Queste lezioni sono basate sul libro "Introduzione alla Saggezza della Qabalah" di Rabbi Y. Ashlag. Rabbi Y. Ashlag, scrisse questo libro come introduzione alla sua spiegazione "Il Sulam" sul libro dello Zohar. Secondo il metodo della Qabalah, noi prendiamo coscienza delle estensioni dell’esistenza dall’alto verso il basso, dal Creatore fino a questo mondo. Come risultato di questo apprendimento, lo studente scopre come elevarsi spiritualmente tramite gradi progressivi. Questo è in accordo con l'affermazione della Qabalah: "La saggezza della Qabalah è dell’ordine delle radici, che si estendono dall’alto verso il basso, con lo scopo di rivelare la Divinità agli esseri creati di questo mondo".
La Necessità di imparare la Qabalah ● Non c’è altro modo, per la gente comune, di raggiungere l’elevazione spirituale e la redenzione se non tramite l’apprendimento della Qabalah. Questo è il metodo più facile e accessibile, a differenza di altre sezioni della Torah, poiché solo pochissimi individui sono in grado di pervenire allo scopo". (Y. Ashlag – "Prefazione alle Dieci Sephiroth, sezione 36). ● "L’apprendimento inizia a partire dalla Torah nascosta, dopo si insegnano le altre sezioni e solo alla fine s’insegna la Torah rivelata" (Il Gaon di Vilna – il Libro del Sidur). ● "La proibizione di imparare la Qabalah fu solo per una durata limitata, fino al 1490. Dal 1540 in poi fu necessario incoraggiare ognuno ad interessarsi al libro dello Zohar poiché è solo per mezzo del suo apprendimento che l’umanità perverrà alla redenzione spirituale e alla venuta del Mashiach e di conseguenza è formalmente proibito non studiare la Qabalah" (Rabbi Azulai, "La Luce del Sole"). ● "Guai a coloro che rifiutano di imparare la Qabalah, perché porteranno nel mondo povertà, guerra e distruzione" (Il libro del Tikkunei Zohar, tikkun 30). ● "Lo studio del libro dello Zohar è preferibile a tutti gli altri insegnamenti" (Il CHIDAH). ● "La redenzione e la venuta del Mashiach dipendono solo dall’apprendimento della Qabalah" (Il Gaon di Vilna – Even Shlemà 11:13). ● "Sull’apprendimento dello Zohar non ci sono restrizioni" (Il Chafetz Chayim). ● "Se la mia generazione ascoltasse la mia voce, avrebbe già studiato lo Zohar dall’età di nove anni, e avrebbe così acquisito il timore del cielo invece dell’eterna saggezza". (Rabbi Isaac di Kamarna: Il libro "Notzar H'esed). ● "Grido ad ognuno affinché ogni giorno dedichi un certo periodo di tempo all’apprendimento della Qabalah, poiché da questo dipende la purificazione della sua anima" (Rabbi Yitzchak Kaduri). ● "Nel futuro, solo con lo studio dello Zohar, i figli d’Israele usciranno dall’esilio" (Zohar, parashath Nassò)
Prefazione alle Lezioni É scritto nel libro dello Zohar che tutti i mondi, tanto i superiori quanto gli inferiori, si trovano nell’uomo. Tutta l’esistenza è stata creata proprio per l’uomo. Ad ogni modo, mentre abbiamo la sensazione di essere immersi nell’esistenza, noi non percepiamo che quest’esistenza è anche dentro di noi. Perché questo mondo non è sufficiente all’uomo? Ha bisogno di altri mondi superiori e di ciò che essi contengono? Dobbiamo acquisire tutta la saggezza della Qabalah per capire questo: la volontà del Creatore, generando quest’esistenza, fu che le sue creazioni ne beneficiassero. Fece dunque le sue creature con un desiderio di ricevere ciò che Lui, il Creatore, voleva dargli – e questo desiderio è la loro intima natura. Il Creatore è al di sopra e trascende lo spazio e il tempo. Il suo pensiero opera come un atto in se stesso. Così quando sorse nella Sua volontà e nel Suo pensiero di creare gli esseri e colmarli di gioie – immediatamente così accadde, immediatamente furono creati tutti i mondi e tutti gli esseri creati, tutti furono riempiti delle gioie ricevute dal Creatore. Se è così, allora perché il Creatore ha creato dalla Sua essenza tutti i mondi fino al livello più basso, quello dell’essere umano? L’Ari (Rabbi Yitzchak Luria) risponde a questa domanda nel suo libro "Etz Chayim": "Fu allo scopo di rivelare la perfezione delle Sue Opere". Tuttavia, nella creazione dei mondi e nella discesa degli esseri creati, si rivelarono pertanto delle imperfezioni nelle opere del Creatore! Ma la risposta è: questo fu fatto per fare in modo che gli esseri si perfezionassero