ARGOMENTO. - Si espone: I. Che gli angeli più eccelsi sono illuminati da un più perfetto splendore. - II. Che la subordinazione gerarchica si mantiene in questa trasmissione di luce. - III. Che gli angeli e gli uomini sono dotati d'un triplice potere.
I. Da ciò che é stato detto si deve concludere che le intelligenze del prima ordine, che si avvicinano di più alla Divinità, santamente iniziate dagli augusti splendori che ricevono immediatamente, si illuminano e si perfezionano sotto l'influenza d'una luce a un tempo più misteriosa e più evidente; più misteriosa perché é più spirituale e dotata d'una maggiore potenza di semplificare e di unire; più evidente, perché, attinta alla sua scaturigine, brilla del suo splendore primitivo, ed è più intera e penetra meglio in quelle pure essenze. A questa prima gerarchia obbedisce la seconda, questa comanda alla terza, e la terza é destinata alla gerarchia degli uomini. In tal modo, con divina armonia e giusta proporzione, esse si elevano, l'una per mezzo dell'altra, verso Colui che é il sommo principio e la fine di ogni bell'ordine. II. Ora, tutti gli spiriti sono gli interpreti e i messaggeri d'una potenza superiore. I primi portano gli ordini immediati della Divinità, e gli altri li ricevono per trasmetterli a quelli che vengon dopo. Poiché il nostro Dio, in cui tutte le cose formano un'armonia sublime, ha costituita in modo la natura degli esseri, tanto ragionevoli che puramente intellettuali, e regolato il loro perfezionamento in modo che ogni gerarchia forma un tutto perfettamente costituito e comprende potenze di tre gradi diversi. Per di più, ogni grado ripete in sé questo meraviglioso accordo. E perciò, senza dubbio, la teologia rappresenta i pii Serafini rivolti l'uno verso l'altro, (Isaia, VI) insegnando così, a mio giudizio, con perfetta evidenza, che i primi comunicano ai secondi la conoscenza delle cose divine. III. Oltre a ciò aggiungerei con ragione che si debbano specialmente distinguere, in ogni intelligenza umana od angelica, le facoltà di primo, secondo e terzo grado, corrispondenti precisamente ai tre ordini d'ispirazione che son propri di ciascuna gerarchia. Passando per questi gradi successivi, gli spiriti partecipano, secondo il loro potere, alla purità immacolata, alla luce sovrabbondante ed alla perfezione senza limiti. Dacché nulla é perfetto in se stesso; e nulla esclude la possibilità di una maggior perfezione, se non Colui che é, essenzialmente, la perfezione prima e infinita.
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