ARGOMENTO. - I. Si definisce la gerarchia. - II. Si espone qual’é lo scopo della gerarchia e quale subordinazione richieda; si dimostra che la sua bellezza consiste nell'imitazione della Divinità, e che essa compie il triplice ministero di purificare, d'illuminare e di perfezionare. - III. Si spiegano i doveri reciproci di coloro che sono ministri e soggetti di questa purificazione, illuminazione e perfezione.
I. Secondo me, la gerarchia é nello stesso tempo ordine, scienza e azione, conformandosi, per quanto é possibile, agli attributi divini, e riproducendo, per mezzo dei suoi splendori originali, una espressione delle cose che sono in Dio. Ora la bontà increata, poiché é semplice, buona e principio di perfezione, é anche immune d' ogni bassa mescolanza; tuttavia, e secondo le personali disposizioni di ciascuno, essa comunica agli uomini la sua luce, e, per un divino mistero, li rifà sul modello della sua sovrana e immutabile perfezione. II. Il fine della gerarchia é dunque di assimilarci e di unirci a Dio che essa adora come signore e guida della sua scienza e delle sue sante funzioni. Poiché, contemplando con tranquillo sguardo la somma bellezza, essa la rappresenta a sé stessa come può, e trasforma i suoi adepti in altrettante immagini di Dio: puri e splendenti specchi su cui può raggiare l'eterna e ineffabile luce e che, secondo l'ordine voluto, riflettono generosamente sulle cose inferiori quello splendore mirabile del quale essi brillano. Poiché né gli iniziatori, né gli iniziati alle sacre cerimonie debbono ingerirsi in funzioni che non appartengono al loro ordine rispettivo. Inoltre, soltanto a condizione di una necessaria dipendenza, si può aspirare ai divini splendori e contemplarli col dovuto rispetto ed imitare la buona armonia degli spiriti celesti. Così, sotto questo nome di gerarchia s'intende una certa disposizione ed ordine santo, immagine della bontà increata, che celebra nella sua propria sfera, con il grado di potere e di scienza che gli compete, i misteri illuminatori, e si sforza di ricopiare con fedeltà il suo principio originale. Infatti, la perfezione dei membri della gerarchia consiste nell'accostarsi a Dio per mezzo di una coraggiosa imitazione e, ciò che é più sublime ancora, nel farsi suoi cooperatori, (Lettera ai Corinzi, I. 3, 9) come dice il libro santo, facendo risplendere in se stessi, secondo il proprio potere, le meraviglie dell'azione divina. Volendo perciò l'ordine gerarchico che gli uni siano purificati e gli altri purifichino; che gli uni siano illuminati e gli altri illuminino; che gli uni siano perfezionati e gli altri perfezionino, ne segue che ciascuno avrà il suo proprio modo d'imitare Dio. Poiché questa beata natura, se mi é permessa una sì terrestre espressione, é assolutamente pura e senza miscuglio, piena di eterna luce, e sì perfetta che esclude ogni difetto; essa purifica, illumina e perfeziona; ma che dico? essa é la purezza, la luce e la perfezione stessa, al di sopra di tutto ciò che é puro, luminoso, e perfetto; principio essenziale d' ogni bene, origine di tutta la gerarchia, e sorpassante inoltre anche ogni cosa santa, per la sua eccellenza infinita. III. Mi sembra dunque necessario che coloro che vengono purificati, non conservando più alcuna sozzura, divengano liberi da tutto ciò che ha bisogno di purificazione; che coloro i quali vengono illuminati siano ripieni del divino splendore e che gli occhi del loro intelletto siano esercitati nell'esercizio d'una casta contemplazione; e infine che coloro che sono perfezionati, una volta cancellata la loro primitiva imperfezione, partecipino alla scienza santificante dei meravigliosi insegnamenti che già furon loro manifestati. Parimente occorre che il purificatore sia più puro della purezza che comunica agli altri; e che l' illuminatore sia dotato di una più grande penetrazione intellettuale, ugualmente propria a ricevere ed a trasmettere la luce, e felicemente inondato del sacro splendore, lo riversi a rapidi fiotti su coloro che ne sono degni; e infine che l'abile depositario dei segreti tradizionali della perfezione inizi santamente i suoi fratelli alla conoscenza dei formidabili misteri che ha contemplato egli stesso. Così i diversi ordini della gerarchia cooperano all'azione divina, ciascuno nella propria misura; e per la grazia e la forza che viene dall'alto, compiono ciò che la Divinità possiede per natura ed eccellentemente; la gerarchia manifesta e propone alla imitazione delle intelligenze generose e care al Signore ciò che Egli opera in un modo incomprensibile.
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