Il tuo browser non supporta il tag embed per questo motivo non senti alcuna musica

Inno a Mithra

(Yasht, x, 3-16; 35-40; 78; 95-114)

 

Ecco! veloci palafreni il sire

Mithra dai vasti paschi a quelli tutti

Dona che nol ripudiano, e diritta

Dona il Fuoco la via, figlio di Mazda,

A tutti quei che Mithra non ripudiano.

A tutti quei che non ripudian Mithra,

De' giusti e puri, vigorose e buone,

Le pie Fravàshi donan genuina

La discendenza. Ed or, per la sua gloria

E il suo splendor, vogl'io con una laude

Che alto risuoni, venerar lui, sire

Di vasti paschi. E noi sì l'onoriamo

D'offerte, lui dai vasti paschi, lui

Fonte di gioia all'arie regïoni (1)

E di felicità. Deh! ch'egli venga

In nostro aiuto e a nostra gioia, e venga

Al conforto di noi, venga le nostre

Peccata a cancellar! Salute a noi

Apporti anche e vittoria, e buono stato

Anche ci doni e a purità ci adduca.

Tremendo egli é, signor di vasti paschi,

Mithra, degno di laude, impetuoso,

Degno d'offerta, e niun per tutto il mondo

Visibil di quaggiù può fargli inganno.

Ora vogl'io cotesto oltrapotente

Genio gagliardo, alle create cose

Proficuo, Mithra, onorar con offerte,

Ché a lui verronne con preghiere e lauidi;

Lui dai pascoli vasti con un inno

Adorerò che alto risuoni. Oh! Mithra,

Fonte di gioia all'arie regïoni

E di felicità, dai vasti paschi,

Onorerem d'offerte. Egli pertanto

Da noi si adori, ch'é onniveggente,

Onniaudïente, socievol, verace,

Dai paschi spazïosi, inclito e bellamente

 Formato, dall'ampie vedette,

Vigile, insonne eroe! Lui già, movendo

Fin da Arezàhi (2), venerar li prenci

Di questa e quella regïon scendendo

Contro il nemico stuol, contro le schiere

Insiem raccolte, allor che per l'acquisto

Si pugnava di regni. Or, dalla parte

Onde primi adorando elli venièno,

Piena l'alma di fede e con devota

La mente e il cor, da quella anche venia

Mithra balzando, il sir dai vasti paschi,

E dator di vittoria avea con seco

Un nembo, e l'imprecar dentro la mente (3).

Per la sua gloria e il suo splendor, vogl'io

Mithra adorar dai vasti paschi, lui

Con un inno adorar che alto risuoni!

Mithra adoriam dai vasti paschi! Lui,

Vigor chiedendo ai palafreni e ai corpi

Salute e forza, adorano i curuli

Guerrieri, alti sul dorso de' cavalli,

E pieno degli avversi lo sterminio

Gli domandano, e piena la sconfitta

Dei nemici, e degli emuli, in lor foga

Impetuosi, avversi, ampia la strage.

Per la sua gloria e il suo splendor, vogl'io

Mithra adorar dai vasti paschi, lui

Con un inno adorar che alto risuoni!

Mithra adoriam dai vasti paschi! Primo

Celeste Genio, il monte Hara egli ascende

Dinanzi al Sol dai veloci cavalli,

Immortal Sole. Primo egli, aitante,

Tutto coverto d'or, le alture amene

Sale del monte, donde poi contempla

Tutta col guardo suo l'ariaca terra

Propizïando. E nell'ariaca terra

Duci son valorosi, ampie falangi

Intesi ad ordinar. E vi son monti

Alti, con molti paschi, e irrigui sono,

Ed hanno fonti, li bestiami e i greggi

Ad allevar. Profondi laghi ed ampie

Acque vi son, vi son correnti vaste

Quali fluénti scendon fino ai monti

D'Iskata e di Pouruta ed oltre ancora (4).

 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Mithra adoriam, suvvia! dai molti paschi,

Dal verace parlar, dal core amico,

Ben conformato, che ode tutto e ascolta,

Che tutto vede, altissimo, dall'ampie

Vedette, insonne, vigile e gagliardo,

Punitor delle colpe! Egli una schiera

E procacciasi e adunasi, ed ha mille

E mille potestà, signoreggiante,

Dominante, onnisciente. Egli la pugna

Forte sospinge, là, nelle battaglie,

Forte resiste, e resistendo forte

Nelle battaglie, le inimiche schiere

Tutte disperde. Vanno scompigliate

Ambe allor dell'esercito nemico

L'ali, quando é sospinto alla battaglia,

E dell'oste barbarica la media

Turba ei rïempie di terror. Sgomento

Espavento, ei che il può, dentro vi spande;

Di lor che lo ripudiano, le teste

Abbatte al suol, di lor che lo ripudiano,

Lunge i capi disperde. Oh! desolate

Son le dimore, diserte di figli,

Squallide, dove ad abitar si stanno

Quei che Mithra ripudiano, protervi,

Di santità nemici; e tortuoso

Segue e triste sentiero ogni giovenca

Dall'unghia ossuta là, nelle contrade

Di chi Mithra rinnega. Essa, di tali

Empi al carro aggiogata, assai di lagrime

Bagnata il muso, là si arresta; e i dardi

Pennuti di costor, ben che da un arco

Ch'é ben teso scagliati, anche sospinti

Via dalla corda, fendon l'etra invano

Quando adirato, in suo corruccio, in nulla

Propizïato, possessor di vasti

Pascoli, Mithra a' suoi nemici avventasi.

