MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO IV - Capitolo II

Mld:IV.2.15/19 - La preghiera di protezione Paritta

 

15. “Venerabile Nagasena, è stato detto dal Beato:

“Non in cielo, né in mezzo all'oceano,
né nel più isolato dei crepacci di montagna,
né in tutto il mondo si trova un luogo
dove si possa sfuggire all'insidia della morte.”

Ma d'altra parte la preghiera di protezione Paritta fu promulgata dal Beato – cioè il Ratana Sutta,il Khanda-paritta, il Mora-paritta, il Dhagagga-paritta, l'Anatatiya-paritta e l'Angulimala-paritta. Se, Nagasena, un uomo non può sfuggire all'insidia della morte, né andando in mezzo all'oceano, né andando sulle cime di sontuosi palazzi, né nella cave o nelle grotte o nei pendii o nei crepacci o nelle caverne di montagna, allora la cerimonia Paritta è inutile. Ma se tramite essa vi è un modo di sfuggire alla morte, allora l'affermazione nel verso che ho citato è falsa. Anche questo è un dilemma a due facce, più intricato di un nodo. É ora posto a voi e voi dovete risolverlo.”

 

16. “Il Beato, o re, disse il verso che avete citato, e riconobbe la preghiera Paritta. Ma è soltanto per coloro che hanno ancora un tempo da vivere, che sono nel pieno dell’età e non sono ostacolati dai mali del kamma. E non esiste nessuna cerimonia o mezzi artificiali per prolungare la vita di qualcuno la cui esistenza è giunta alla fine. Proprio come un tronco di legno secco, morto, arido, senza linfa e senza vita, la cui esistenza è ormai giunta alla fine – gli potreste versare migliaia di secchi d’acqua, ma non ritornerà mai alla freschezza di prima né riuscirà a far germogliare dei fiori e delle foglie. Allo stesso modo non esiste cerimonia o altro mezzo artificiale, né medicina, né preghiera che possa prolungare la vita di colui la cui esistenza è giunta alla fine. Tutte le medicine del mondo sono inutili, o re, e la preghiera Paritta protegge ed assiste coloro che hanno ancora del tempo da vivere, che sono nel pieno della vita e non sono ostacolati dai mali del kamma. E per questo uso che la preghiera fu stabilita dal Beato. Proprio come, o re, un contadino protegge il grano quando è maturo e pronto per essere raccolto dall’influsso dell’acqua, ma lo fa crescere dandogli acqua quando è giovane, e di colore scuro come una nuvola, e pieno di vita – allo stesso modo, o re, dovrebbe essere messa da parte e trascurata la cerimonia Paritta nel caso di colui che ha raggiunto la fine della sua esistenza, ma solo per coloro che hanno ancora da vivere e sono pieni di vigore, per costoro la medicina Paritta può essere recitata per avere dei benefici.”

 

17. “Ma, Nagasena, se qualcuno ha ancora del tempo da vivere vivrà, se invece deve morire morirà, allora sia le medicine sia la preghiera Paritta sono inutili.”
“Avete mai sentito, o re, il caso di una malattia guarita da una medicina?”
“Sì, molte volte.”
“Allora, o re, la vostra affermazione sull'inefficienza della preghiera Paritta e delle medicine deve essere sbagliata.”
“Ho visto, Nagasena, dottori somministrare medicine sotto forma di sciroppi o di applicazione esterne, e con tali mezzi guarire la malattia.”
“E nel sentire la voce di coloro che recitano la preghiera Paritta, o re, la lingua si secca, la gola diventa rauca, ma da quella recitazione ogni malattia si allevia, ogni calamità sparisce. Ancora, avete mai visto, o re, un uomo morso da un serpente avere il veleno riassorbito dallo stesso serpente che lo ha morso attraverso un potente incantesimo o distrutto da un antidoto o tramite un unguento applicato sulla ferita?”
“Sì, è usanza comune al mondo d'oggi.”
“Allora ciò che avete detto sull'inefficienza della preghiera Paritta e delle medicine è sbagliato. E quando la preghiera Paritta sarà recitata su un uomo, un serpente pronto a mordere non lo morderà, ma chiuderà le mascelle – il bastone che i ladri hanno per colpire, non colpirà mai, ma lo lasceranno cadere e saranno gentili – l'elefante imbestialito che sta per investirlo, di colpo si fermerà – l'infuocato incendio che lo minaccia, si spegnerà – il malefico veleno che ha mangiato non avrà effetto – gli assassini venuti per ucciderlo diventeranno umili servi – e la trappola preparata per lui non funzionerà!