da soli, fino a raggiungere il livello del Creatore, che è l’unica perfezione. Così il Creatore ha creato la scala dei mondi, attraverso questa scala le anime discendono nel livello più basso, dove vengono rivestite dei corpi di questo mondo (in un desiderio di ricevere). Tramite l’apprendimento della Qabalah, le anime cominciano poi a risalire su questa scala, a poco a poco, fino a completare il loro ritorno nel Creatore. L’anima include luce e recipiente. La luce dell’anima proviene dal Creatore, dalla Sua Essenza. Il recipiente dell’anima è creato per mezzo di questa luce – un desiderio di ricevere la luce, un desiderio di ricevere beneficio da Lui. Perciò il recipiente è esattamente appropriato alla luce che viene a riempirlo. L’essenza dell’anima è il recipiente, perché la luce è una particella del Creatore. Dunque, solo il recipiente è considerato come un essere creato. É creato dal nulla – vale a dire che la volontà non era in esistenza prima che il Creatore decidesse di crearla. Poiché il Creatore voleva dare beneficio al suo recipiente in modo completo, come è conveniente per Lui, Egli ha creato questo recipiente (vale a dire questo desiderio di ricevere) estremamente grande, in accordo alla grandezza della luce (gioia) che voleva prodigare. La creazione è un’innovazione senza precedenti. Quest’innovazione è chiamata "Qualcosa dal nulla". Tuttavia, se il Creatore è completo, come poteva esserci qualcosa che non fosse inclusa in Lui? Secondo quello che abbiamo già detto, è chiaro che quello che non c’era nel Creatore prima della creazione, è il desiderio di ricevere. (La spiegazione del perchè il desiderio di ricevere non può essere nel Creatore è perché Lui è completo. Ma se Lui è completo, non dovrebbe avere il desiderio di ricevere? La risposta è NO. Se avesse il desiderio di ricevere significherebbe volere qualcosa che non ha – il che significa che gli manca qualcosa. Questo è impossibile da pensare, perché Egli è completo e non manca di nulla). Ciò che aveva bisogno di creare – è questo desiderio di ricevere da Lui, perché Lui vuole dare. Di conseguenza creò il desiderio di ricevere, tutto il resto essendo già incluso nel Creatore. Il collegamento a livello spirituale, accade come un risultato dell’equivalenza delle caratteristiche (desiderio o volontà). La separazione, nel regno spirituale accade come un risultato di una differenza nelle caratteristiche (desiderio o volontà). Se due entità spirituali possiedono una forma, hanno in comune gli stessi desideri (o volontà), lo stesso scopo, esse sono legate insieme, esse sono UNA e non due. La ragione di questo è che nel regno spirituale non ci sono corpi. Il mondo spirituale è un mondo di volontà (o desideri), i poteri "nudi", volontà che non sono rivestite in alcun genere di materiale. Ma il "desiderio di ricevere per se stessi" è chiamato materiale, e corpo. Perciò, se tutte le volontà (o desideri) di due entità spirituali sono equivalenti, allora esse sono una. Sono una, perché non c'è niente che le separi una dall'altra. È possibile distinguere che ci sono due, e non solo una, se c'è una differenza di forma tra di loro. In accordo alla misura della grandezza del cambio nella forma tra di loro, così è l'estensione della separazione di una dall'altra: Se ogni cosa è equivalente alla seconda, allora loro sono una. Se ogni cosa nell'una è opposta alla seconda, allora sono distanti l'una dall'altra, come est da ovest. Se tra tutte le volontà hanno solo quella in comune, allora si toccano l'un l'altra attraverso questa volontà comune. Se le loro volontà si assomigliano più o meno l'un l'altra, allora secondo la grandezza dell'equivalenza di forma o del cambio nella forma sono vicine o lontane. Del Creatore Stesso, non abbiamo comprensione; e, perciò non possiamo dire neanche una parola riguardo Lui. Ma è solo dalle Sue azioni che sperimentiamo, siamo in grado di capirlo - dargli un nome secondo quello che sperimentiamo da Lui. Dalla comprensione dei Cabalisti (in ebraico "Mekubalim"; essi sono chiamati così perché essi "mekabel" - ricevono dal Creatore), sappiamo che il Creatore ha solo una volontà di dare. Per questa ragione Lui creò ogni cosa per impartirci il bene dalla Sua bontà. Perciò Lui ci creò col desiderio di ricevere quello che Lui