MILINDAPAÑHA Mld:IV.2.31/32 - Scisma
31. “Venerabile Nagasena, la vostra gente afferma: “Il Tathagata è una persona i cui seguaci non possono mai essere divisi.” E poi: “In un colpo Devadatta sedusse 500 monaci.” Se la prima è vera, la seconda è falsa, mentre se la seconda è vera, allora la prima è falsa. Anche questo dilemma è ambiguo, profondo, difficile da interpretare, più ingarbugliato di un nodo. Ma se queste persone sono velate, ostacolate, impedite, ostruite ed avviluppate, allora mostrate la vostra abilità contro gli argomenti degli avversari.” 32. “Entrambe le affermazioni sono corrette, o re. Ma l'ultima è causata dal potere di colui che provoca divisione. Dove vi è qualcuno che provoca divisione vi è una madre che si separa dal figlio ed il figlio dalla madre, o il padre dal figlio ed il figlio dal padre, o il fratello dalla sorella e la sorella dal fratello, o l'amico dall'amico. Una nave costruita con legname di ogni tipo è distrutta dalla violenza del vento, ed un albero in piena crescita e pieno di linfa è sradicato dalla forza della violenza del vento, e l'oro più prezioso è diviso dal bronzo. Ma provocare divisione non è l'intenzione del saggio, non è la volontà dei Buddha, non è il desiderio di coloro che seguono gli insegnamenti del Tathagata. E vi è un senso speciale dove ciò che è detto non può accadere. Mai ho sentito dire, secondo la mia conoscenza, che questi seguaci siano stati divisi da un qualche atto compiuto, da qualche parola offensiva, da qualche azione sbagliata, da qualche ingiustizia compiuta dallo stesso Tathagata. In quel senso i suoi seguaci sono invulnerabili. E voi stesso, conoscete qualche caso riportato nelle Scritture di qualcosa fatta da un Bodhisattva che divise i seguaci del Tathagata?”
[Qui finisce il dilemma sullo Scisma.] Fine del Secondo Capitolo. |