Appena Malcouth riceve una frazione dell’Or Yashar, per mezzo del velo, si ferma e non può riceverne di più. Nel “Rosh” (principio) del Partzuph, Malcouth valuta costantemente quanta luce può ricevere con l’intenzione di dare. Ma, in proporzione con il potere del velo, Malcouth riceve solo un’infima frazione di tutta la luce perché ricevere a beneficio del Creatore è contrario alla sua natura. La luce che rimane all’esterno del recipiente è chiamata “Or Makif” (Luce Avvolgente). Essa continua a prevalere sul velo che ne limita lo spiegamento, perché vuole estendersi fuori dai limiti del suo tragitto e riempire tutto il recipiente, come prima della contrazione.
Malcouth è d’accordo con la luce (Or Makif) che rimane in questa presente situazione, il compimento del progetto della creazione – ricevere tutta la luce infinita – non avverrà mai. Ma se Malcouth accettasse più di quello che è capace di ricevere, questo equivarrebbe a ricevere solo per se stesso. Ciò che stiamo dicendo è che Malcouth non può ricevere una più grande quantità di luce, e non può restare nel suo presente stato. Quindi, Malcouth decide di non ricevere più la luce, e ritornare alla situazione che prevaleva prima del ricevimento. Questa decisione, proprio come tutte le decisioni, è presa nella parte della testa del Partzuph. Dopo la decisione, il “masach” (il velo) che sta nel “Tabur” (ombelico), sale dal tabur vino alla “peh” (bocca). La risalita del velo spinge la luce fuori dal Partzuph, dalla bocca e verso l’alto. L’Or Makif, che vuole essere accettata nel Partzuph, prevale sul masach nel tabur. Anche l’Or Pnimì prevale sul velo dall’interno. Queste due luci vogliono distruggere il velo che è una restrizione allo spiegamento della luce. La loro pressione sul velo è chiamata "Il colpire della Or Pnimì e della Or Makif”.Queste due luci spingono su il velo nel Tabur (Ombelico), che resiste alla ricezione della luce. Esse vogliono che il velo discenda dal Tabur fino alla fine del Partzuph, alfine che tutto il recipiente sia penetrato dalla Or Makif. Questa situazione è simile a quella dell’uomo che non accetta che una piccola parte di quello che il suo ospite gli ha servito. Si compiace di quello che riceve, e questo lo indebolisce, perché pressa la grandezza apparente dei piaceri che non ha ricevuto. Di conseguenza, il velo risale dal tabur fino alla peh e il recipiente si vuota di ogni luce. Proprio come la luce entrò nel Partzuph dalla bocca, la rilascia anche dalla bocca. Lo spiegamento della luce dall’alto al basso, dalla peh al tabur, è chiamata “taamim” (il gusto). Il ritiro della luce del Partzuph è chiamato “nekudoth” (punti). Dopo la partenza della luce, un’impronta rimane nel Partzuph, chiamata “Reshimo” (impronta): l’impronta delle oroth taamim e l’impronta delle oroth nekudoth. L’impronta dei taamim è chiamata “taghim” (corone). L’impronta delle nekudoth è chiamata “otioth” (lettere, segni). Lo spiegamento della luce e il suo ritiro creano un recipiente. Dopo che questo recipiente ha fatto l’esperienza del piacere e che poi ne è privato, nasce in esso un desiderio sincero di piacere, perché l’impronta di questo piacere è rimasta nel recipiente dopo la partenza della luce. Questa impronta di piacere è stata quella dei nekudoth e dei taamim.
