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ARGOMENTO. - I. Si insegna che il nome di Angeli, benché convenga propriamente all'ultimo cerchio della gerarchia celeste, può applicarsi anche agli ordini superiori; poiché essi ne hanno le qualità e possono compierne le funzioni, e per conseguenza assumere i nomi che appartengono ai loro subalterni, ma non reciprocamente.


 

I. Ho fatto vedere, come ho potuto, perché le Scritture chiamino col nome di Angeli gli spiriti beati. Mi sembra ora opportuno esaminare perché la teologia designi indifferentemente con questo comune appellativo in generale tutte le nature celesti, (Salmo CII, S. Matteo I. 5) mentre nell'esplicazione particolare di ciascun ordine, insegna che gli Angeli occupano l'ultimo grado della gerarchia invisibile, e al disopra di loro si trova la milizia degli Arcangeli, dei Principati, delle Potenze, delle Virtù e di tutti gli spiriti anche più sublimi che là tradizione ci fa conoscere. Ora noi diciamo che in ogni costituzione gerarchica gli ordini superiori possiedono la luce e la facoltà degli ordini inferiori, senza che questi abbiano reciprocamente la perfezione di quelli. Chiama dunque la teologia, giustamente, Angeli la moltitudine sacra delle supreme intelligenze, perché servono anche a manifestare lo splendore delle luci divine. Ma per nessun motivo le celesti nature dell'ultimo ordine potrebbero ricevere la denominazione di Principati, di Troni, di Serafini, perché non partecipano di tutti i doni degli spiriti superiori. Ora, nella stessa guisa che per quelle nature celesti i nostri santi pontefici sono iniziati alla conoscenza dell'ineffabile splendore che esse contemplano, similmente l'ultimo ordine dell'armata angelica é elevato a Dio per mezzo delle auguste potenze dei gradi più sublimi. Si potrebbe risolvere anche la difficoltà in altro modo, dicendo che questo nome di Angeli fu dato a tutte le Virtù celesti per la loro comune rassomiglianza con la Divinità e per la loro partecipazione, più o meno intensa, ai suoi eterni splendori.

Ma perché nessuna confusione si mescoli ai nostri discorsi, consideriamo religiosamente ciò che le Scritture dicono delle nobili proprietà che distinguono ciascun ordine della gerarchia celeste.

 


 

Indice

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Capitolo 11 Capitolo 12 Capitolo 13 Capitolo 14 Capitolo 15

 

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