MILINDAPAÑHA Mld:IV.8.53/57 - Conversione e condotta
(Dilemma 78) 53. “Venerabile Nagasena, coloro che vivono rettamente, tutti raggiungono la profonda visione, o vi sono alcuni che non la raggiungono?” “Allora, venerabile, chi la raggiunge e chi no?” “Chi nasce come animale, o re, anche se vive rettamente non raggiungerà la profonda visione del Dhamma, né chi nasce nel mondo Preta, né chi possiede false visioni, né l'uomo fallace, né chi ha ucciso sua madre, o suo padre, o un Arahat, né chi provoca uno scisma nell'Ordine, né chi ha ferito un Buddha, né chi è entrato clandestinamente nell'Ordine, né chi è pervertito, né chi ha violato una monaca dell'Ordine, né chi, dopo aver commesso una o un'altra delle tredici colpe, non è stato riabilitato, né un eunuco, né un ermafrodita – né un bambino minore di sette anni, anche se vive rettamente, o re, non otterrà la profonda visione del Dhamma. Questi sedici individui non otterranno la profonda visione, o re, anche se vivono rettamente.”
54. “Venerabile Nagasena, vi può essere o non vi può essere una possibilità di profonda visione per i primi quindici che avete accennato. Ma qual è la ragione per cui un bambino, minore di sette anni, non possa raggiungere, anche se vive rettamente, la profonda visione? Ecco un altro dilemma. Perché non si dice forse che in un bambino non vi è passione, né malizia, né indolenza, né orgoglio, né eresia, né malcontento, né pensieri lussuriosi? Non avendo commesso colpe, un bambino è adatto e pronto (anche al raggiungimento della condizione di Arahat – ed oltre) ed è degno di penetrare con un'occhiata nelle quattro verità!” “Ecco la ragione, o re, del mio dire, per cui un bambino, anche se vive rettamente, non può raggiungere la profonda visione. Se, o re, un minore di sette anni potesse provare passione per cose che provocano passione, potesse agire in modo errato in cose che conducono all'iniquità, potesse comportarsi in modo stolto in argomenti che ingannano, potesse impazzire per cose che ammaliano, potesse comprendere un'eresia, potesse distinguere tra contento e malcontento, potesse riflettere sulla virtù e sul vizio, allora la profonda visione sarebbe possibile per lui. Ma la mente di un minore di sette anni, o re, è impotente e debole, povera, piccola, leggera, oscura e tarda, mentre l'essenziale principio del Nibbana è trascendentale, importante, prestigioso, immenso ed esteso. Perciò, o re, il bambino, con una mente così imperfetta, è incapace di comprendere un'idea così grande. É come il monte Sineru il re delle montagne, o re, pesante e ponderoso, immenso e possente, potrebbe ora un uomo con la sua ordinaria forza, potenza ed energia, sradicare tale montagna?” “Certo che no, venerabile.” “E perché?” “Per la debolezza dell'uomo e per la magnificenza del Sineru, il re delle montagne.” “Allo stesso modo, o re, è la relazione della mente infantile con il Nibbana.
55. Ed ancora, è come la grande terra, o re, lunga e larga, ampia in espansione ed in estensione, estesa e possente – sarebbe capace una piccola goccia d'acqua di bagnare ed infangare la grande terra?” “Certo che no, venerabile.” “E perché?” “Per la piccolezza della goccia d'acqua e per la vastità della grande terra.” “Allo stesso modo, o re, è la relazione della mente infantile con il Nibbana. 56. Ed ancora, o re, immaginate un fuoco debole e senza potenza, piccolo, minuscolo, limitato e soffocato – sarebbe possibile, con un fuoco così insignificante, prevalere sull'oscurità ed illuminare l'intero mondo dei deva e degli uomini?” “E perché?” “Per la fiacchezza del fuoco e per la grandezza del mondo.” “Allo stesso modo, o re, la mente di un minore di sette anni è impotente e debole, limitata, insignificante, oscura e tarda; essa è oscurata, per la maggior parte, dal fitto velo dell'ignoranza. Sarebbe difficile, quindi, per essa brillare con la luce della conoscenza. Tale è la ragione, o re, per cui un bambino, minore di sette anni, anche se la sua condotta è retta, raggiungere la profonda visione del Dhamma.
57. O ancora, o re, immaginate un Salaka (insetto, verme, piccolo essere), minuscolo e debilitato, che alla vista di un re elefante con i segni dell'eccitazione in tre punti, con nove cubiti di lunghezza, tre di larghezza, dieci di circonferenza e sette in altezza, andare verso il suo rifugio, con l'intenzione di trasportarlo e di inghiottirlo – sarebbe capace tale Salaka, o re, di farlo?” “E perché no, o re?” “Per la piccolezza del corpo del Salaka e per la magnificenza del re elefante.” “Allo stesso modo, o re, la mente di un minore di sette anni è impotente e debole, limitata, insignificante, oscura e tarda. Immensa e trascendentale è la gradevole essenza del Nibbana. Tale è la ragione, o re, per cui un bambino, minore di sette anni, anche se la sua condotta è retta, raggiungere la profonda visione del Dhamma.” “Molto bene, Nagasena! Così è ed io accetto le vostre parole.”
Qui finisce il dilemma sulla conversione e sulla condotta |