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Parte seconda: Significato e significante, il linguaggio nell'Esoterismo
Esoterismo, storia e società
L’esoterismo, occupandosi della distanza tra significato e significante e del loro rapporto si è storicamente sviluppato in due grandi direzioni: l’ermeneutica che va dal significante al significato, e la mantica che va dal significato al significante. L’astrologia, base di innumerevoli sistemi simbolici e numerologici, è in realtà una grande semantica universale, in cui il cosmo viene diviso in due insiemi (cielo e terra) ed a ogni elemento del primo (significato) viene associato in modo univoco un elemento del secondo (significante) in modo da poter leggere il mondo terrestre come un’insieme di simboli e di frasi decifrabili in base a questo linguaggio. Nello iato tra significante e significato si trova la strada per il cammino verso la trascendenza. Tuttavia essendo una conoscenza strettamente legata al linguaggio, alla sua funzione ed al suo superamento, l’esoterismo, come la retorica, è stato spazzato via dalla scienza che pensa di poter fare a meno delle sofisticazioni del linguaggio basandosi sui “dati di fatto”. Questa deleteria convinzione nel mito che esistano “dati di fatto” e la credenza che essi siano bastevoli per la conoscenza e la vita, ha portato ad una sudditanza assoluta al linguaggio, essendo andata persa quella dimestichezza e quella malizia nel suo uso che erano proprie di queste grandi scienze del linguaggio. E questo a tal punto che la maggioranza delle persone non si accorge neppure di stare usando delle semplici categorie linguistiche e le scambia costantemente con “dati di fatto” con la conclusione che i maggiori scienziati dibattano sul fatto se l’universo sia finito o infinito, nonostante che Kant abbia mostrato la natura convenzionale ed illusoria di queste distinzioni. O che non si riesca neppure ad immaginare una realtà oltre il linguaggio. I grandi eventi alla base della diversità radicale della società occidentale dalle altre civiltà che sembrano quasi parlare una lingua comune e custodire la stessa tradizione sono dal punto di vista della coscienza due: il primo è stato il decretare una divisione netta tra il dominio della psicologia e quello dell’intelletto e della spiritualità, spaccatura avvenuta col cristianesimo il secondo è l’avvento della visione cartesiano-scientifica nel seicento. Si tratta di due eventi di portata enorme, che hanno provocato nella psiche occidentale una tale differenza che non solo non si capiscono i linguaggi parlati dalle altre civiltà (mentre esse tra loro si comprendono benissimo) ma non si capisce più nemmeno la nostra stessa tradizione occidentale e in seguito a questo si liquida tutto gettandolo nel cestino dell’immondizia della “fantasticheria”. Non capiamo più il linguaggio dei nostri antenati. Il primo evento ha distrutto la fantasia, rendendola quella che conosciamo oggi, ovvero aleatoria produzione di immagini “non reali” e rendendo l’uomo scisso in pulsione e intelletto. Lo spirituale, l’intellettuale, per il neo platonico e per il cristiano non sono più eventi psicologici, anzi sono aversi alla psicologia ed al suo magma confuso e pulsionale. L’intelletto e lo spirito devono avere la stessa purezza assoluta delle formule matematiche. Il dominio della psiche, dell’inconscio, non sottostà alle regole del diritto comune; il pazzo non viene condannato. Non ci sono giudizi chiari e distinti a livello psichico. L’espulsione dello psichico ha distrutto una parte dell’uomo e con essa un mondo [1]. Il secondo evento possiamo farlo iniziare convenzionalmente col cartesianesimo. Normalmente si ha una visione decisamente deformata di quella che è stata la cosiddetta “rivoluzione scientifica” come ha mostrato lo stesso Kunh [2]. La versione ufficiale è che un pugno di coraggiosi che avevano gli occhi ben aperti cominciarono a sfidare la visione del mondo aristotelica in base a semplici osservazioni induttive, inventando così il metodo e mettendo le basi per parlare del mondo come esso è veramente. Ma