MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo I

Mld:IV.1.27 - L’ultima tipologia di mente

 

“Ora da tutte queste, o re, si deve distinguere l’ultima – le facoltà di pensiero dei Buddha onniscienti – che supera di gran lunga le altre, ed è chiara ed attiva nella sua suprema conoscenza. La mente del Beato è così chiara ed attiva che il Beato, grande re, mostra il duplice miracolo. Da ciò noi possiamo conoscere, o re, come sono così chiare ed attive le facoltà di pensiero di un Buddha. E per tali meraviglie non ci sono ragioni. Quelle meraviglie, o re, (causate dalle facoltà mentali dei Buddha onniscienti) non possono essere contate o calcolate, divise o separate. La conoscenza del Beato, o re, dipende dalla sua meditazione con cui raggiunge la perfetta conoscenza. É come quando un uomo passa qualcosa da una mano all’altra, o emette un suono dalla bocca, o inghiotte del cibo, o apre e chiude gli occhi, o distende un braccio piegato o lo piega se disteso – molto più rapidamente, grande re, e molto più facilmente entra in azione tutta la conoscenza del Beato tramite la meditazione con cui egli raggiunge la perfetta conoscenza, ma anche quando non meditano i Beati Buddha sono onniscienti.”

“Ma, venerabile Nagasena, la meditazione è condotta allo scopo di cercare (ciò che non è chiaro quando inizia la meditazione). Suvvia, chiaritemi questo punto.”
“Immaginate, o re, che vi fosse un uomo ricco, con molte proprietà e ricchezze – uno con molto oro, argento, cose preziose, ogni genere di frumento, riso, orzo, grano, semi d’olio, fave, piselli, ed ogni tipo di seme, ghee, olio, burro, latte, caglio, miele, zucchero e melassa, tutto conservato nei magazzini in ogni tipo di recipiente. Ora se un viandante dovesse arrivare, uno degno di ospitalità e che si aspetta di essere ospitato, e tutto il cibo già preparato fosse finito, ed i servitori andassero in magazzino per prendere del riso ed altro per essere cucinato e preparare un pasto. Quell’uomo ricco, soltanto per la mancanza di cibo pronto a causa dell’ora inopportuna, lo si chiamerebbe povero o bisognoso?”
“Certo che no, venerabile. Persino nel palazzo di un potente re vi può essere mancanza di cibo già pronto, tanto meno nella casa di un uomo comune.”

“Analogamente, grande re, con tutta la conoscenza di un Tathagata quando manca la meditazione; egli tramite la meditazione conosce tutto ciò che desidera conoscere. Ora immaginate, o re, che vi fosse un albero pieno di frutti, con tutti i rami piegati per il peso dei suoi frutti, ma nessun frutto caduto a terra. Potrebbe essere quell’albero, soltanto perché nessun frutto è caduto, chiamato sterile?”
“No, venerabile. Perché anche se il cadere dei frutti è una condizione precedente per gustarli, tuttavia quando sono caduti uno ne può prendere a volontà.”
“Analogamente, grande re, anche se la meditazione è una condizione necessaria della conoscenza del Tathagata, tuttavia con la meditazione egli percepisce tutto ciò che vuole sapere.”
“Succede sempre durante la meditazione, Nagasena?”
“Sì, o re. Proprio come quando il potente re dei re (Kakkavatti) richiamando alla mente la sua gloriosa ruota della vittoria desidera che appaia quando la si è pensata, così la conoscenza del Tathagata segue continuamente la meditazione.”
“Adeguata è la ragione che mi date, Nagasena, sull’onniscienza del Buddha. Sono ampiamente convinto.

— 

[Qui finisce la questione sull’onniscienza del Buddha, la quale dipende dalla meditazione.]

 

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La quarta tipologia di mente  La quinta tipologia di mente  La sesta tipologia di mente  La settima tipologia di mente

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