E l'aste lor, benché battute, aguzze,

Di lunga punta, via dalle lor braccia

Forte scagliate, fendon l'etra invano

Quando adirato, in suo corruccio, in nulla

Propizïato, possessor di vasti

Pascoli, Mithra a' suoi nemici avventasi.

Lor fionde a lanciar pietre, ove scagliate

Sian da lor braccia, fendon l'etra invano

Quando adirato, in suo corruccio, in nulla

Propizïato, possessor di vasti

Paschi, Mithra s'avventi. E le lor clave,

Ben che forte la testa dei mortali

Volte a colpir, fendono l'etra invano

Quando adirato, in suo corruccio, in nulla

Propizïato, possessor di vasti

Pascoli, Mithra a' suoi nemici avventasi.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  

Or tu, Mithra, proteggi le contrade

Che a te, dai vasti pascoli, le offerte

Recan buone, tu sì, che le ribelli

Terre vai devastando. Al mio soccorso

Io ti chiamo e t'invoco. Oh! venga a noi

Al nostro aiuto il sir di regïoni,

Splendido Mithra. Ei, degno assai di lodi

E d'inni, venga, impetuoso e forte!

 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Mithra adoriam dai vasti paschi allora

Che avanzando la terra ampia egli cinge

Poi che il sol tramontò (5). Così alla terra,

Rotonda e vasta e dai remoti lembi,

Questo confin rasenta e quello, e tutto

Vede ciò, intanto, ch'è tra cielo e terra.

A cento nodi, a cento nocchi, in pugno

Stringe una clava impetiiosa, quale

Gli eroi atterra, di metallo biondo,

Fusa, d'aureo metal, forte, compatto,

Di tutte l'armi la più forte, l'arma

Più datrice tra l'altre di vittoria.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Trema Anra Mainyu a lui dinanzi, quello

Ch'è pien di morte, e trema innanzi a lui

Aesma tristo, tutto reo. Busyasta

Che ha lunghe mani, trema a lui dinanzi,

E tutti innanzi a lui tremano i Devi,

E quei dell'aria e quei malvagi e rei

Che del Varena sono (6). Oh! non sia mai

Che vadasi per noi di Mithra irato,

Dai vasti paschi, ad affrontar la possa!

Oh! non sia mai che irato ei ci percuota

Mithra dai vasti paschi, egli, il più forte

Dei Geni, il più valente, il più aitante

Dei Geni tutti, d'essi il più veloce,

Che alla terra s'attien quale il più invitto

De' Geni, di gran pascoli signore.

Mithra adunqu adoriam dai vasti pascoli,

Vigile, insonne! Tremano gli aerei

Devi dinanzi a lui, tremano i Devi

Malvagi e tristi del Varena; e intanto

Ei sì, dai vasti pascoli, signore

Di regioni, da man destra avventasi

Di questa terra ch'è rotonda e vasta,

Che ha lontani confini. A lui da dritta

Sraosa buono procede, e a lui da manca

Rasnu grande e possente (7), e avanzan tutte

Al fianco suo le piante e le acque tutte

E degli uomini pii quante pur sono

Fravashi seco. Ed egli, di gran possa,

Sempre le frecce sue, di penne adorne,

Scaglia sui Devi, e allor che là discende

Carreggiando ove son le regioni

Dei nemici di Mithra, egli pel primo

Su cavalli ed eroi sferra la clava,

A questi e a quelli di sgomento il core,

Ai combattenti e a' lor cavalli, ingombra.

Mithra adoriam dai candidi cavalli,

Dall'arma aguzza e lunga! Agili sono

Le frecce sue, di lui, guerrier curule,

Di gran virtù, lungi veggente. Lui

Aura Mazda creò custode e vindice,

Tutto del terren mondo ad incremento,

Ed ei, del terren mondo ad incremento,

vindice e custode, egli che insonne,

Nella sua veglia, di Mazda protegge

Le creature, che di Mazda, insonne,

Le creature in suo vegliar difende.

Mithra adoriam dai vasti paschi! Lunghe

Tende le braccia, e col vigor di Mithra (8)

Quant'é a Levante d'Indo e prende e occùpa,

E quant'é in basso ad Occidente (9), e quelle

Lande ancor della Ranha, e quanto é al medio

Punto di questa terra. Or dunque, o Mithra,

Stendi, suvvia! le braccia e tutto invadi!

