MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo I
Mld:IV.1.62 / 66 - La purezza del Buddha
62. “Venerabile Nagasena, quando il Beato divenne un Buddha aveva distrutto tutto il male presente in lui, o era ancora presente qualche male?”
“Egli aveva distrutto tutto il male. Totalmente.”
“Ma, venerabile, il Tathagata non soffrì dolore fisico?”
“Sì, o re. A Ragagaha una scheggia di roccia lo ferì ad un piede, poi soffrì per dissenteria, una volta gli umori del suo corpo furono disturbati per una purga a lui somministrata, e fu tormentato anche da flatulenza, tanto che il monaco che lo serviva (Ananda) gli diede dell'acqua calda.”
“Allora, venerabile, se il Tathagata, nel divenire un Buddha, ha distrutto tutto il male in lui presente – quest'altra affermazione che fu ferito ad un piede da una scheggia, che soffrì di dissenteria e così via, deve essere falsa. Ma se sono vere, allora non può essere stato libero da ogni male, perchè non vi è dolore senza kamma. Ogni dolore ha la sua radice nel kamma, la sofferenza nasce a causa del kamma. Questo dilemma dalla doppia faccia vi è posto, tocca a voi risolverlo.”
63. “No, o re. Non tutta la sofferenza ha le sue radici nel kamma. Vi sono otto cause da cui nasce la sofferenza, per cui molti esseri patiscono dolore. E quali sono? Sovrabbondanza di aria, di bile, di flemma, unione di questi umori, sbalzi di temperatura, anomalie, fattori esterni ed il kamma. Da ognuno di queste nascono alcune sofferenze, e queste sono le otto cause da cui molti esseri patiscono dolore. E quindi chi afferma che solo il kamma fa soffrire gli esseri, e oltre ad esso non vi sono altre cause di dolore, dice il falso.”
“Ma, venerabile, tutti gli altri sette tipi di dolore hanno come origine il kamma, perchè sono tutti causati dal kamma.”
“Se, o re, tutte le sofferenze derivassero realmente dal kamma, allora non ci sarebbero segni caratteristici per poter distinguere l'una dall'altra. Quando l'aria interna è disturbata è per una di queste dieci cause – dal freddo, o dal caldo, o dalla fame, o dalla sete, o dall'aver mangiato troppo, o dall'essere stati troppo a lungo in piedi, o dalla troppa fatica, o dall'aver camminato troppo in fretta, o da trattamento medico, o come risultato del kamma. Di queste dieci, nove non agiscono in una vita passata o futura, ma in quella presente. Quindi non è giusto affermare che tutte le sofferenze derivano dal kamma. Quando la bile, o re, è disturbata è per una di queste tre cause – freddo, caldo e cibo non appropriato. Quando il flemma è disturbato è per causa del freddo, del caldo, del cibo e delle bevande. Quando uno di questi tre umori è disturbato o scosso produce il suo speciale e particolare dolore. Quindi ci sono speciali dolori che sorgono dalle variazioni di temperatura, da anomalie e da fattori esterni. Poi vi è l'atto prodotto dal frutto del kamma, e il dolore è la conseguenza di quell'atto compiuto. Così ciò che sorge come frutto del kamma è molto meno di ciò che sorge da altre cause. E gli stolti sbagliano quando dicono che ogni dolore deriva dal frutto del kamma. Nessuno senza la conoscenza di un Buddha può determinare l'ampiezza dell'azione del kamma.
64. Ora quando il Beato fu ferito al piede da una scheggia di roccia, il dolore fu causato soltanto da un fattore esterno e non da una delle otto cause che ho menzionato. Devadatta, o re, aveva nutrito odio contro il Tathagata durante una successione di centinaia di migliaia di nascite. Fu per quest'odio che egli prese un enorme masso di roccia e lo scgliò giù con la speranza di colpire la testa del Tathagata. Ma due altre rocce precipitarono e lo bloccarono prima che colpisse il Tathagata; e per la forza del loro impatto partì una scheggia che ferì il piede del Beato e lo fece sanguinare. Ora questo dolore deve essere stato prodotto nel Beato come il risultato del proprio kamma o per l'azione di qualcun altro? Ed oltre a questi due non vi può essere altro tipo di dolore. É come quando un seme non germina – ciò deve essere dovuto o al cattivo terreno o ad un difetto del seme. O come quando un alimento non viene digerito – ciò è dovuto o ad un problema di stomaco o al cattivo cibo.
65. Sebbene il Beato non patisse mai dolore come risultato del suo kamma, o a causa di una vita dissoluta, tuttavia patì dolore per ognuna delle altre sei cause. Ma non fu mai privato della vita a causa di qualche dolore. Vengono a questo nostro corpo, o re, composto dai quattro elementi, sensazioni desiderabili o indesiderabili, piacevoli o spiacevoli. Immaginate, o re, che una zolla di terra fosse gettata in aria per poi cadere di nuovo al suolo. Sarebbe conseguenza di qualche atto compiuto precedentemente che cadrebbe così al suolo?”
“No, venerabile. Non vi è ragione nell'ampia terra per cui potesse sperimentare il risultato di un atto buono o cattivo. Sarebbe per ragione di una legge naturale, indipendente dal kamma che la zolla cadrebbe di nuovo al suolo.”
“Bene, o re, il Tathagata potrebbe essere paragonato alla grande terra. E come la zolla cadrebbe su di essa indifferente a qualche atto da essa compiuto, così fu anche indifferente con qualche atto compiuto da lui che quella scheggia di roccia ferì il suo piede.
66. Ancora, o re, gli uomini zappano ed arano la terra. Ma ciò è il risultato di qualche atto precedentemente compiuto?”
“Certo che no, venerabile.”
“Analogamente con la caduta di quella scheggia. E la dissenteria che lo colpì non fu, allo stesso modo, il risultato di un atto precedentemente compiuto, essa nacque dall'unione dei tre umori. E qualsiasi altra malattia fisica che lo colpì, non ebbe origine dal kamma, ma per una delle sei cause. Perciò è stato detto, o re, dal Beato, da colui che è al di sopra dei deva, nella gloriosa raccolta chiamata Samyutta Nikaya nel sutta in prosa avente come titolo Moliya Sivaka: “Vi sono dei dolori che nascono nel mondo, Sivaka, da biliosi umori. E tu dovresti conoscere con certezza quali sono, perché sono di comune conoscenza nel mondo. Ma quei Samana e Bramani, Sivaka, che credono e proclamano che qualsiasi piacere, o dolore, o sensazione neutra, da ogni uomo sperimentato, sia sempre dovuto ad un atto precedente – costoro vanno al di là della certezza, al di là della conoscenza,e per questo motivo dico che sono in errore. E così pure di quei dolori che nascono dall'umore flemmatico, o dall'umore ventoso, o dall'unione dei tre, o da febbre, o da una vita dissoluta, o da azioni esterne, o come risultato del kamma. In ogni caso dovresti conoscere con certezza quali sono, perché sono di comune conoscenza nel mondo.” Così, o re, non tutte le sofferenze sono il risultato del kamma. E voi dovreste accettare come valida ragione che,quando il Beato divenne un Buddha, egli aveva distrutto ogni male in sé presente.”
“Molto bene, Nagasena! É così ed io accetto ciò che avete detto.”
[Qui finisce il dilemma sulla purezza del Buddha.]