questa è la versione che la scienza dà di se stessa. Un po’ come chiedere all’assassino la sua versione di come sono andati i fatti. “In realtà è lui che si è buttato sul mio coltello”. Qualora questa sia l’unica testimonianza e viene presa per oro colato ed insegnata diventa credibile ed anzi diventa la versione ufficiale. Io vorrei solo sottolineare con quanto zelo la “scienza ufficiale” si affretti a cancellare come la totalità dei fondatori della “rivoluzione scientifica” fossero in realtà degli esoteristi: Newton, Keplero, Copernico ecc. A questo proposito ricordiamo qui un'affermazione del Keynes che ci trova affatto concordi: "Newton non era il primo del secolo della Ragione, era l’ultimo del secolo dei Maghi, l’ultimo dei Babilonesi e dei Sumeri, l’ultimo grande spirito che penetrava il mondo del visibile e dello spirito con gli stessi occhi di coloro che incominciarono a edificare il nostro patrimonio intellettuale un po’ meno di 10.000 anni fa". Si può dire senza aver paura di sbagliare che la scienza nasce dall’esoterismo rinascimentale e non in contrapposizione ad esso, come verrà fatto credere dai positivisti ottocenteschi. È nell’ottocento, infatti, che viene creato il mito della scienza come è insegnato ancora oggi nelle scuole, depurato da ogni elemento irrazionale o fortuito, l’unico che l’uomo comune conosce. Si può quindi vedere la scienza come una propaggine dell’esoterismo, una sua estrema affermazione, come ha fatto giustamente notare Fritjof Capra nel suo Il Tao della fisica. L’equazione di Einstein che decreta l’uguaglianza tra la materia e l’energia usando come tramite la costante della velocità della luce può essere vista senza dubbio come l’apice di una scuola di pensiero esoterica che va da Plotino a Newton. Verità degna di affiancare le più grandi intuizioni esoteriche: la luce è la prima forma corporea (Roberto Grossatesta) ; "la trasformazione dei corpi in luce e della luce in corpi è pienamente conforme alle leggi di natura (Newton) ; la luce è manifesta alla luce (Plotino). Il fatto è che l’uomo comune occidentale è fermo ad una visione del mondo che è la descrizione ufficiale che la scienza dà di se stessa che per molti versi risale al seicento, ovvero a Cartesio. Tutti siamo cartesiani, viviamo la nostra esistenza come spiriti pensanti immersi in un mondo di materia e cyborg e mutanti non sono che gli ultimi cascami di questa visione del mondo. Si tratta di un vero e proprio gap culturale. La scienza è ormai lontanissima da questa visione del mondo, tuttavia l’uomo comune ne è imprigionato, incatenato in una falsa prospettiva vecchia di duecento anni che la maggioranza dei fondatori della visione scientifica non condivideva. Per questo l’uomo comune giudica secondo parametri di scientificità, di razionale/irrazionale che la scienza condivideva duecento anni fa e non è dunque in grado di capire aspetti della realtà che invece le nuove prospettive gli renderebbero accessibili. Il grande problema che la morte del culto ufficiale delle grandi scienze del linguaggio, ovvero della retorica e dell’esoterismo porta con sé è il venire meno, in modo preoccupante, del senso critico e dell’interpretazione della realtà, a favore di un punto di vista unico e dogmatico, in quanto “dato di fatto” della realtà stessa. Gli affiliati al Cicap si preoccupano di spazzare via la “feccia irrazionale” affinché gli ingenui non cadano preda di false credenze. Da notare la radicale anti-scientificità di un organo che invece di preoccuparsi di indagare a livello empirico le “affermazioni sul paranormale” per citare la loro espressione, parte dal presupposto di possedere la verità e di dover reprimere le falsità altrui. Ma la cosa davvero preoccupante è un’altra: le persone vengono considerate totalmente prive di senso critico; non si pensa che sia positivo che la persona abbia una scelta di opinioni tra le quali scegliere criticamente quella che trova più conforme a se, ma viene giudicato un bene che la persona non abbia accesso a nulla che esuli dall’indottrinamento scientifico. Questo è tipico della società di