MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo III

Mld:IV.3.19/20 - L'albero parlante


19. “Venerabile Nagasena, il Tathagata disse:
“Bramano! Perchè chiedi ad una cosa incosciente
Che non può sentirti, come oggi?
Attivo, intelligente e pieno di vita,
Come puoi tu parlare a questa cosa insensibile -
Questo selvaggio albero Palasa?”

E d'altra parte disse anche:
“E così l'albero Aspen replicò:
- Bharadvaga, anch'io posso parlare. Ascoltatemi. -

Ora, Nagasena, se un albero è una cosa incosciente, il fatto che l'albero Aspen possa parlare a Bharadvaga deve essere falso. Ma se è vero, allora è falso affermare che un albero sia incosciente. Anche questo è un ambiguo dilemma. Ora è posto a voi e voi dovete risolverlo.”

 

20. “Il Maestro disse che un albero è incosciente. E l'albero Aspen parlò con Bharadvaga. Ma quest'ultima cosa, o re, è detta per modo di dire. Sebbene un albero, essendo incosciente, non possa parlare, tuttavia la parola “albero” è usata per designare la driade che dentro vi dimora, e dire “l'albero parla” è un modo di dire molto conosciuto. Proprio come, o re, un carro pieno di grano è chiamato un carro di grano. Ma non è fatto di grano, è fatto di legno, eppure siccome è pieno di grano la gente usa l'espressione “carro di grano”. O come quando, o re, un uomo zangola il latte acido, l'espressione comune è che egli zangola il burro. Ma non è il burro che zangola, ma il latte. O come quando, o re, un uomo sta facendo qualcosa che non esiste, la comune espressione è che sta facendo una cosa che ancora non è, ma la gente ne parla come se fosse fatta. Ed il Tathagata, quado espone il Dhamma, usa delle espressioni di uso comune fra le gente.”

“Molto bene, Nagasena! Così è ed io accetto le vostre parole.”

 

[Qui finisce il dilemma sull'albero parlante.]