Una volta che il recipiente è vuoto di ogni luce, l’impronta risveglia un desiderio, che diviene l’aspirazione e la quiete di questo recipiente. Dunque, l’impronta della partenza della luce, chiamata Otioth, è lei stessa un recipiente. Prima della contrazione, la fase 4 riceve le luci delle 4 fasi precedenti, perché la luce della Sua Essenza gli perviene attraverso le fasi 0-1-2-3-4. É per questo che la fase 4 include lei stessa cinque fasi. Ognuno degli aspetti specifici della fase 4 riceve una luce della fase che gli è opposta. L’aspetto-fonte della fase 4 riceve la fase-fonte, Or Yechidà. L’aspetto 1 (della fase 4) riceve dalla fase 1, Or Chayà. L’aspetto 2 (della fase 4) riceve la fase 2, Or Neshamà. L’aspetto 3 (della fase 4) riceve dalla fase 3, Or Ruach. L’aspetto 4 (della fase 4) riceve dalla fase 4, Or Nefesh. Solo il quarto aspetto della fase 4 è vera creazione – una volontà di ricevere piacere, una volontà che è sua. Gli altri aspetti della fase 4 non sono dei desideri di ricevere, sono desideri che la fase 4 riceve dalle fase da 0 a 3 che l’hanno preceduta. Dunque, solo questo quarto aspetto della fase 4 è considerata come la creazione! La fase da 0 a 3 nella fase 4 sono dei desideri di ricevere, eccetto per il fatto che vengono dal Creatore. Dopo tutto, tutti i mondi spirituali, e questo mondo provengono da essi. Tutto ciò che si trova nei mondi, oggetti inanimati, piante, animali e persone – sono delle creazioni senza alcun desiderio indipendente di ricevere, che, come dei robot, agiscono secondo i loro desideri naturali che il Creatore ha impianto in loro. É unicamente quando qualcuno riceve un desiderio di spiritualità, un desiderio fuori dalle frontiere di questo mondo, che può sorpassare la sua natura e divenire indipendente – a condizione che abbia un velo. Il desiderio di ricevere solo per se stessi non nasce che con il quarto aspetto della fase 4. Lui solo si assume come datore. Ma quando la fase 4 decide di limitare la sua ricezione di luce, anche la luce sparisce dai cinque aspetti della fase 4, perché solo la quarta fase all’interno della fase 4 riceve la luce, le fasi da 0 a 3 nella fase 4 non essendo che delle tappe nello sviluppo di questo desiderio di ricevere. Così, dopo che la fase 4 decide di ricevere la luce solo per se stessa, questo desiderio si svilupperà seguendo le tappe da 0 a 3 della fase 4, fino a che raggiunge il suo pieno potenziale nella quarta fase della fase 4. Così solo questa fase è la vera creazione. E quando la luce si ritirò dalla quarta fase della fase 4, dopo la contrazione, essa si ritirò anche dalle fase da 0 a 3. Dopo lo Tzimtzum (contrazione) Malcouth ricevette la luce in cinque fasi attraverso il “masach”, e queste luci penetrarono nelle cinque parti di Malcouth, ciò che è chiamato “Toch” (interno) del Partzuph. L’ordine di entrata della luce, dalla “peh” fino al “toch”, avviene in varie sfumature: le luci minori dapprima, le più grandi poi. Queste luci si chiamano "NaRaNChaY”: Nefesh, Ruach, Neshamah, Chayah e Yechidah.
Le cinque parti di Malcouth sono chiamate fasi 0-1-2-3-4. Dopo la contrazione, mentre queste parti ricevono la luce attraverso il “masach” (velo), sono chiamate “Sephiroth”, perché la luce brilla dentro di esse, sephirah è in relazione a zaffiro. Invece di essere chiamate fasi da 0 a 4, queste Sephiroth sono chiamate Kether, H'cmâ, Binâ, H'esed, Guebourâ, Tiphereth, Netzâ, Hod, Yesod e Malcouth. Le impronte della partenza delle luci sono chiamate “lettere”. Dopo il ritiro delle 5 luci Nefesh, Ruach, Neshamah, Chayah e Yechidàh, delle cinque Sephiroth Kether, H'cmâ, Binâ, Zeir Anpin e Malcouth, rimangono 5 impronte di lettere: Sommità della Yud - lettera Yud y – lettera Hey h – lettera Vav w – lettera Hey h. Nelle lezioni seguenti impareremo come le parole e i nomi sono formati con queste lettere. Tutte le parole della Bibbia sono formati così. Veramente, sembra che la Bibbia ci parli di avvenimenti storici, ma è scritto nello Zohar: “La Bibbia intera sono tutti i nomi del Creatore”. Vale a dire che tutte le parole della Bibbia ci raccontano la storia dei recipienti nelle diverse situazioni, o le azioni di questi recipienti. Si trova dunque nella Bibbia, la stessa Saggezza della Qabalah, ma espressa in termini differenti. I cabalisti hanno scoperto altri linguaggi per raccontarci i mondi spirituali. Perché quando un cabalista vuole spiegare ciò che vede nei piani superiori, a chi non ha mai fatto l’esperienza, deve trovare un linguaggio che capiamo. Ci sono dunque molti linguaggi che ci raccontano la spiritualità: il linguaggio della Thorah, il linguaggio della Aggadà (parti omelitiche del Talmud), il linguaggio del Talmud e il linguaggio della Qabalah. Per il resto del nostro corso, sceglieremo ognuno di questi linguaggi di volta in volta, quelli che sono più appropriati per noi, per spiegare la spiritualità. |
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