MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo I

Mld:IV.1.35 / 41 - Il terremoto di Vessantara

 

Il principe Vessantara era dotato di grandi virtù e soprattutto magnanimo e generoso. Per questi suoi meriti sarà bandito dal regno, costretto a vagare nella foresta, perderà ogni bene e persino i figli e la moglie; ma passerà imperturbabile attraverso ogni avventura e ogni prova dolorosa e infine, grazie agli stessi meriti, riavrà ogni cosa, anche il regno, e acquisterà un prestigio e un’autorità ancora maggiori.

 


 

35. “Venerabile Nagasena, il Beato così ha detto: “Ci sono queste otto cause, o monaci, prossime o remote, per scatenare un potente terremoto.” Questa è un'affermazione riconosciuta, un'affermazione che non lascia repliche e commenti. Non vi può essere una nona causa per un terremoto. Se ci fosse, il Beato l'avrebbe menzionata. Siccome non ne esiste un'altra egli non la rivelò. Ma ne conosciamo un'altra, una nona, quando diciamo che la terra tremò sette volte sulla generosità di Vessantara. Se, Nagasena, ci sono otto cause per un terremoto, allora ciò che sappiamo sul terremoto della generosità di Vessantara è falso. E se ciò è vero, allora l'affermazione che vi sono otto cause per un terremoto è falsa. Anche questa duplice questione è sottile, difficile da sciogliere, oscura e profonda. A voi ora è posta. Nessuno la può risolvere, solo un saggio come voi.

 

36. “Il Beato fece l'affermazione che avete detto, o re, eppure la terra tremò sette volte alla generosità di Vessantara. Ma quella fu insolita, fuori stagione, fu un avvenimento isolato, e fu incluso nelle otto usuali cause e non fu riconosciuta come tale. Proprio, o re, come vi sono tre tipi di piogge ben note nel mondo – quella della stagione delle piogge, nei mesi invernali e quella dei due mesi Asalha e Savana. Se, oltre a queste, ne esiste un'altra, non compresa fra quelle usuali, è chiamata “una pioggia fuori stagione”. Inoltre, o re, proprio come vi sono cinquecento fiumi che scendono dall'Himalaya, ma di questi solo dieci sono riconosciuti nell'elenco dei fiumi – il Gange, il Jumena, l'Akiravati, il Sarabhu, il Mahi, l'Indo, il Sarasvati, il Vetravatî, il Vîtamsa e il Kandabhaga – gli altri non vengono inclusi nell'elenco per il loro incostante flusso d'acqua. Ed ancora, o re, proprio come vi sono un centinaio o due di ufficiali di stato – il comandante in capo, il primo ministro, il giudice capo, il grande tesoriere, il portatore del parasole di stato e il portatore della spada. E perchè? Per i loro reali incarichi. Gli altri non sono riconosciuti, sono detti semplici ufficiali. Come in tutti questi casi, grande re, il terremoto ripetuto per sette volte alla generosità di Vessantara, essendo un avvenimento straordinario ed isolato, diverso dalle otto usuali cause, non fu riconosciuto fra queste otto cause.”

 

