MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo II

Mld:IV.2.20/26 - Mara il maligno

 

20. “Venerabile Nagasena, la vostra gente afferma: “Il Tathagata sempre riceveva il necessario per un monaco: vesti, cibo, alloggio e medicine.” E poi: “Quando il Tathagata entrò nel villaggio brahmano, chiamato I Cinque alberi di Sala, non ricevette nulla e ritornò con la sua scodella.vuota.” Se la prima citazione è vera, allora la seconda è falsa, mentre se la seconda citazione è vera, la prima è falsa. Anche questo è un dilemma ambiguo, un punto cruciale difficile da districare.”

 

21. “Entrambe le citazioni sono vere, ma quando il Tathagata non ricevette nulla quel giorno fu per opera di Mara, il maligno.”
“Allora, Nagasena, come mai quel merito accumulato dal Beato attraverso eoni di tempo giunse alla fine quel giorno? Come fu che Mara, appena prodotto, riuscì a superare le forza e l'influenza di quel merito? Quindi, Nagasena, il biasimo è presente in entrambi i casi – o il demerito è più potente del merito, o il potere di Mara è più grande di quello del Buddha. La radice dell'albero deve essere più pesante della cima, o l'immorale più forte del virtuoso.”

 

22. “Grande re, non è abbastanza per provare l'una o l'altra delle vostre alternative. Comunque una ragione è certamente desiderabile in questa questione.
Immaginate, o re, che un uomo dovesse portare un regalo di favore al re dei re – miele o favo o qualcosa del genere. E il portinaio del re gli dicesse: “Non è il momento opportuno per rendere visita al re. Quindi, mio buon suddito, prendi il tuo regalo più velocemente che puoi e torna indietro prima che il re ti punisca.” Ed allora quell'uomo, per paura di una punizione, riprendesse il suo regalo e ritornasse in gran fretta. Ora il re dei re, per il semplice fatto che l'uomo portò il suo dono nel momento sbagliato, sarebbe meno potente del portinaio o non riceverebbe mai più regali di favore?”
“No, venerabile. Il portinaio rimandò indietro il donatore per la sua scontrosa natura, e per altre centinaia di migliaia di volte potrebbe essere portato lo stesso dono.”
“Allo stesso modo, o re, fu per gelosia che Mara, il maligno, si impadronì dei Bramani e dei capifamiglia del villaggio dei Cinque alberi di Sala. Ed centinaia di migliaia di altri deva offrirono al Buddha la potente ambrosia celeste, e resero omaggio e con la forza della concentrazione alimentarono in lui il vigore.”

 

23. “Può essere così, Nagasena. Il Beato trovò facilmente le quattro cose per un monaco – egli, il migliore nel mondo – ed alla richiesta dei deva e degli uomini ne godette. Ma l'intenzione di Mara di fermare l'offerta di cibo al Beato fu messa in atto. Quindi, venerabile, il mio dubbio rimane. Sono ancora perplesso ed esitante. La mia mente non è chiara su come il Tathagata, l'Arahant, il supremo Buddha, il migliore dei migliori nel mondo di deva ed uomini, colui che ebbe così glorioso un tesoro di virtuoso merito, l'ineguagliato, l'irraggiungibile, l'impareggiabile e senza pari -
fu impedito di ricevere l'elemosina da un essere così vile, insignificante, immorale, peccatore ed ignobile come Mara.”

 

24. “Vi sono quattro tipi di ostacoli, o re – l'ostacolo ad un dono non deciso per una persona particolare, ad un dono messo da parte per qualcuno, ad un dono preparato ed al piacere di un dono. Il primo è quando qualcuno pone un ostacolo ad un dono in procinto di essere dato, ma non come un particolare donatario, un ostacolo sollevato, per esempio, col dire: “Perché donarlo a qualcun altro?”. Il secondo è quando qualcuno pone un ostacolo ad un dono di cibo preparato per una persona specifica. Il terzo è quando qualcuno pone un ostacolo ad un dono preparato, ma non ancora accettato. Ed il quarto è quando qualcuno pone un ostacolo al piacere di un dono già dato ( e quindi di proprietà del donatario).

 

25. Ora quando Mara, il maligno si impadronì dei bramani e dei capifamiglia del villaggio dei Cinque alberi di Sala, il cibo in quel caso non era proprietà di, né preparato per, né deciso per essere preparato soltanto per il Beato. L'ostacolo fu posto a chi doveva ancora arrivare, che non era giunto, per cui nessun dono era deciso. Non era solo contro al Beato. Ma tutti coloro che quel giorno erano usciti per giungere al villaggio, non ebbero nessuna elemosina. Io non conosco nessuno, o re, fra deva ed uomini, fra i Mara ed i Brahma, fra asceti e bramani, che potesse porre un qualche ostacolo ad elemosine decise per, o già preparate per, o già donate al Beato. E se qualcuno, per gelosia, osasse porre un ostacolo, allora, in quel caso, la sua testa sarebbe fatta in cento o mille pezzi.

 

26. Ci sono quattro cose, o re, legate ai Tathagata a cui nessuno può recare danno. Quali quattro? Alle elemosine decise per o preparate per il Beato – all'aura lunga un braccio, da lui emanata – al tesoro della conoscenza della sua onniscienza – e alla sua vita. Tutte queste cose, o re, sono in essenza una – sono senza difetti, inamovibili, inattaccabili da altri esseri, immutabili da altre circostanze. E Mara, il maligno, era in agguato e nascosto, quando si impadronì dei Bramani e dei capifamiglia al villaggio dei Cinque alberi di Sala. É come quando dei ladri, o re, nascosti nella inaccessibile regione vicino al confine, occupano le vie principali. Ma se il re li scoprisse, voi pensate che quei ladri sarebbero salvi?”
“No, venerabile. Potrebbe farli tagliare in cento o mille pezzi con un'ascia.”
“Bene, fu proprio così che, nascondendosi alla vista, si impadronì di loro. E come se una donna sposata, di nascosto, frequentasse il suo amante. Ma se, o re, facesse i suoi intrighi dinanzi al marito, voi pensate che sarebbe salva?”
“No, venerabile, egli potrebbe ucciderla, o ferirla, o incatenarla o ridurla in schiavitù.”
“Bene, fu proprio così che, nascondendosi alla vista, si impadronì di loro. Ma se, o re, avesse sollevato un qualche ostacolo alle elemosine decise per, preparate per, o in possesso del Beato, allora la sua testa sarebbe stata divisa in cento o mille pezzi.”
“Così è, Nagasena. Mara, il maligno, agì come i ladri, stette in agguato, impadronendosi dei Bramani e dei capifamiglia del villaggio dei Cinque alberi di Sala. Ma se lo stesso Mara, il maligno, avesse ostacolato le elemosine decise per, o preparate per il Beato, o ne avesse preso parte, allora la sua testa sarebbe stata divisa in cento o mille pezzi, o la sua forma corporea sarebbe stata dissolta come una manciata di pula.”
“Molto bene, Nagasena. Così è ed io accetto le vostre parole.”

 

[Qui finisce il dilemma su Mara il maligno.]