vuole darci. Questo desiderio di ricevere è tutta la nostra natura. Comunque finiamo di essere in una forma opposta al Creatore. La ragione per questo è come segue: Lui è totalmente ed esclusivamente solo dare, e non ha un desiderio di ricevere. Noi d'altra parte siamo fatti esclusivamente e completamente dal desiderio di ricevere per noi stessi - così noi fummo creati da Lui. Ma, se rimanessimo solo con questo desiderio di ricevere per noi stessi, rimarreremmo sempre distanti dal Creatore. Ora, i cabalisti che vivono tra noi in questo mondo, vivono anche l’esperienza della realtà dei mondi spirituali superiori. Abbiamo dunque l’opportunità di sentire dalla loro bocca, delle cose riguardanti il Creatore, di cui non abbiamo ancora fatto l’esperienza. E ciò che ci dicono, è che il Creatore è assoluta bontà, e che ha creato tutto per poter prodigare i Suoi benefici. I cabalisti aggiungono ancora che il Creatore è perfetto e completo e di conseguenza le Sue opere sono sia perfette sia complete. Ma, com’è possibile, che un Artigiano completo e perfetto all’origine, potesse produrre delle opere che non fossero complete e perfette? Vale a dire che le Sue opere hanno bisogno di essere riparate? La creazione essendo unicamente desiderio di ricevere, da questo fatto essa non è perfetta e completa poiché questa volontà è all’opposto di quella dell’Emanatore. Così dunque c’è uno stato di separazione. In ogni caso, è specificamente questo desiderio di ricevere che dà all’essere creato la possibilità di rispondere alla volontà del Creatore, vale a dire di ricevere tutto ciò che il Creatore vuole dargli. Mentre il Creatore dà e l’essere creato riceve, c’è separazione. Questo è perché il senso delle loro rispettive azioni sono divergenti. Ma se l’essere creato dimorerebbe un recipiente, non sarebbe né perfetto, né completo. Allora, non possiamo più dire del Creatore che è completo e perfetto, delle opere perfette e perfette potendo unicamente provenire da un Artigiano completo e perfetto. Per questa ragione, il Creatore ha ristretto la Sua luce ed ha creato questo mondo, restrizioni dopo restrizioni, fino a che questo mondo è emerso, essendo veramente il luogo più oscuro. In questo mondo l’essere creato si manifesta con l’unico desiderio di ricevere. In questo senso, la luce che vi si trova è talmente debole che anche la sorgente della vita non vi è percepita. Nel corso dell’utilizzo corretto della Torah e delle "Mitzvoth" (ciò sarà spiegato nelle lezioni che seguiranno) una persona può raggiungere la completezza e la perfezione che gli mancano dalla creazione. Cosa sono dunque questa completezza e questa perfezione? Esse consistono nel fatto che l’individuo raggiunge un’equivalenza di forma col Creatore. Nel fatto che gli è anche dato, proprio come il Creatore. In quel momento, è pronto a ricevere tutti i benefici e gioie previsti nel disegno del Creatore. Di colpo, si trova in uno stato di attaccamento con il Creatore – un’equivalenza di forma che ha anche volontà e pensieri. Con l’applicazione corretta della Torah e delle "Mitzvoth", viene una "Segulà" (una virtù speciale, come un rimedio): la persona riceve un potere spirituale che eleva la sua volontà in uguaglianza con quella del Creatore. Tuttavia, questo potere si rivela e agisce unicamente alla condizione seguente: che la persona si applichi alla Torah e alle "Mitzvoth", senza alcun desiderio di ricevere qualunque cosa, ma unicamente allo scopo di soddisfare il Creatore. Ci sono cinque livelli di equivalenza di forma con il Creatore, Nefesh, Ruach, Neshamah, Chayah e Yechidah (NRNCh"Y). noltre, ogni livello ha i suoi propri livelli a partire dal quale una persona riceve. In tutto ci sono 125 livelli a partire da questo mondo fino alla sommità della scala. Applicandosi alla Torah e alle "Mitzvoth" allo scopo di soddisfare il Creatore, una persona merita e raggiunge, a poco a poco (livello dopo livello), dei recipienti della volontà di dare. Così, questa persona progredisce di livello in livello, fino a raggiungere una completa equivalenza di forma. Allora si compie nell’uomo il Progetto della creazione: di ricevere ogni gioia e perfezione che il Creatore aveva preparato per lui. In più riceve anche l’ultimo beneficio, si guadagna l’attaccamento reale del Creatore