37. “Ora avete mai sentito, o re, nella storia della nostra fede di qualche atto di devozione fatto per ricevere una ricompensa anche in questa vita presente, la cui fama giunse fino al mondo dei deva?”
“Sì, venerabile, l’ho sentito. Vi sono sette casi di tali azioni.”
“Quali persone fecero tali azioni?”
“Sumana che faceva ghirlande, Ekasataka il bramano, Punna il servo, Mallika la regina, l’altra regina nota come la madre di Gopala, Suppiya la devota e Punna la schiava. Questi sette fecero atti di devozione che recarono frutti anche in questa vita, e la fama raggiunse persino il mondo dei deva.”
“Avete sentito di altri, o re, che, anche nella loro forma umana, ascesero alle dimore divine dei deva dei Trentatré?”
“Sì, ho sentito anche di loro.”
“E chi erano?”
“Guttila il musicista, il re Sadhina, il re Nimi, il re Mandhata . Molto tempo fa sono stati compiuti questi atti gloriosi e difficili.”
“Ma avete mai sentito, o re, della terra che trema, ora ed in tempi passati, una, due o tre volte, quando è stato offerto un dono?”
“No, a dire il vero, venerabile.”
“Anche io, o re – sebbene abbia ricevuto le tradizioni, abbia studiato, ascoltato ed imparato la dottrina a memoria, abbia avuto le caratteristiche di un buon discepolo, o sebbene sia stato pronto ad imparare, a porre domande e a risponderle, a sedere vicino ai maestri – non ho mai sentito di tale cosa, tranne nel caso dello splendido dono del glorioso re Vessantara. E fra i tempi di Kassapa il Beato e del saggio Beato Sakya sono trascorsi centinaia di migliaia di anni, ma in tutto quel periodo non ho mai sentito tale cosa. E la grande terra, o re, si muove con grande energia e forza. E quando dominata dal peso della rettitudine, sopraffatta dal fardello della bontà delle azioni che testimoniano l’assoluta purezza, la quale, incapace di sopportarla, la grande terra si scuote, trema e si muove. Allora è come un carro molto pesante con il mozzo ed i raggi spezzati e l’asse si rompe in due parti. Allora è come quando i cieli, inondati da acque di tempesta portate dal vento, sovraccarichi dal peso delle nuvole colme d’acqua, scrosciano e crepitano ed infuriano all’inizio dell’uragano. In questo modo, grande re, la grande terra, incapace di sostenere l’eccezionale peso dell’estesa e grande forza della generosità di Vessantara, oscillò, tremò e si mosse. Perché la mente del re Vessantara era priva di avidità, avversione, ignoranza, illusione, colpa, rancore ed amarezza, ma era colma di generosità. E pensando: “Lasciate venire tutti i bisognosi! Lasciateli avere tutto ciò che desiderano!”. La sua mente era continuamente portata a dare. Era continuamente fissa su queste dieci condizioni mentali – sull’autocontrollo , sulla calma interiore, sulla bontà, sulla rinuncia, sulla temperanza, sulla volontaria ubbidienza a compiere atti meritori, sulla libertà da ogni forma di collera e di crudeltà, sulla piena sincerità e sulla purezza della mente. Egli aveva abbandonato, o re, ogni ricerca di soddisfazione della sua avidità animale, ogni brama per una futura esistenza, il suo strenuo sforzo era rivolto solo verso la vita suprema. Egli aveva lasciato, o re, il suo egoismo e si era offerto soltanto all’amore altruistico. La sua mente era fissa ed inamovibile sul pensiero: “Come posso fare affinché tutti gli esseri siano in pace, in salute, in prosperità e con una lunga vita?” E quando, o re, egli donava queste cose non lo faceva per una migliore rinascita, o per avere ricchezza, o per ricevere doni ed omaggi, o per avere una lunga vita, o per un’alta nascita, o per felicità, o per potere, o per gloria, o per il bene dei propri figli e parenti – ma solo per amore della suprema saggezza, solo per questo dava doni così immensi, grandissimi ed insuperabili. E quando ebbe ottenuto quella suprema saggezza declamò questi versi:
“Gali, mio figlio, e la Nera Antilope,
mia figlia, mia moglie Maddi la regina,
tutto gli ho donato senza un pensiero –
e “fu per la Buddhità che feci tale cosa!”.

 

