MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO II - Capitolo III

 

Mld:II.3.7 - Il pensiero e la visione

 

Il re disse: “Il pensiero percepente sorge quando sorge la visione?”
“Sì, o re, quando vi è l’uno vi è l’altra.”
“E quale delle due sorge prima?”
“Prima la visione, poi il pensiero.”
“Allora la visione ordina al pensiero: ‘Sorgi dove sono sorta?’ o il pensiero ordina alla visione: ‘Dove tu sorgi io sorgerò?’”
“Non è così, grande re. Non vi è relazione tra l’uno e l’altra.”
“Allora, venerabile, com’è che il pensiero sorge dove sorge la visione?”
“Perché vi è un’inclinazione, vi è una porta, vi è un abitudine, vi è un’associazione.”

“In che modo? Datemi un esempio della mente che sorge dove sorge la visione perché vi è un’inclinazione.”
“Ora cosa pensate, grande re? Quando piove, dove andrà l’acqua?”
“Dove vi è pendenza nel terreno.”
“E se dovesse piovere di nuovo, dove andrebbe l’acqua?”
“Andrebbe dove è andata la precedente.”
“Come? La prima acqua ordina alla seconda: ‘ Vai dove andai?’ o la seconda ordina alla prima:’Dove vai là andrò.’?”
“Non è così, venerabile. Non vi è relazione fra le due. Ognuna va per la sua strada in base alla pendenza del terreno.”
“Proprio così, grande re, è a causa della naturale inclinazione che dove la visione è sorta lì sorge anche il pensiero. E né la percezione visiva ordina alla percezione mentale: ‘Dove sono sorta, là sorgerai.’ , né la percezione mentale ordina alla percezione visiva: ‘Dove sei sorta, là io sorgerò.’ Non vi è nessuna conversazione tra loro. Tutto ciò che accade, accade per naturale inclinazione.”

“Ora datemi un esempio dell’esistenza di una porta.”
“Cosa pensate, grande re? Immaginate un re che governasse una città di frontiera, ed essa fosse fortemente difesa con torri e bastioni, e che avesse soltanto una porta. Se un uomo volesse lasciare la città, da dove uscirebbe?”
“Dalla porta, certamente.”
“E se un altro uomo volesse lasciarla, da dove uscirebbe?”
“Dalla stessa porta del primo.”
“Ed allora? Il primo uomo direbbe al secondo: ‘Esci dalla stessa porta da cui esco io?’ oppure il secondo direbbe al primo: ‘Anche io uscirò dalla porta da cui tu sei uscito?”
“Certo che no, venerabile. Non vi è nessun legame fra loro. Uscirebbero da quella porta perché è l’unica.”
“Lo stesso, grande re, con il pensiero e con la visione.”

“Ora datemi un esempio del pensiero che sorge dove sorge la visione per abitudine.”
“Cosa pensate, grande re? Se un carro va avanti, quale strada segue il secondo?”
“La stessa del primo.”
“Ma il primo direbbe al secondo di seguirlo, o il secondo direbbe al primo che lo deve seguire?”
“No, venerabile. Non vi è legame fra i due. Il secondo segue il primo per abitudine.”
“Lo stesso, grande re, con il pensiero e con la visione.”

“Ora datemi un esempio di come il pensiero sorge, dove è appena sorta la visione, per associazione.”
“Nell’arte del calcolare usando le giunture delle dita come segni o cifre, nell’arte dell’aritmetica pure e semplice, nell’arte di stimare il raccolto di un campo, e nell’arte della scrittura, o re, il principiante è incerto. Ma dopo un periodo di tempo di pratica ed attenzione egli diviene esperto. Allo stesso modo, dove la visione è sorta, anche il pensiero per associazione sorge.”

Rispondendo a domande simili, il monaco dichiarò che allo stesso modo il pensiero sorge dove vi è suono, gusto, odore o tatto; che in ogni caso era susseguente all’altro, ma sorge senza alcun legame dalle cause naturali sopra esposte.

 


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La radice del tempo Il punto assoluto del tempo Cosa si intende per “punto assoluto” Le predisposizione karmiche

Il divenire delle predisposizioni karmiche L'anima Il pensiero e la visione Pensiero e sensazione

Il segno caratteristico del contatto Il segno caratteristico della sensazione Il segno caratteristico della percezione

Il segno caratteristico della coscienza Il segno caratteristico applicazione iniziale Il segno caratteristico dell’attenzione

Appendici

Separare le condizioni L’insieme