per il fatto che manifesta lui stesso un desiderio di dare proprio come il Creatore. Possiamo adesso comprendere ciò che è scritto: "Tutti i mondi superiori e inferiori, e tutto ciò che contengono, furono creati unicamente per l’uomo". Tutti questi livelli di mondi vengono solo a completare la volontà dell’uomo, per aiutarlo ad acquisire un’equivalenza di forma con il Creatore, ciò che gli mancava dalla creazione. Poiché dall’inizio, livelli dopo livelli, mondi dopo mondi, passarono tramite restrizioni e sviluppi progressivi fino al nostro mondo materiale, allo scopo di portare la "Neshamah" (anima) nel "Guf" (corpo) di questo mondo. Questo Guf è unicamente desiderio di ricevere, e non di dare. Su questo livello l’uomo è come gli animali e le bestie selvatiche. Riguardo questa volontà di dare la Torah dice: "L’uomo nasce come un asino selvaggio". Questo completo desiderio di ricevere non ha alcun dono in sé in lui. In questo caso, l’uomo è visibilmente l’opposto del Creatore, e non esiste più molta separazione. Se un uomo impara la Qabalah, avviene un risveglio "dell’Or Makif" (luce avvolgente) che lo illumina da lontano. Questa luce si trova fuori del recipiente (la volontà dell’uomo) e attende finché l’uomo modifica il suo recipiente, nel senso del dono del Creatore, e allora la luce penetra in lui. É per questo che la luce è chiamata "luce dell’anima". Tramite lo studio della Qabalah questa luce si avvolge nella volontà dell’uomo, e lo aiuta a completare la sua forma del dono di sé. L’uomo raggiunge questo desiderio di dare molto gradualmente, a partire dal basso fino a raggiungere l’alto, seguendo lo stesso sentiero che i livelli hanno percorso nel momento dello sviluppo dall’alto verso il basso. Tutti i livelli sono una Misura del desiderio di dare: più il livello è elevato, più è lontano dall’aspetto del desiderio di ricevere, e più si avvicina al desiderio di dare. Una persona acquisisce gradualmente tutti i livelli, fino al punto dove si merita il dono di sé totale, senza ricompensa di alcun tipo. Allora, questa persona ha raggiunto la completezza con un vero "devekuth" (attaccamento). É lo scopo della Creazione ed è per questo che l’uomo è stato creato. Se abbiamo preso coscienza di tutti ciò che è stato detto fin qui, ci è permesso di imparare la saggezza della Qabalah senza timore di cadere nell’antropomorfismo. Perché coloro che studiano la Qabalah senza governo rimangono confusi: le "Sephiroth" e i "Partzufim" (oggetti spirituali) dal mondo di "Atziluth" fino al mondo di "Assyah" sono Divini e uniti al Creatore. Ma com’è possibile che siano Divini; che tutti i mondi siano delle innovazioni sorte dopo la restrizione, e questi mondi hanno tutti differenti sfumature, numeri, ascese, discese, accoppiamenti, sommità e fondamenta? A seguito di ciò che abbiamo spiegato, diviene chiaro che tutte queste sfumature, ascese, discese, restrizioni e numeri – sono percepiti dal punto di vista delle anime che ricevono. Possiamo concepire l’esistenza secondo due aspetti: Potenziale e Attuale. Ciò è come l’uomo che costruisce una casa: nel suo pensiero possiede già una casa, tuttavia la sostanza di questa casa non può essere comparata alla sostanza di una casa realizzata effettivamente. Perché nel pensiero la casa è la sostanza pensata e si trova nello stato potenziale. Quando passa dal pensiero nell’attualità, essa riceva un materiale differente – che proviene dagli alberi e dalle pietre. Così è possibile discernere nelle anime un aspetto Potenziale ed un altro Attuale: l’emergere delle anime dal Creatore nell’attualità "inizia solo a partire dal mondo di Beriah". Dove tutti i cambiamenti apparsi nel mondo di "Beriah" sono considerati "in potenziale", senza distinzione tangibile dal Creatore. In quest’ottica, è detto che tutte le anime sono già presenti in "Malcouth" (Regno) "dell’Ein Sof" (Infinito) nel punto centrale di tutta l’esistenza. Per la semplice ragione che questo punto "in potenziale" include tutti i recipienti di tutte le anime che, in futuro, emergeranno "in attualità" nel mondo di "Beriah" e più in basso. Dal punto di vista di queste anime future, il primo "Tzimtzum" (restrizione) ebbe luogo in questo punto centrale unicamente sotto il suo aspetto potenziale. Tutti i recipienti e i mondi