massa, prodotto terminale dell’illuminismo che con la sua smania di rendere tutto più semplice e le persone tutte uguali, finisce per distruggere la conoscenza e la bellezza e rendere tutte le persone ugualmente oggetti, ugualmente sottomesse alla tecnica. L’individuo non è più libero, deve essere indottrinato da una propaganda di massa, non troppo difficile, perché si rivolge soprattutto alla maggioranza delle persone che non ha né la cultura né la capacità di comprendere concetti troppo astratti ed elaborati. La verità è unica ed è semplice, uguale per tutti. Poi ci si chiede da dove nascano i totalitarismi e nessuno vede come l’illuminismo e il suo prodotto, ovvero la società di massa ne siano così evidentemente mamma e papà. Così è la scienza, in cui le verità complicate devono essere divulgate in forma monca e distorta a favore dell’uomo comune, di modo che “tutti capiscano”. Chiaramente per ottenere un tale risultato bisogna che i contenuti della disciplina e delle sue verità vengano livellati verso il basso, di modo che anche il più mentecatto con l’applicazione possa raggiungerle. Dal punto di vista esoterico una verità così menomata e progettata per chi è carente di intelletto non è una verità degna di questo nome. Per l’esoterista c’è chi ha accesso alla verità e chi no, proprio come c’è chi è in grado di vedere e chi invece ha difetti alla vista; e non c’è modo di fare intendere a questi ultimi le verità che i primi possono afferrare. Non si tratta di un classismo o un elitarismo a priori, ma di una constatazione di fatto, derivante dall’esperienza. Se si vuole una prova si veda come la divulgazione scientifica abbia creato il Cicap e la credenza nell’esistenza di razze geneticamente inferiori con tutti gli annessi e connessi. L’assenza totale di spirito critico verso cui si muove la nostra società scientifica di massa è preoccupante e parte dallo zoccolo duro dell’educazione tecnico-scientifica. Persone che sono abituate a trattare verità assolute, senza possibilità di discussione (il fatto che la luna giri intorno alla terra o che due più due faccia quattro non si può discutere) non sviluppano nessuno spirito critico, nessuno spirito di dialogo o di mediazione. La scienza, inoltre, viene insegnata come un’insieme di nozioni totalmente astoriche, senza tempo. Ed è proprio la mancanza di senso storico ad essere un’altra causa scatenante della mancanza totale di senso critico di chi subisce un’educazione scientifica. Senza la capacità di rendersi conto della varietà e della relatività dei costumi e delle credenze, si crederà che i propri siano eterni ed assoluti, non si sarà in grado di valutare le cose da una certa prospettiva, ma si vedrà tutto appiattito in una dimensione senza tempo né spessore in cui c’è solo un’opinione assolutamente vera e una assolutamente falsa. Un individuo che abbia ricevuto un’educazione tecnico-scientifica di livello medio-alto è altrettanto fanatico come chi ha subito l’indottrinamento in uno stato totalitario. Egli infatti è abituato ad avere a che fare con “dati di fatto” che non possono essere messi in discussione, non possiede alcun senso storico che gli dia una certa prospettiva sulla relatività delle opinioni e dei costumi ed infine pensa di essere padrone di quella che è in fondo la verità assoluta, superiore alle altre, ovvero il metodo scientifico.
La nostra società è una società di massa, fatta di uomini cose in cui si auspica una cultura scientifica, ovvero una cultura che distrugge il senso critico dell’individuo rendendolo un tecnico, ovvero uno schiavo, un ingranaggio di un sistema che si basa su delle verità assolutamente vere. Una società industriale, ovvero una società che non ha bisogno del passato (perché per produrre non c’è bisogno di una tradizione) e quindi lo evita o lo mette tra parentesi, parlando solo di futuro. In contrapposizione a tutto questo c’è l’esoterismo, con la sua visione del mondo.
Imparare la magia , le arti magiche; farle imparare ai figli, non i diplomi... perchè chi ci protegge? Chi ci difende? La religione? L’autorità? La scienza? |