di cibo sono così particolarmente meritevoli?”
“Per il raggiungimento delle esaltanti condizioni da loro scaturite.”
“A quali condizioni vi riferite, Nagasena?”
“Del raggiungimento dei nove stati successivi che furono passati dal primo all'ultimo e viceversa.”
“Fu in due giorni, Nagasena, che il Tathagata raggiunse quelle condizioni nel grado più alto?”
“Sì, o re.”
“É una cosa meravigliosa e strana, Nagasena, che di tutti i grandi e gloriosi doni che furono offerti al nostro Beato, nessuno possa essere paragonato con queste due elemosine. É straordinario, che come quelle nove condizioni successive siano gloriose, anche quei doni offerti lo siano, di miglior frutto e di enorme beneficio rispetto a qualsiasi altri. Molto bene, Nagasena! Così è ed io accetto le vostre parole.”

 

[Qui finisce il dilemma sull'ultima malattia del Buddha.]

 


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La precedenza del Dhamma Il male del predicare Lo stolto discepolo  L'albero parlante L'ultima malattia del Buddha

Adorazione delle reliquie La scheggia di roccia L'Asceta Entusiasmo del Buddha  Bontà e punizione

L'espulsione dei Venerabili