. | | Capitolo settimo L'estasi mentale e mistica, nella quale lo spirito trova la sua quiete, mentre la vita intima passa nella vita di Dio
1... La sei riflessioni che abbiamo compiuto sono state come la salita dei sei gradini del trono del vero Salomone, che portano alla pace. Qui giunto, l'uomo pacificato trova il riposo nella quiete del suo spirito, che è stato trasformato in una Gerusalemme interiore... Ci siamo elevati, gradatamente, dalla contuizione di Dio fuori di noi mediante le sue orme e nelle sue orme, a quella dentro di noi attraverso la sua immagine e nella sua immagine, alla intuizione di lui sopra di noi mediante lo splendore della sua luce riflessa in noi e ci siamo posti, infine, nel cono stesso di questa luce, sempre però tenendo presente la nostra condizione di itineranti e la limitatezza operativa del nostro spirito. Giunti al sesto grado, l'anima ha potuto ammirare in Dio, Primo e Sommo Principio, e in Gesù Cristo, mediatore tra Dio e gli uomini, realtà mirabili che non hanno l'eguale nelle creature e che nessuna intelligenza, anche la più acuta, può comprendere appieno. Approfondendo la speculazione, non resta all'anima ora, che trascende non solo il mondo sensibile, ma se stessa. In questa ascesa, Cristo è via e porta, scala e veicolo; l'altare propiziatorio collocato sull'arca di Dio e il mistero nascosto dal principio dei secoli.
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2... Chi si rivolge a questo propiziatorio con tutta l'anima e fissa lo sguardo su Gesù crocifisso con spirito di fede, di speranza e di carità, con devozione, ammirazione, entusiasmo, venerazione, lode e giubilo fa davvero la Pasqua con Lui, e cioè realizza il "passaggio"...
3... Questo prodigio è già avvenuto in san Francesco. Nell'estasi della contemplazione sul monte della Verna - dove appunto ho meditato quel che qui ho scritto - gli apparve un Serafino con sei ali in forma di crocifisso: io e parecchi altri lo abbiamo appreso dalla bocca di chi gli fu compagno e, in quel momento, era con lui. Fu allora che, nel rapimento dell'estasi, in lui si operò il "passaggio" in Dio, e divenne un modello di vita contemplativa come prima lo era stato la vita attiva...
4... Un "passaggio", però, che, per essere perfetto, comporta la necessità di dover lasciar da parte ogni operazione intellettuale, e, spinti dalla necessità dell'amore,trasformare in Dio la pienezza di tutti i nostri affetti. É un dono mistico e arcano, questo, che nessuno conosce prima di averlo sperimentato; per riceverlo, bisogna desiderarlo ma non può essere desiderato se il fuoco dello Spirito Santo, che cristo ha mandata sulla terra, non ci bruci interiormente. A ragione, dunque, l'Apostolo dichiara che questa mistica sapienza è una rivelazione dello Spirito Santo. Tutto è grazia
5... Se è questa la natura dell'ascesa, è chiaro che l'uomo da sé non può far nulla, e a poche serva qualunque sforzo umano. Ciò comporta che bisogna far ricorso all'unzione più che alla ricerca, alla letizia interiore più che alla lingua. Non è opera della parola o della penna, ma è tutto dono di Dio, e cioè dello Spirito Santo; poco o niente può fare la creatura, perché è tutto opera del Creatore d'ogni cosa: Padre e Figlio e Spirito Santo..
6... E se tu volessi sapere in qual modo può avvenire tutto questo, bisogna che tu ti rivolga alla grazia e non alla scienza, all'anelito interiore e non all'intelletto, al gemito della preghiera e non allo studio dei libri, allo sposo e non al maestro, a Dio e non all'uomo, all'oscurità e non alla chiarità. Non alla nostra luce, ma a quel fuoco incandescente, che infiamma e trasporta in Dio, mediante mistici rapimenti e sublimi folgorazioni. Questo fuoco è Dio stesso e la fornace dove esso è acceso è posta a Gerusalemme. Ma chi lo accende è Cristo con la fiamma della sua passione ardentissima, e ne è incendiato veramente solo chi può dire: la mia anima ha scelto una fine violenta e le mie ossa hanno bramato la morte. Solo che abbraccia la morte è in grado di vedere Dio, poiché non si può dubitare della verità di queste parole: Nessuno può contemplare la sua faccia, e rimanere in vita. Morire per vivere la vita piena
Ed allora, moriamo. Entriamo nella luminosa caligine di Dio, imponendo silenzio a cure, concupiscenze e apparenze. Passiamo, con Cristo crocifisso, da questo mondo al Padre. Dopo la visione del Padre, noi potremo dire con Filippo: Questo ci basta.
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