MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo I
Mld:IV.1.55 / 61 - La durata della fede
55. “Venerabile Nagasena, è stato detto dal Beato: “Il retto dhamma, Ananda, sarà saldo solo per 500 anni.” D'altra parte il Beato, prima della sua morte, così dichiarò rispondendo alla domanda di Subhada il monaco: “Se in questa comunità i monaci vivono la santa vita, allora il mondo non sarà privo di Arahant.” Quest'ultima affermazione è risoluta ed assoluta. Se la prima di queste affermazioni è giusta, allora la seconda è falsa, se la seconda è giusta allora la prima è falsa. Anche questa è una questione a due facce, più aggrovigliata della giungla, più potente di un uomo forte, più intrecciata di un nodo. Ora a voi è posta. Mostrate la forza della vostra conoscenza, come un leviatano in mezzo al mare.”
56. “Il Beato, o re, fece entrambi quelle affermazioni che avete citato. Ma sono differenti l’una dall’altra nello spirito e nella lettera. Una tratta del limite della durata della dottrina, l’altra della pratica della vita santa; due cose chiaramente distinte, lontane l’una dall’altra come lo zenit dalla superficie terrestre, come il paradiso dall’inferno, come il bene dal male, e come il piacere dal dolore. Sebbene sia così, affinchè la tua domanda non risulti vana, vi esporrò in modo essenziale l’argomento.
57. Quando il Beato disse che il retto Dhamma sarebbe durato solo per 500 anni, egli così disse dichiarando il tempo della sua distruzione, limitando il resto della sua esistenza. Perciò egli disse: “Il retto Dhamma, Ananda, sarebbe durato un migliaio di anni se nessuna donna fosse stata ammessa nell’Ordine. Invece ora, Ananda, durerà soltanto 500 anni.” Nel dire così, o re, il Beato predisse la scomparsa del retto Dhamma o gettò biasimo sulla sua chiara comprensione?”
“Certo che no, venerabile.”
“Proprio così. Fu una dichiarazione sul male commesso, un annuncio del limite di ciò che rimaneva. Come quando un uomo rende pubblica la sua ricchezza diminuita annunciando ciò che rimane: “Tanta proprietà ho perduto, tanta me ne rimane.” – così fece il Beato rendendo manifesto a deva e ad uomini ciò che rimaneva e ciò che era stato perduto dicendo: “Il retto Dhamma, Ananda, ora durerà soltanto 500 anni.” Nel dire così egli stava fissando un limite alla religione. Ma nel rispondere a Sibhadda per far comprendere chi fossero i veri Samana (asceti), egli disse: “Se in questa comunità i monaci vivono la santa vita, allora il mondo non sarà privo di Arahant.” – nel dire tale affermazione egli stava dichiarando in cosa consisteva la religione. Voi avete confuso il limite di una cosa con l’affermazione di ciò che è. Ma se volete vi dirò la reale attinenza fra le due. Ascoltate attentamente e seguite fiduciosamente ciò che sto per dire.”
58. Immaginate, o re, un piccolo recipiente pieno d’acqua fino all’orlo. Ora se vi cadesse dentro altra acqua piovana, la quantità d’acqua aumenterebbe o sparirebbe?”
“Aumenterebbe, venerabile.”
“E come mai, o re?”
“A causa della continua caduta di acqua piovana.”
“Proprio così, o re, il glorioso recipiente del retto Dhamma dell’insegnamento del Sublime è sempre pieno d’acqua fresca della pratica del dovere, della virtù, della moralità e della purezza e continua a straripare oltre ogni limite al di là del più alto cielo dei cieli. E se i figli del Buddha vi piovono dentro continuamente altra pioggia di ulteriore pratica del dovere, della virtù, della moralità e della purezza, allora (il retto Dhamma) durerà a lungo ed il mondo non sarà privo di Arahant. Questo era il significato delle parole del Maestro quando disse: “Se in questa comunità, Sibbhada, i monaci vivono la santa vita, allora il mondo non sarà privo di Arahant.”
59. Ora immaginate ancora, o re, che delle persone continuamente alimentassero un’enorme fornace rovente con sterco di vacca, rami e foglie secche – quel fuoco si estinguerebbe?”
“No davvero, venerabile. Anzi il fuoco brucerebbe più intensamente.”
“Proprio così, o re, il glorioso insegnamento del Sublime brucia e brilla oltre i diecimila sistemi di mondi mediante la pratica del dovere, della virtù, della moralità e della purezza. E se, o re, oltre a questo, i figli del Buddha, osservando i cinque tipi di esercizi spirituali, continuano zelanti nello sforzo – coltivando un desiderio per la triplice disciplina ed esercitandosi – se senza sosta essi praticano la retta condotta, evitano assolutamente quella errata, e praticano la vita santa – allora questa gloriosa dottrina del Sublime sarà sempre salda col passar degli anni ed il mondo non sarà privo di Arahant. Riferendosi a questo, o re, che il Maestro parlò quando disse: “Se in questa comunità, Sibbhada, i monaci vivono la santa vita, allora il mondo non sarà privo di Arahant.”
60. Immaginate ancora, o re, che delle persone dovessero pulire uno specchio senza macchia, brillante e splendente, ben pulito, levigato e lucido, si creerebbe della polvere e del fango sulla sua superficie?”
“No davvero, venerabile. Anzi diventerebbe ancora più immacolato.”
“Proprio così, o re, la gloriosa dottrina del Sublime è per natura immacolata e interamente libera da polvere e fango maligno. E se i figli del Buddha la puliscono mediante la virtù sorta dall’eliminazione del male, con la pratica del dovere, della virtù, della moralità e della purezza, allora questa gloriosa dottrina durerà a lungo, ed il mondo non sarà privo di Arahant. Riferendosi a questo, o re, che il Maestro parlò quando disse: “Se in questa comunità, Sibbhada, i monaci vivono la santa vita, allora il mondo non sarà privo di Arahant.”
Perciò l’insegnamento del Maestro, o re, è radicato nella condotta, la condotta è la sua essenza, e resta saldo finché la condotta non decade.”
61. “Venerabile Nagasena, quando parlate della scomparsa del retto Dhamma, cosa intendete per scomparsa?”
“Ci sono tre modi di scomparsa, o re, di una dottrina. E quali sono? Il declino del raggiungimento di una comprensione intellettuale di essa, il declino di una condotta in accordo con essa e il declino della sua forma esteriore. Quando cessa il raggiungimento, allora anche colui che in essa pratica rettamente non comprende gli insegnamenti. A causa del declino della condotta la promulgazione delle regole cessa e rimane soltanto la forma esteriore della dottrina. Quando la forma esteriore cessa, viene recisa anche la successione della tradizione. Queste sono le tre forme della scomparsa di una dottrina.”
“Avete spiegato questo dilemma molto bene, venerabile Nagasena, e lo avete reso chiaro. Avete sciolto il nodo; avete distrutto, sgretolato e resi falsi gli argomenti degli avversari – voi siete il migliore dei maestri!”
[Qui finisce il dilemma sulla durata della fede.]