. | | DIO SOPRA DI NOI Essenza e Proprietà. Il quinto e il sesto grado dell'ascesa
CAPITOLO QUINTO
La conoscenza dell'unità di Dio mediante la riflessione sul principale suo nome: L'ESSERE
1... É possibile contemplare Dio non solamente con la riflessione di ciò che è fuori di noi e dentro di noi, ma anche di ciò che è sopra di noi. Fuori di noi, lo attingiamo attraverso lo studio delle sue orme; dentro di noi attraverso la sua immagine; sopra di noi, ricorrendo a quel lume, presente nella nostra anima, che è il lume della Verità eterna; "la nostra anima, infatti, è formata direttamente proprio di questa Verità" (sant'Agostino)... Coloro che raggiungono questo grado, entrano nel Santo dei santi, dove i Cherubini, collocati sull'arca, dispiegano le ali per adombrare l'altare della Propiziazione. Questi due Cherubini stanno a significare i due modi o gradi di contemplare le perfezioni invisibili ed eterne di Dio: il primo dei quali tocca l'essenza di Dio; l'altro, le proprietà delle tre Persone divine.
2... Il primo "modo" riguarda, innanzitutto, l'essere, e il senso che il primo nome di Dio è Colui che è; il secondo, considera Dio sotto l'aspetto del "bene" e, anche in questo caso si vuole intendere che esso è il suo primo nome. La prima denominazione è quella usata nell'Antico Testamento...; la seconda, nel Nuovo... Giovanni Damasceno, rifacendosi a Mosé, afferma che "Colui che è" è il primo nome di Dio; Dionigi l'Areopagita, attenendosi alla parola di Cristo, dice, invece, che il primo nome di Dio è il "Bene". Dio: "L'essere in sé"
3... La contemplazione delle proprietà invisibili di Dio, sotto l'aspetto dell'unità dell'essenza, comporta, quindi, in primo luogo, la considerazione della nozione "essere". Questa riflessione porterà a concludere che l' "essere in se" è qualcosa di talmente certo che non può essere pensato come non-esistente, come l niente esclude assolutamente l'essere. Perciò, come il niente assoluto non ha nulla d'essere e delle sue proprietà, così, inversamente, l'essere in sé non ha nulla del non-essere, né in atto né in potenza, né nella realtà né nella nostra riflessione. Il non-essere, infatti, essendo privazione dell'essere, non può venir pensato se non in relazione al concetto di essere; l'essere, invece, non può mai essere concepito in relazione ad alcun altro concetto, perché tutto ciò che conosciamo o lo conosciamo come negazione di essere o come essere possibile o come essere reale. Ora: se il non-essere non può essere pensato se non in relazione all'essere, e l'essere possibile se non in relazione all'essere reale; e se la nozione di essere riporta necessariamente alla nozione di "atto puro", ne segue che l'essere è la prima nozione che si presenta all'intelletto, e si identifica con l'atto puro. Ma l'atto puro non può identificarsi con un essere particolare, che è qualcosa di limitato, perché commistione di atto o di potenza; né con un essere analogo, che non trovando affatto riscontro nella realtà, non è assolutamente possibile che sia in atto. Non resta dunque, che identificare quest'essere con l'Essere divino.
"Come il pipistrello davanti alla luce..." 4... É davvero strana, perciò, la cecità del nostro intelletto, il quali si lascia sfuggire ciò che gli si presenta per primo, e che condiziona ogni altra sua conoscenza. Ma come l'occhio del corpo, distratto dalla verità dei colori, non vede la luce, che pure è l'elemento che glieli rende visibili o,se anche la vede, non vi pone attenzione; così l'occhio del nostro spirito, attratto dagli esseri particolari e dai concetti, perde di vista proprio quell'Essere, che è al di là di ogni specificazione. Eppure quest'essere è la prima nozione che gli si presenti all'intelletto, e tutte le altre cose non si possono comprendere se non partendo da questa nozione. Accade "all'occhio del nostro spirito, davanti alla realtà abbagliante delle cose sensibili, quello che accade al pipistrello davanti alla luce" (Aristotele). Assuefatto alle tenebre degli esseri e dei fantasmi del sensibile, gli sembra di non veder niente quando è colpito dalla luce dell'Essere sommo. E non comprende che proprio quella "caligine" è, invece, la luce più chiara per il nostro spirito, anche se, come l'occhio accecato da luce vivissima, gli sembra di non veder proprio niente.
Dio nelle sue perfezioni
5... Quest'Essere purissimo... ti si presenterà come Essere primo, eterno, semplicissimo, attualissimo, perfettissimo e assolutamente unico.
6... Infatti, poiché Dio è l'essere per definizione, non può essere che il primo; perché primo - che non è stato fatto, cioè, né da sé né dagli altri - è eterno; perché primo ed eterno - cioè non molteplice - è anche semplicissimo; perché, inoltre, primo eterno e semplicissimo esclude ogni composizione di potenza e di atto, e perciò è attualissimo; perché primo, eterno, semplicissimo e attualissimo è anche perfettissimo e non può essere che unico..."É impossibile che quell'essere al quale convengono tutte le perfezioni sia più di uno" (Aristotele). Perciò, se Dio si presenta come essere primario, eterno, semplicissimo, attualissimo, e perfettissimo non è possibile che si possa pensare che Egli non esista e che sia più di uno solo ... Se a tutto questo rifletterai nella candida semplicità del tuo spirito, sarai già, in qualche modo, illuminato dalla luce divina. Di stupore in stupore
7... Ma c'è ancora dell'altro che può aumentare il tuo stupore... Se continuerai la tua riflessione con mente pura, si farà ancor più luce in te, e vedrai che quell'essere è anche ultimo, proprio perché è primo;... è continuamente presente, perché eterno;.... è il più grande, perché il più semplice;... è il più immutabile, perché il più attuale;... è immenso, perché perfettissimo;... è inesauribile verità, perché somma unità...
8... E poiché è così uno e diverso, quest'essere è tutto in tutte le cose, sebbene le cose siano tante ed esso uno solo. Questa sua unità assoluta, unita alla verità completa e alla bontà purissima fanno di lui il modello di ogni virtù, l'esemplare di tutte le forme e la sorgente di ogni comunicazione. Perciò da Lui, per Lui, e in Lui sono tutte le cose, perché è l'onnipotente e la bontà per essenza...
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