 

18. Ancora, avete mai sentito, o re, di quel cacciatore che per 700 anni non riusciva a catturare con la sua rete il pavone che aveva praticato la preghiera Paritta, ma ci riuscì nel giorno che non l'aveva praticata?”
“Sì, ho sentito questa storia. É molto famosa.”
“Allora ciò che avete detto sulla preghiera Paritta e sulle medicine è sbagliato. E avete mai sentito di quel Danava che, per custodire sua moglie, la mise in una scatola e, dopo averla inghiottita, la trasportava nel suo stomaco. E di un Vidyadhara che entrò nella sua bocca e si mise a giocare con sua moglie. E come quel Danava, quando se ne accorse, vomitò la scatola e l'aprì e il Vidyadhara fuggì con sua moglie?”
“Sì, l'ho sentita. Anche questa storia è molto conosciuta.”
“Bene, il Vidyadhara riuscì a fuggire grazie al potere della preghiera Paritta?”
“Sì, venerabile.”
“Allora ci deve essere del potere nella preghiera Paritta. Ed avete sentito di quell'altro Vidyadhara che si intrufolò nell'harem del re di Benares e commise adulterio con la principale regina, poi fu catturato, ma riuscì a fuggire perchè diventò invisibile?”
“Sì, ne ho sentito parlare.”
“Bene, riuscì a fuggire grazie al potere della preghiera Paritta?”
“Sì, venerabile.”
“Allora, o re, ci deve essere del potere nella preghiera Paritta.”

 

19. “Venerabile Nagasena, la preghiera Paritta è una protezione valida per tutti?”
“Ad alcuni sì, ad altri no.”
“Allora non è sempre utile.”
“Il cibo tiene in vita tutti?”
“Alcuni sì, altri no.”
“E perché?”
“Perché alcuni, mangiando troppo lo stesso cibo, muoiono di colera.”
“Quindi non tiene in vita tutti?”
“Vi sono due cause che portano alla morte – la troppa abbondanza e la debolezza della digestione. Ed anche il cibo vitale può trasformarsi in mortale per una cattiva ingordigia.”
“Proprio così, o re, è la preghiera Paritta che è una protezione per alcuni e non per altri. E vi sono tre cause del suo fallimento: l'ostacolo del kamma, della colpa e del dubbio. Quella preghiera Paritta, che è una protezione per gli esseri, perde il suo potere protettivo per gli atti compiuti da quegli stessi esseri. Proprio, o re, come una madre nutre con amore il figlio nel suo grembo e lo fa nascere. E dopo la sua nascita lo pulisce da ogni macchia, sporco e muco, e lo cosparge dei migliori profumi, e quando altri lo maltrattano o lo colpiscono li afferra con violenza e li porta davanti al signore del luogo. Ma quando suo figlio è disubbidiente, o ritorna tardi, lo picchia con verghe o bastoni sulle ginocchia o sulle mani. Ora, in questo modo, dovrebbe essere portata e trascinata dinanzi al re?”
“No, venerabile.”
“E perché no?”
“Perché il figlio ha sbagliato.”
“Allo stesso modo, o re, la preghiera Paritta, che è una protezione per gli esseri, a causa delle loro colpe, si rivolterà contro di loro.”
“Molto bene, Nagasena! Il dilemma è stato risolto, la giungla è stata resa chiara, l'oscurità trasformata in luce, la rete di eresie sciolta – da voi, o migliore dei maestri!”

 

[Qui finisce il dilemma sulla preghiera Paritta.]