Capitolo III°
Può dunque essere dimostrato che il rituale della Massoneria moderna e della Chiesa discendono in linea diretta dagli Iniziati gnostici, dai neoplatonici e dagli Ierofanti che rinnegarono i Misteri pagani di cui perdettero i segreti, che però furono invece conservati da coloro che non accettarono mai compromessi. Se la Chiesa e la Massoneria sono disposte a dimenticare la storia della loro vera origine, i teosofi non lo sono. Essi ribadiscono: La Massoneria e le tre grandi religioni cristiane (11) hanno ereditato gli stessi beni. Le cerimonie e le “parole di passo” della prima, e le preghiere, i dogmi ed i riti delle seconde, sono copie camuffate di puro paganesimo (tanto diligentemente copiate e prese in prestito dagli ebrei) e dalla Teosofia neoplatonica. Parimenti, le “parole di passo” usate ancor oggi dai Massoni Biblici e connesse con “la tribù di Giuda”, con “Tubal Cain” ed altri dignitari zodiacali del Vecchio Testamento, sono gli pseudonimi ebraici degli antichi dei della plebe pagana, non gli dei degli Hierogrammatici, gli interpreti dei veri Misteri. Quanto segue lo prova. I buoni fratelli massoni potranno difficilmente negare di essere veramente, di nome, dei Solicoles, degli adoratori del Sole nei cieli, nel quale l’erudito Ragon scorgeva un simbolo grandioso del G.A.D.U. - come certamente è. La sola difficoltà che ebbe fu di provare - cosa che nessuno può fare - che il suddetto G.A.D.U. non era il Sol del piccolo guazzabuglio exoterico dei Profanes, ma era il Solus dei grandi Epoptai. Poiché il segreto del “fuoco del Solus”, lo spirito del quale s’irradia nella “stella fiammeggiante” massonica (12), è un segreto ermetico, e questo segreto, a meno che un massone non studi la vera Teosofia, è per lui perduto. Egli oggi non può comprendere più nemmeno le piccole indiscrezioni dello Tshudi. Ancora oggi Massoni e cristiani santificano il Sabbath e lo chiamano il “Giorno del Signore”; eppure sanno bene che sia il Sunday che il Sonntag dell’Inghilterra e della Germania protestanti significano entrambi, esattamente come 2.000 anni fa, il giorno del sole (Sunday). E voi, Reverendi e buoni Padri, Preti, Ecclesiastici e Vescovi, voi che tanto caritatevolmente definite ”idolatra” la Teosofia e condannate pubblicamente e privatamente i suoi aderenti alla perdizione eterna, potete vantarvi di non avere nelle vostre Chiese o nei vostri Templi un solo rito, paramento o vaso sacro, che non vi sia venuto dal paganesimo? No, affermarlo sarebbe troppo pericoloso, non solo di fronte alla storia ma, anche, davanti alle ammissioni della vostra stessa corporazione sacerdotale.
Ricapitoliamo, solo per giustificare le nostre affermazioni: “I sacrificatori romani dovevano confessarsi prima di compiere il sacrificio” scrive Du Choul. I sacerdoti di Giove portavano un cappello nero alto e quadrato (vedere i moderni sacerdoti greci ed armeni), il copricapo dei Flamines. La sottana nera dei preti cattolici romani è la hierocoraces nera, l’ampio abito dei sacerdoti di Mitra, cosi chiamato perché aveva il colore del corvo (corax, corvo). Il Re-Sacerdote di Babilonia possedeva un sigillo che portava al dito su un anello d’oro e delle pantofole che i potenti, sottomessi al suo dominio, baciavano, un mantello bianco, ed una tiara d’oro dalla quale pendevano due bande. Ed i Papi hanno l’anello-sigillo e le pantofole, per lo stesso uso; un mantello di raso bianco bordato di stelle dorate, una tiara con due bande laterali coperte di pietre preziose, etc. etc. L’abito di raso bianco (alba vestis) è l’indumento dei sacerdoti di Iside; la sommità del capo dei sacerdoti di Anubis era rasata (Giovenale) (13), da cui la tonsura; la pianeta dei “Padri” cristiani è la copia dell’indumento che copriva i sacerdoti sacrificatori dei fenici, un indumento chiamato calasiris, legato al collo, e che scendeva fino ai talloni. La stola viene ai nostri preti dall’abito femminile indossato dai Galli che svolgevano nel Tempio le stesse funzioni dei maschi Nautches (danzatori che si prostituivano), il cui ufficio era quello dei Kadeshim ebraici; (14) la loro cintura di castità deriva dall’ephod ebraico e dal cordone isiaco, poiché i sacerdoti di Iside erano votati alla castità”. (Per i dettagli vedere Ragon La Messa ed i suoi Misteri pag. 21). Gli antichi pagani usavano l’acqua santa o lustrale per purificare le loro città, i campi, i templi e gli uomini, proprio come si fa oggi nei paesi Cattolici Romani. Le fonti si trovavano alla porta d’ogni Tempio, piene d’acqua benedetta ed erano chiamate favissae ed aquiminaria. Prima di offrire il sacrificio il gran sacerdote o il curio (da dove il termine curato), immergeva un ramo di lauro nell’acqua lustrale ed aspergeva con esso la pia