L'uom di rea luce che giustizia offende,

Cagion di doglia é al mondo. Ei così pensa,

L'uom di rea luce: Non ogni opra trista,

Non ogni detto menzognero, in sua

Scïenza inetta, Mithra e vede e scorge!

Ora in mia mente io vo pensando: Tante

L'uom di quaggiù, centuplicando in forza,

Cose triste non può formar pensando,

Quante, in sua forza, di buone ed elette

Mithra celeste ne ripensa. Tante

L'uom di quaggiù, centuplicando in forza,

Triste parole a pronunciar non vale,

Quante, in sua forza, di buone ed elette

Mithra celeste ne pronuncia. Tante

L'uom quaggiù, centuplicando in forza,

Opre compier non può proterve e ree,

Quante, in sua forza, di buone ed elette

Mithra celeste ne fa e compie (10). Oh! quella

Sapïenza divina, anche se cento

Volte cresciuta, all'uom terreno tanto

Servir non può quanto al celeste Mithra,

Divina, serve! E l'uom terreno, a cento

Crescendo in forza, tanto udir non puote

D'orecchi, quanto degli orecchi suoi

Audïenti udir può Mithra celeste,

Ei che ha mille virtù, sì che ogni tale

Che mentir osa, ben discopre e vede.

Mithra possente, ecco! s'avanza. Scende

Tremendo alla contrada, e volge intanto

Belli da lungi e nitidi gli sguardi

Con ambo gli occhi suoi! Or, chi mi adora?

Chi mi rinnega? ei dice. E chi si pensa

Degno culto di darmi, o indegno culto,

A me Genio celeste? E a chi degg'io

Ricchezze conferir, splendore e gloria?

A chi, da che il poss'io, darò di corpo

Salute e forza? Opulenza preclara

A chi darò, da che il poss'io? Discesa

Dal cielo a chi darò figliuolanza?

A chi degg'io potsta inclita e balda

Conferir di grand'oste, e buona, e tale

Che pur nell'alma non la pensa?  Intanto,

Del suo nemico che in poter l'uguaglia,

Che atterra e abbatte, e pur dinanzi a lui

Piegasi, il capo Mithra alto colpisce,

Mithra, che attende le assegnate pene

Ad eseguir (11). D'un tratto, ogni castigo

S'eseguisce. per lui, quando s'ostina

Iroso contro a lui, non satisfatto

E disdegnato, quel nemico suo (12).

 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

A chi degg'io morbi donare e morte?

A chi, da che il poss'io, di rea natura

Mandar la povertà? Quella discesa

Figliuolanza dal cielo a chi degg'io

Sterminar di sterminio? A chi la possa

Inclita e balda rapirò, la possa

buona ch'è di grand'oste e ch'ei non pensa,

Ch'ei pur non pensa nella mente sua? (13)

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  . . . . . . . . . . . .

Mithra adun'que 'adoriam dai vasti pascoli,

Vigile, insonne, dall'argenteo casco,

Dall'aureo usbergo, che la morte arreca

Di pugnal, di gran possa ed aitante,

Guerrier curule, di villaggi sire!

Luminosi di Mithra ènno i sentieri,

Ed ei per quella via per cui s'avanza

Bene onorato, in pascoli fecondi

Converte le ampie regïoni. Allora

Di propria voglia governando incede

Ed uomini ed armenti. Oh! venga adunque

Mithra al soccorso nostro e Mazda seco,

Ambo eccelsi, nell'ora in che le frecce

Alto mandano un sibilo, e le nari

Sbuffano dei destrieri, e stridon l' aste,

E le corde stridendo avventan punte

Dall'arco acute, e al suol caggion trafitti,

Con sconvolte le chiome e rabbuffate,

Di quelli i figli che hanno offerte ree.

 


  

1 - Le regioni del paese ario o iranico.

2 - Nome d'uno dei sette climi o regioni in cui, secondo l'Avesta,. è divisa la terra.

3 - L'imprecar contro i nemici (?). Passo oscuro e variamente inteso. II Kossowicz traduce: cum (terribili) sapientice simulacro (?).

4 - Con questo: oltre ancora, ho inteso di sottintendere o di rappresentare dodici nomi propri geografici, irriducibili, tanto sono di forma strana, allo schema del verso italiano.

5 - In questa parte dell'inno, Mithra è considerato corne dio della luce crepuscolare vespertina.

6 - Non si sa bene che sia il Varena. Forse una regione mitica.

7 - Genio della rettitudine ; uno dei Geni minori.

8 - Cioè di lui soltanto.

9 - Il passo è incerto e oscuro. La Ranha, fiume mitico ricordato di sopra anche in altra nota.

10 - Mithra da solo fa, pensa e dice del bene più che un uomo, centuplicando le sue forze, può pensare e dire e fare del male.

11 - Cioè Mithra le fa eseguire o applicare.

12 - Cioè quando Mithra è sdegnato e non soddisfatto. Si lascia un

breve inciso oscuro e forse interpolato.

13 - Si lascia un breve passo, interpolato anch'esso, ma con senso contrario dell'antecedente.