MILINDAPAÑHA Mld:IV.5.4/7 - Moderazione nel cibo
(Dilemma 42) 4. “Venerabile Nagasena, il Beat ha detto: “Non siate negligenti sulle regole da rispettare quando elemosinate il cibo. Controllate ciò che riguarda lo stomaco.”
5. “Entrambi i passi che avete citato, o re, sono stati detti dal Beato. Ma il primo passo è una dichiarazione che non lascia posto a qualche integrazione o a qualche commento, una dichiarazione su ciò che è vero e reale ed in linea con i fatti, non basata sul falso, una dichiarazione fatta da profeti, saggi, maestri, Arahant, e dai Buddha divenuti saggi solo per se stessi (Pakkeka-Buddha), una dichiarazione fatta dal Sublime, dall’Onnisciente, una dichiarazione fatta anche dal Tathagata, dall’Arahant, dal Supremo Buddha in persona. Colui che non controlla ciò che riguarda lo stomaco, o re, distruggerà creature viventi, prenderà possesso di ciò che non gli appartiene, non sarà casto, mentirà, berrà bevande forti, ucciderà sua madre o suo padre, o un Arahant, creerà uno scisma nell’Ordine, ferirà persino un Tathagata con una malizia premeditata. Non fu forse, o re, quando senza controllare il suo stomaco, che Devadatta cercando di dividere l’Ordine, accumulò un kamma della durata di un kalpa? Fu nel richiamare alla mente tutto questo, o re, e molte altre cose dello stesso genere, che il Beato dichiarò: “Non siate negligenti sulle regole da rispettare quando elemosinate il cibo. Controllate ciò che riguarda lo stomaco.”
6. Colui che controlla ciò che riguarda lo stomaco guadagna una chiara e profonda visione sulle Quattro Verità, realizza i Quattro Frutti della vita ascetica, ottiene la padronanza delle Quattro Discriminazioni, gli Otto Raggiungimenti ed i Sei Modi della Somma Conoscenza, e completa tutto ciò che va a formare la vita di un asceta. Il pulcino di pappagallo, o re, controllando il suo stomaco, non fece tremare il regno celeste dei deva dei Trentatré, ed indusse Sakka, il re dei deva, a servirlo? Fu nel richiamare alla mente tutto questo, o re, e molte altre cose dello stesso genere, che il Beato dichiarò: “Non siate negligenti sulle regole da rispettare quando elemosinate il cibo. Controllate ciò che riguarda lo stomaco.”
7. Ma quando il Beato, o re, disse: “Vi furono parecchi giorni, Udayin, in cui mangiai moltissimo da questa scodella quando era piena fino all’orlo.” – ciò fu detto da colui che aveva portato a termine il suo compito, che aveva compiuto tutto ciò che doveva fare, che aveva realizzato lo scopo prefisso, che aveva superato ogni ostacolo, e fu detto dal Tathagata stesso che parlava della sua persona. Proprio come, o re, è desiderabile che ad un malato, a cui gli è stato somministrato un emetico, o una purga, o un clistere, gli si dia un tonico; allo stesso modo, o re, l’uomo, colmo di influssi impuri, che non ha percepito le Quattro Verità, dovrebbe moderarsi nel cibo. Ma, proprio come, o re, non c’è bisogno di lucidare, strofinare e purificare un diamante di grande splendore, della più pulita acqua e di naturale purezza; allo stesso modo, o re, il Tathagata non ha bisogno di moderarsi nelle azioni che compie, in quanto ha raggiunto la perfezione di un Buddha.” “Molto bene, Nagasena! Così è ed io accetto le vostre parole.”
[Qui finisce il dilemma sulla moderazione nel cibo.]
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