congregazione riunita; e ciò che allora era chiamato lustrica e aspergilium, è ora chiamato aspersorio (o, in francese, goupillon). Esso, nelle mani delle sacerdotesse di Mitra, era il simbolo del lingam (15) universale. Immerso durante i Misteri nell’acqua lustrale, si aspergevano con esso i fedeli. Era l’emblema della Fecondità Universale; quindi, l’uso dell’acqua benedetta nella cristianità, è un rito d’origine fallico. Ancora di più: l’idea sottostante è assolutamente occulta ed appartiene alla magia cerimoniale. Le purificazioni erano effettuate con il fuoco, lo zolfo, l’aria e l’acqua. Per allontanare gli dei inferiori era usato l’aspersione. Le volte delle cattedrali e delle chiese greche e romane sono spesso dipinte di blu e disseminate di stelle d’oro, per raffigurare la volta celeste. Ciò è copiato dai templi egiziani, dove venivano adorati il sole e le stelle. Inoltre lo stesso omaggio, come ai tempi del paganesimo, è reso all’Oriente, (o punto Orientale) nell’architettura cristiana e massonica. Ragon lo descrisse esaurientemente nei suoi volumi oggi distrutti. La porta princeps, la porta del Mondo e del “Re della Gloria” che dapprima significava il Sole e che ora è il suo simbolo umano, il Cristo, è la porta dell’Oriente e, in ogni chiesa o tempio, sta di fronte all’Est. È attraverso questa “porta della vita” - il solenne sentiero attraverso il quale l’ingresso giornaliero dell’astro luminoso nel quadrilungo (16) della terra o tabernacolo del Sole si effettua ogni mattina - che il “neonato” e introdotto e portato alla fonte battesimale; ed è alla sinistra di questo (lo scuro Nord da dove si avviano gli “apprendisti” e dove i candidati sostenevano la loro prova dell’acqua) che oggi sono poste le fonti battesimali, nello stesso luogo in cui anticamente erano le acque lustrali (piscinas), poiché le vecchie Chiese erano state Templi pagani. Gli altari della Lutezia pagana furono sotterrati e poi riscoperti sotto il coro di Notre Dame di Parigi, ed i suoi pozzi lustrali, in detta Chiesa, esistono ancora. Quasi tutte le grandi ed antiche Chiese del continente anteriori al Medio Evo, furono una volta dei Tempi pagani, in virtù degli ordini emessi dai Vescovi e dai Papi di Roma. Papa Gregorio il Grande lo ordinò come segue al monaco Agostino, suo messo in Inghilterra: “Distruggete gli idoli, mai i Templi! Spruzzateli di acqua santa, mettete in essi delle reliquie, e lasciate che le nazioni adorino nel luogo in cui sono abituate a farlo” (17). Non abbiamo che da consultare le opere del Cardinale Baronius per trovarne la confessione nell’anno XXXVI dei suoi Annali. “Alla Santa Chiesa, egli dice, fu permesso di appropriarsi dei riti e delle cerimonie usati dai pagani nei loro culti idolatri, perché essa (la Chiesa) li purificherà con la sua consacrazione!”. In Les Antiquités Gauloises et Francoises (Libro II, cap.19) di Fauchet, leggiamo che i Vescovi di Francia adottavano ed usavano le cerimonie pagane al fine di convertire i pagani al Cristo. Ciò accadeva quando le Gallie erano ancora una contrada pagana. Ma gli stessi riti e le stesse cerimonie, ancora in uso nella Francia cristiana e nelle altre nazioni cattoliche, sono celebrate adesso nel ricordo riconoscente dei pagani e dei loro Dei?
11. La Cattolica Apostolica Romana, la Greco Ortodossa e la Protestante. - N.d.T.
12. Nelle Logge massoniche rappresenta il G.A.D.U, (o ”Grande Architetto dell’Universo) - N.d.T.
13. Satira VI.
14. Il termine Kadeshim che viene dall’ebraico Kadosh,“consacrato”, é usato nel Vecchio Testamento quasi come un appellativo di obbrobrio; questi mezzi sacerdoti erano cioè dei galli, i sacerdoti evirati dei “riti lascivi di Venere Astarte, che vivevano nella casa del Signore” (II Re, II, 23, 7) - dal Glossario Teosofico. Edizione Completa Cintamani pag. 127.
15. O Linga (sanscrito) simbolo della creazione astratta; la Forza, o Energia, che solo su questa terra diventa l’organo della procreazione. In origine il Lingam non ebbe mai il significato grossolano connesso al fallo; in India, come in Egitto, esso significava semplicemente che 1’Energia (Forza) creativa e procreatrice, è divina. L’idea grossolana connessa con il fallo non è indù ma greca e, soprattutto, ebraica. - N.d.T. dal Glossario Teosofico. Edizione Completa Cintamani pag. 143.
16. Un termine massonico: un simbolo dell’Arca di Noé e dell’Alleanza, del Tempio di Salomone, dei Tabernacoli, degli accampamenti degli israeliti, tutti costruiti come “quadrati oblunghi”. Mercurio ed Apollo erano rappresentati da cubi e da quadrati oblunghi, e lo stesso è della Kaaba, il grande tempio della Mecca.
17. In Bartolomeo de Sacchi da Platino (o di Piadena) Vitae Pontificum.
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