seguenti alla prima restrizione fino al mondo di "Beriah", sono emersi e si svilupparono a partire da questo punto centrale, e sono ancora "in potenziale" dal punto di vista di queste anime. I cambiamenti inerenti a questi mondi cominciarono ad agire solo quando queste anime emergeranno "in attualità", dal mondo di "Beriah". Qui, una comparazione può essere fatta con un uomo che si copre e si nasconde sotto dei vestiti e mantelli, per non essere visto né conosciuto. Evidentemente, dimora lui stesso come era prima. Così le dieci "Sephiroth" (Kether, H'ocmâ, Binâ, H'esed, Guebourâ, Thiphereth, Netzâ, Hod, Yesod e Malcouth) non sono che dieci vestiti, perché in essi l’Ein Sof si copre e si nasconde alle anime. La luce dell’Ein Sof è in uno stato di riposo assoluto, anche quando illumina l’interno dei vestiti. In ogni modo, poiché le anime ricevono la "Or Ein Sof" (Luce Infinita) tramite questi vestiti, per esse questa luce è percepita come cambiante. Di conseguenza le anime che ricevono questa luce sono esse stesse suddivise in dieci livelli, secondo la divisione di questi vestiti. Tutti questi vestiti non esistono che nel mondo di "Beriah" e verso giù, perché è solo là che esistono le anime, e ricevono a partire dalle dieci "Sephiroth" tramite i vestiti. Nei mondi di "Adam Kadmon" e di "Atziluth" le anime non esistono ancora, e sono unicamente sotto l’aspetto "potenziale". Anche se i dieci vestiti che sono nelle dieci "Sephiroth" non regnano che sui mondi di "Beriah", "Yetzirah" e "Assyah", le dieci "Sephiroth" sono sempre considerate come Divini, proprio come prima della prima restrizione. La differenza è nei recipienti sefirotici: nei mondi di "Adam Kadmon" e di "Atziluth" essi non sono che recipienti in potenziale, mentre in BY"A (Beriah, Yetzirah e Assyah) questi sono dei recipienti che rivelano il potere nascosto all’interno. In ogni modo, la luce interna non è influenzata dai vestiti. Se, nei mondi di "Adam Kadmon" e "Atziluth" non c’è ancora rivelazione delle anime (che sono dei ricettori), a cosa servono dunque i recipienti che vi si trovano, e perché si velano conformemente alla loro percezione della luce "dell’Ein Sof"? É che, in futuro, quando i mondi di BY"A con le anime che contengono, si eleveranno a questi livelli di "Adam Kadmon" e di "Atziluth", riceveranno nella misura delle dieci "Sephiroth che vi si trovano. É stato spiegato che mondi, innovazioni, cambiamenti e livelli, tutto ciò si rapporta ai recipienti, che trasmettono alle anime secondo la loro misura, ciò che possono ricevere della luce "dall’Ein Sof". Comunque, le anime che si elevano nei differenti piani non influenzano la luce "dall’Ein Sof" stessa, i vestiti non ostacolano chi è vestito, ma piuttosto l’altro che vuole percepire e ricevere da lui. Si distinguono tre aspetti nelle "Sephiroth" e nei "Partzufim" (volti o configurazioni) dove si trovano: l’Essenza del Creatore, il recipiente e la luce. I ricettori non cercano niente dell’Essenza del Creatore. In un recipiente, ci sono sempre due aspetti contraddittori: velare e rivelare. In principio il vaso vela l’Essenza del Creatore, e si può dire che le dieci "Sephiroth" non sono che dieci gradi di inviluppo. Poi, quando l’anima ha ricevuto questi recipienti con ciò che contengono, i veli divengono delle rivelazioni percepite dall’anima. Questi due aspetti contraddittori del vaso non sono che uno, perché l’ampiezza della rivelazione dipende dallo spessore dell’inviluppo. Un recipiente più "rugoso" che vela ancora di più la Sua essenza, porterà una più grande rivelazione. Le Luci delle "Sephiroth" dicono bene tutta l’ampiezza di ciò che sarà rivelato alle anime nel futuro. Tutto ciò che è emanato dall’Essenza del Creatore, ma il timore della luce non dipende che dalle caratteristiche di ogni recipiente. Di conseguenza, devono esserci dieci luci e dieci vasi. In altre parole: dieci livelli di inviluppo per i ricettori secondo le caratteristiche di questi recipienti. In tal modo che non c’è alcuna differenza tra la luce e l’Essenza del Creatore, salvo in questo: nell’Essenza del Creatore non c’è né intendimento, né timore, la comprensione che proviene dal Creatore tramite i veli nei recipienti delle dieci "Sephiroth". Allora, noi chiamiamo dunque "luci" tutto ciò che possiamo capire. |