MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo V

Mld:IV.5.19/21 - La derisione del Buddha

 

(Dilemma 46)

19. “Venerabile Nagasena, è stato detto dal Beato del Sei zanne, l'elefante reale:
“Quando ha cercato di ucciderlo, e lo aveva raggiunto con la sua proboscite,
percepì la veste gialla, il simbolo dell'asceta,
allora, sebbene dolorante, il pensiero si impossessò del suo cuore.
Colui che indossa la veste dell'Arahant
deve essere tenuto sacro e in salute dal bene.”

Ma d'altra parte disse anche:
“Quando era Gotipala, il giovane bramano, insultò e maltrattò Kassapa, il Beato, l'Arahant, il supremo Buddha, con parole vili ed offensive, chiamandolo monaco rasato e buono a nulla.”

Ora se, Nagasena, il Bodhisattva, quando era un animale, rispettò la veste gialla, allora l'affermazione che come Gotipala, un bramano, insultò e maltrattò il Beato in quel tempo, deve essere falsa. Ma se come Bramano insultò e maltrattò il Beato, l'affermazione che quando era il Sei zanne aveva rispettato la veste gialla deve essere falsa. Se quando il Bodhisattva era un animale, sebbene soffriva di un dolore atroce, acuto, forte e straziante, rispettò la veste gialla, dal cacciatore indossata, com'è che quando era un uomo, un uomo saggio, nella piena conoscenza, vestito con la stoffa più preziosa, eccellente e delicata di Benares, non riverì, quando lo vide, Kassapa, il Beato, l'Arahant, il supremo Buddha, dotato dei dieci poteri, la guida del mondo, il sommo, il cui splendore emanava da ogni lato, che indossava la veste gialla? Anche questo è un ambiguo dilemma, ed ora è posto a voi, e voi lo dovete risolvere.”

 

20. “Il verso che avete citato, o re, è stato detto dal Beato. E Kassapa, il Beato, l'Arahant, il supremo Buddha fu maltrattato e vilipeso da Gotipala, il giovane bramano, con parole vili ed offensive, con gli epiteti di monaco rasato e buono a nulla. Ma ciò fu dovuto alla sua nascita e all'ambiente familiare. Perché Gotipala, o re, discendeva da una famiglia di miscredenti, uomini senza fede. Sua madre e suo padre, le sue sorelle ed i suoi fratelli, gli schiavi e le schiave, i servi e i dipendenti al suo servizio nella casa erano adoratori di Brahma, veneratori di Brahma; e nutrendo l'idea che i Bramani fossero i più alti ed i più onorati fra gli uomini, ingiuriavano e detestavano tutti gli altri asceti. Fu per aver ascoltato ciò che dicevano che Gotipala, invitato da Ghatikara il vasaio a visitare il maestro, replicò: “A cosa vi serve visitare quel monaco rasato e buono a nulla?”

21. Proprio come, o re, quando persino un nettare unito ad un veleno diventa acido, proprio come l'acqua più fresca in contatto col fuoco diventa bollente, così fu che quel Gotipala, il giovane bramano, dopo esser nato e cresciuto in una famiglia di miscredenti, uomini senza fede, insultò ed offese il Tathagata secondo suo costume. E proprio come, o re, un potente, ardente e sfavillante fuoco, se, anche all'apice della sua gloria, venisse a contatto con l'acqua si raffredderebbe, con il suo splendore e la sua gloria danneggiati, e diventerebbe cenere, nera come frutti marci. Proprio così, o re, Gotipala, colmo come era di merito e fede, potente come la gloria della sua conoscenza, tuttavia quando rinacque in una famiglia di miscredenti, di uomini privi di fede, divenne come cieco ed insultò e maltrattò il Tathagata. Ma quando si recò da lui e conobbe le virtù dei Buddha da lui possedute, allora divenne come un servo; e dopo aver rinunciato al mondo ed essere entrato nell'Ordine sotto l'insegnamento del Glorioso, acquisì il quintuplice potere della visione profonda e l'ottuplice potere della meditazione beata, e si assicurò la rinascita nel mondo celeste di Brahma.”

“Molto bene, Nagasena! Così è ed io accetto le vostre parole.”

 

[Qui finisce il dilemma su Gotipala.]

 


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La bontà del Buddha La derisione del Buddha La debolezza del Buddha Perché Gotama diceva di essere un Bramano

I doni al Buddha Il dubbio del Buddha