MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo VIII

Mld:IV.8.58/60 - La sofferenza del Nibbana

 

(Dilemma 79)

58. “Venerabile Nagasena, il Nibbana è solo beatitudine o è anche sofferenza?”

“Il Nibbana è solo beatitudine, o re. Non vi è nessun tipo di sofferenza.”

“Non possiamo credere a tali parole, venerabile, che il Nibbana sia solo beatitudine. Su questo punto, Nagasena, noi pensiamo che il Nibbana sia anche sofferenza. E vi è un motivo per questa nostra opinione. Qual è il motivo? Nagasena, coloro che cercano il Nibbana si sforzano e si applicano nel corpo e nella mente, praticano la rinuncia nel dimorare, nel camminare, nel sedere, nel giacere e nel mangiare, si privano del sonno, del piacere dei sensi, rinunciano a ricchezze e a beni, a parenti ed amici. Invece coloro che provano piacere nel mondo sono contenti e felici, e godono dei cinque piaceri dei sensi – costoro praticano e deliziano nel miglior modo i loro occhi con molteplici e piacevoli forme – costoro praticano e deliziano le loro orecchie in molti tipi di piacevoli suoni di feste e di canti, come e quando vogliono – costoro praticano e deliziano il loro senso olfattivo con vari tipi di profumi floreali, di frutti, di foglie, di corteccia, di radici, di succhi, come e quando vogliono – costoro praticano e deliziano il loro palato con vari tipi di gustosi sapori di cibi densi e teneri, di sciroppi, bibite, bevande, come e quando vogliono – costoro praticano e deliziano il loro senso del tatto con vari tipi di piacevoli sensazioni, tenere e delicate, deliziose e morbide, come e quando vogliono - costoro praticano e deliziano le loro menti con vari tipi di concetti ed idee, pure ed impure, buone e cattive, come e quando vogliono. Voi, d’altro canto, vi fermate e distruggete, mutilate e deformate, mettete un freno e rinunciate allo sviluppo dei vostri occhi e orecchie e naso e lingua e corpo e mente. Perciò il vostro corpo e la vostra mente sono sofferenti, siccome il vostro corpo e le vostre menti sono sofferenti provate sconforto e dolore, fisico e mentale. Anche Magandiya, l’asceta, non trovò delle colpe al Beato con l’affermare: “L’asceta Gotama è un distruttore di crescita.”?

 

59. “Nel Nibbana, o re, non vi è sofferenza. É illimitata beatitudine. Quando voi, o re, pensate che il Nibbana sia sofferenza, ciò che chiamate “doloroso” non è Nibbana. É la fase preliminare alla realizzazione del Nibbana, è il processo di ricerca del Nibbana. Il Nibbana stesso è pura e semplice beatitudine, senza sofferenza alcuna. Ed io vi darò una spiegazione di ciò. Vi è una certa cosa, o re, come la felicità della sovranità di cui ne godono i re?”

“Certamente.”

“E vi è sofferenza in quella felicità, o re?”

“No, venerabile.”

“Allora, o re, perché quando le loro province di frontiera si ribellano, i re, con lo scopo di sottomettere di nuovo gli abitanti di quelle province, lasciano le loro dimore, assieme ai loro ministri e capi, ai loro soldati e alle loro guardie, marciano assiduamente su qualsiasi terreno, martoriati da mosche, zanzare e venti caldi, ed iniziano feroci battaglie patendo il presentimento di morte?”

“Ciò non è quello che è chiamato la felicità della sovranità, venerabile Nagasena. É soltanto la fase preliminare nella ricerca di quella felicità. É dopo che hanno ricercato quella felicità, con dolore, che godono di tale felicità. Perciò quella felicità, Nagasena, è senza alcun dolore in se stessa, in quanto la felicità della sovranità è una cosa ed il dolore un’altra.”

“Allo stesso modo, o re, il Nibbana è solo beatitudine e non vi è alcuna sofferenza in esso. Coloro che ricercano il Nibbana, è vero che affliggono i loro corpi e le loro menti, che rinunciano nel dimorare, nel camminare, nel sedere, nel giacere e nel mangiare, si privano del sonno, nel piacere dei sensi, abbandonano il proprio corpo e la propria vita. Ma è dopo che hanno ricercato il Nibbana, con dolore, che godono di tale illimitata beatitudine – come i re godono della felicità della sovranità dopo che sono stati sgominati i loro nemici. Quindi, o re, il Nibbana è solo beatitudine e non vi è alcuna sofferenza in esso. Perciò il Nibbana è una cosa e la sofferenza un’altra.

 

60. Ed ascoltate un’altra spiegazione, o re, sullo stesso argomento. Vi è una tale cosa, o re, come la felicità del sapere posseduta da quei maestri che hanno seguito il proprio percorso?”

“Sì, venerabile.”

“Bene, in tale felicità del sapere vi è anche dolore?”

“No.”

“Perché allora, o re, ci si prostra o si sta in piedi dinanzi ai propri maestri; ci si procura dell’acqua e si pulisce la cella; si preparano gli spazzolini da denti e l’acqua per lavarsi; si vive di briciole rimaste; si rende servizio nel lavare la testa, nel fare il bagno e nel lavare i piedi; si sopprime il proprio volere e si agisce secondo il volere degli altri; si dorme scomodamente e ci si nutre di cibo sgradevole?”
“Perché quella non è la felicità del sapere, Nagasena. É una fase preliminare alla ricerca di essa. É dopo che i maestri hanno ricercato quel sapere, con dolore, che godono di tale felicità. Quindi, Nagasena, la felicità del sapere è senza sofferenza. Perciò la felicità del sapere è una cosa e la sofferenza un’altra.”

“Allo stesso modo, o re, il Nibbana è solo beatitudine e non vi è alcuna sofferenza in esso. Coloro che ricercano il Nibbana, è vero che affliggono i loro corpi e le loro menti, che rinunciano nel dimorare, nel camminare, nel sedere, nel giacere e nel mangiare, si privano del sonno, del piacere dei sensi, abbandonano il proprio corpo e la propria vita. Ma è’ dopo che hanno ricercato il Nibbana, con dolore, che godono di tale illimitata beatitudine – come i re godono della felicità della sovranità dopo che sono stati sgominati i loro nemici. Quindi, o re, il Nibbana è solo beatitudine e non vi è alcuna sofferenza in esso. Perciò il Nibbana è una cosa e la sofferenza un’altra.”
“Molto bene, Nagasena! Così è ed io accetto le vostre parole.”

 

Qui finisce il dilemma sulla sofferenza del Nibbana

 


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