Combattimento di Tistrya (Sirio) con il demone Apaosha
(Yacht, VIII, 20-34)
S'avanza allora, o santo Zarathustra,
Sirio lucente e maestoso, e al lago
Vourukasha si tragge, e aspetto reca
D'un destrier bello, candido, che d'oro
Ha orecchi e d'oro una gualdrappa. Ed ecco
Incontro a lui sobbalzasi il demņne
Apaosha in gił correndo, e aspetto reca
D'un calvo destrier bruno. Esso pur calvo,
Calvi ha gli orecchi e calvo il dorso e calva
La coda, e di sciagura inasti i segni.
Scendono ambo a pugnar d'un moto istesso
Fulgente Sirio e maestoso e il démone
Apaosha. Per tre giorni egli combattono,
O Zarathustra santo, e per tre notti,
Fin che il demņne Apaosha lui vince
Di possa, fin che il supera vincendo,
Lui, che Sirio č fulgente e maestoso,
E di lą il scaccia via, lungi dal lago
Di Vourukasha, tutto per il tratto
Lungo d'un hathra (1). Ed ei la sua sconfitta,
Ed ei confessa la disfatta sua,
Sirio fulgente e maestoso: Oh! data
Fu a me, Aura Mazda, una sconfitta! Data
M'é una disfatta, o piante ed acque, o fede
Di Mazda! (2). Non mi onorano i mortali
Ora d'un inno in cui suoni il mio nome,
Come pur gli altri Geni (3) onoran essi
D'un inno con lor nome. Oh! se i mortali
D'un inno mi onorassero in che il mio
Nome s'udisse come onoran essi
Gli altri Geni con inni al loro nome,
Io per me stesso di dieci cavalli
La forza piglierei, di dieci bovi
E di dieci cammelli, e di dieci acque
Scorrenti la virtł, di dieci monti.
A Sirio, allora, maestoso e fulgido,
Io, che Aura Mazda son, porgo col suo
Nome adorando un inno, e gli do forza
Di dieci bovi e di dieci cavalli
E di dieci cammelli, e di dieci acque
Scorrenti la virtł, di dieci monti.
S'avanza allora, o santo Zarathustra,
Sirio lucente e maestoso, e al lago
Vourukasha si tragge, e aspetto reca
D'un destrier bello, candido, che d'oro
Ha orecchi e d'oro una gualdrappa. Ed ecco
Incontro a lui sobbalzasi il demņne
Apaosha in gił correndo, e aspetto reca
D'un calvo destrier bruno. Esso pur calvo,
Calvi ha gli orecchi e calvo il dorso e calva
La coda, e di sciagura inusti i segni.
Scendono ambo a pugnar d'un moto istesso
Fulgente Sirio e maestoso e il démone
Apaosha. O santo Zarathustra, ei pugnano
Del pomeriggio in fino all'ora, e vince
Costui di possa e il supera vincendo
Sirio splendente e maestoso, lui,
Lui Apaosha demņne. Indi pel tratto
Lo scaccia via, dal lago Vourukasha,
D'un hathra, e intanto la vittoria sua
Proclama Sirio maestoso e fulgido,
Aura Mazda! gridando, a me salute!
Salute, o acque, o piante, o fé di Mazda!
A voi salute, o regioni! (4). Or vengano,
Vengano d'acque a voi, non contrastate,
Le correnti sui campi che di grano
Copia non hanno (5) a pro' di quanti sono
Corporati viventi in su la terra.
S'avanza allora, o santo Zarathustra,
Agita Sirio il lago, indi l'acqueta;
Solleva il lago, indi l'appiana, e intanto
S'agitan tutte al lago Vourukasha
Le spiagge intorno, e se n'agita ancora
La parte medļana. Ecco! si leva
Sirio di lą fulgente e maestoso,
Di lą dal lago Vourukasha, e levasi
Di lą pur anco Satavaesa (6), ed ecco
Agglomerarsi i nuvoli dal monte
D'Hindva che stassi in mezzo al lago. Allora
Sirio i vapori limpidi, le nubi
Che formano, sospinge, e un vento ei primo
Adduce per le vie per cui cammina
Haoma, di vita accrescitore, augusto,
Onde poscia, di lą, gagliardo un vento
Spira, da Mazda procreato, e mena
Grandine e pioggia e nubi alle diverse
Regļoni e cittą, sui sette climi.
O Zarathustra santo, ora quelle acque,
Concesse alle contrade, attorno in questo
Mondo terreno a dispartir si muove
Apam-napąt (7) e impetuoso un vento
Le spartisce, e con esso la celata
Luce nelle acque (8), ed a spartirle vanno
Dei pii mortali le Fravąshi intente.
1 - Misura di distanza di cui non si conosce il valore, come si e gią notato.
2 - Annunzia alle acque e alle piante la sua sconfitta, perchč č datore di pioggie con le quali vivifica i campi e le piante.
3 - Gli altri Yazata o Geni buoni.
4 - Regioni ariane o iraniche.
5 - Secondo altri, che hanno gran copia di grano.
6 - Nome d'una stella (la stella della sera? Espero?) che viene in aiuto di Sirio.
7 - Mitica divinitą delle acque.
8 - La folgore e il lampo celato nella nube acquosa e temporalesca.