38. L’uomo irato, o re, si fece conquistare dal grande re Vessantara con la calma, il cattivo con la bontà, l’avido con la generosità, il falso con la verità, e tutte le malvagità egli le superò tramite la rettitudine. Quando donava in questo modo – egli che ricercava la rettitudine, che aveva come suo scopo la rettitudine – i grandi venti, da cui dipende la terra, si agitarono tramite la grande forza del potere dell’influenza derivante dalla sua generosità, ed a poco a poco, uno ad uno, i grandi venti iniziarono a soffiare confusamente e in ogni luogo, i possenti alberi radicati nel terreno iniziarono a vacillare, masse di nuvole si accumularono nei cieli, terribili venti sorsero pieni di polvere, i cieli si incrociarono, gli uragani soffiarono violentemente, un grande e terribile rumore si sollevò. E alla furia di quei venti, le acque a poco a poco iniziarono a muoversi, e dal movimento delle acque del grande pesce le creature squamose furono disturbate , le onde iniziarono ad alzarsi, gli esseri che vivono nelle acque furono presi da paura e le onde fecero tuonare l’oceano, e lo spruzzo frustò con furia, e ghirlande di schiuma si alzarono, ed il grande oceano si aprì fino alle sue profondità, e le acque si precipitarono in ogni parte, le furiose creste delle loro onde si unirono ovunque; e gli Asura, i Garula, gli Yakkha, i Naga tremarono dalla paura e pensarono: “Come?! Il grande oceano si rivolta?” – e cercarono, colmi di terrore, una via di fuga. E come l’acqua, da cui tutto dipende, era turbata ed agitata, anche la grande terra iniziò a tremare e con essa le montagne ed i profondi oceani, e Sineru iniziò a roteare, e la cresta delle sue montagne rocciose iniziò ad agitarsi. Ed al tremito della terra, i serpenti, i gatti, gli sciacalli, i cinghiali, i cervi e gli uccelli furono presi dall’angoscia, e gli Yakkha di inferiore potere piangevano, mentre quelli superiori erano allegri.

 

39. Come, o re, quando un enorme e grande calderone pieno d’acqua e di chicchi di riso è posto sul fuoco, allora il fuoco bruciando lo scalda e l’acqua inizia a bollire, e bollendo l’acqua i chicchi di riso si riscaldano e saltano qua e là nell’acqua, ed una massa di bollicine sorge, ed una ghirlanda di schiuma si forma – allo stesso modo, o re, il re Vessantara donò tutto ciò che si considera difficile da donare al mondo, e a causa della natura della sua generosità i grandi venti si infuriarono, dalla furia dei grandi venti le acque si agitarono, dall’agitazione delle acque la grande terra tremò, e così allora i venti, le acque e la terra si unirono insieme nell’immensa e potente influenza derivante dalla grande generosità. E non vi fu, o re, un’altra generosità simile che avesse tale potere come quella del re Vessantara.

 

40. E come, o re, ci sono molte gemme di valore nella terra – il grande zaffiro, la gemma appagante, l’occhio di gatto, la gemma di lino, la gemma Acacia, la gemma estasiante, la favorita del sole, la favorita della luna, il cristallo, il topazio, il rubino e la pietra Masara – ma la gloriosa gemma del re dei re è riconosciuta essere la migliore e superiore di tutte queste, perché lo splendore di quel gioiello, o re, si diffonde per una lega in ogni parte – allo stesso modo, o re, di tutti i doni che furono mai dati sulla terra, anche dai più grandi re e mai superati, la generosità del buon re Vessantara è riconosciuta come insuperabile. Ed a causa di quella generosità, o re, che la grande terra tremò per sette volte.

 

41. “Nagasena, una cosa meravigliosa e straordinaria dei Buddha è che il Tathagata anche quando era un Bodhisattva (intento a diventare un Buddha) era così ineguagliabile al mondo, così dolce, così paziente, il suo scopo era così alto e il suo sforzo così grandioso. Voi avete reso evidente, Nagasena, il potere del Bodhisattva, avete acceso una chiara luce sulla perfezione del Glorioso, avete mostrato come, nel mondo dei deva e degli uomini, un Tathagata, proseguendo nella pratica della vita santa, sia il migliore e l’eccelso. Ben detto, venerabile Nagasena. La dottrina del Glorioso è stata glorificata, la perfezione del Glorioso è stata lodata, il nodo degli argomenti degli avversari è stato sciolto, la discordanza delle opposte teorie è stata dissolta, il dilemma così profondo è stato reso chiaro, la giungla è stata trasformata in un campo aperto, i figli del Glorioso hanno ricevuto ciò che è dovuto. O migliore dei maestri io accetto ogni tua parola.”

 

[Qui finisce il dilemma sul terremoto della generosità di Vessantara.]

 

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