MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo III

Mld:IV.3.27/30 - La scheggia di roccia


27. “Venerabile Nagasena, voi monaci dite che: “Quando il Beato camminava, la terra, incosciente per natura, riempiva i suoi profondi luoghi e li rendeva piani.” E d'altra parte voi dite che una scheggia di roccia ferì il suo piede. Quando quella scheggia stava colpendo il suo piede, perché non lo evitò? Se è vero che la terra incosciente rese piani i suoi luoghi più profondi per lui, allora è falso che la scheggia di roccia ferì il suo piede. Ma se l'ultima affermazione è vera, allora la prima deve essere falsa. Anche questo è un ambiguo dilemma ed ora è posto a voi, e voi lo dovete risolvere.”

 

28. “Entrambe le affermazioni, o re, sono vere. Ma quella scheggia di roccia non cadde da sola, fu buttata giù da Devadatta. Attraverso centinaia di migliaia di esistenze, o re, Devadatta alimentò invidia per il Beato. A causa di quell'odio egli scagliò quell'imponente masso di roccia con la speranza di colpire la testa del Buddha. Ma due altre rocce caddero assieme e la fermarono prima di colpire il Tathagata, e dalla forza di quell'impatto una scheggia colpì il piede del Beato.”

 

29. “Ma, Nagasena, come quelle due rocce fermarono quell'imponente masso così poteva essere fermata quella scheggia.”
“Ma una cosa fermata, o re, può anche scivolare e sfuggire – come l'acqua attraverso le dita, quando la si vuole prendere in una mano – o come il latte, o il siero di latte, o il miele, o il ghee, o l'olio, o il curry di pesce, o il sugo di carne – o come i fini, sottili e piccolissimi granelli di sabbia, che sfuggono via attraverso le dita una volta chiusi nel pugno di una mano – o come il riso che a volte cade quando lo si prende fra le dita per portarlo in bocca.”

 

30. “Va bene, Nagasena. Ammetto che la roccia fu fermata. Ma la scheggia doveva almeno aver rispetto del Buddha una volta caduta.”

“Vi sono questi dodici tipi di persone, o re, che non portano rispetto – la persona avida nella sua cupidigia, la persona irata nella sua malignità, la persona sciocca nella sua stupidità, la persona vanitosa nel suo orgoglio, la persona cattiva senza discernimento, la persona caparbia senza remissività, la persona meschina nella sua piccolezza, la persona loquace nella sua vanità, la persona malvagia nella sua crudeltà, la persona miserabile nella sua miseria, il giocatore d'azzardo perché è vinto dalla brama e la persona d'affari nella sua ricerca di guadagno. Ma quella scheggia, appena staccata dalla collisione delle rocce, colpì per puro caso il piede del Buddha – proprio come fini, sottili e minuti granelli di sabbia, quando spazzati via dalla forza del vento, vengono sparsi a caso in ogni direzione. Se la scheggia, o re, non fosse stata separata dalla roccia di cui faceva parte, sarebbe stata fermata dall'impatto. Ma, purtroppo, non potendo essere fissata a terra, né rimanere ferma in aria, prese una direzione a caso e colpì il piede del Beato – proprio come le foglie secche cadono quando sono prese da un vortice. E la vera causa del ferimento del piede fu la sciagurata azione di quell'ingrato, malvagio Devadatta.”

“Molto bene, Nagasena! Così è ed io accetto le vostre parole.”

 

[Qui finisce il dilemma sulla scheggia di roccia che ferì il piede del Beato.]

 


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La precedenza del Dhamma Il male del predicare Lo stolto discepolo  L'albero parlante L'ultima malattia del Buddha

Adorazione delle reliquie La scheggia di roccia L'Asceta Entusiasmo del Buddha  Bontà e punizione

L'espulsione dei Venerabili