I trentadue Sentieri Abbiamo ritenuto cosa necessaria elaborare un paragrafo al fine di analizzare ciò che significa, per la Qabalah, il numero trentadue e quale sia il legame che lega il Sepher Yetzirah alla fonte indiscussa dell’intero patrimonio della mistica ebraica, ossia, la Thorah stessa. Per l’analisi dei contenuti primari di questo tema, ci rivolgiamo ad una regola dell’ermeneutica cabalistica, che sostiene l’importanza di individuare, all’inizio del lavoro d’interpretazione, la lettera iniziale e quella finale dell’analisi. Come sostenere che un testo o un brano, rappresenta un contenuto e la prima e l’ultima lettera considerate, il suo contenitore. Grazie a questa regola ermeneutica, comprendiamo che la prima frase di questo piccolo e complesso trattato rappresenta l’ordito su cui sarà tessuta la trama dell’intera trattazione. Dicendo: "Trentadue meravigliosi sentieri di sapienza tracciò Iddio, …", l’autore del nostro "libro", ci indica due elementi indispensabili per comprendere tutto quanto seguirà. In questo caso non analizziamo la lettera iniziale, ma la parola intera e in una seconda fase, la frase. Il primo termine usato è il numero Trentadue. Oltre alle qualità energetiche vibratorie proprie del numero, esso non avrebbe altre valenze se l’autore non specificasse anche che cosa deve essere associato a tale numero. "Sentieri" che, come ben sappiamo, sono costituiti dai dieci Sephiroth e dalle ventidue Lettere. Bene: trentadue sono i sentieri; ma di che tipo? "Di Sapienza". Ecco, allora, che il testo ci svela di cosa tratterà: dei "Trentadue Sentieri di Sapienza", vale a dire, di quei percorsi iniziatici, configurati dai Sephiroth e dalle lettere, e generati nel segno di H’ocmâ (la Sapienza) all’interno dell’Albero della Vita. H’ocmâ, la Sapienza, è la sephirah che trasmette l’idea di "intuizione", "paradosso", "lampo della rivelazione dei piani superiori di coscienza", quindi la trattazione dei "Trentadue sentieri di Sapienza" avverrà in un contesto che trascende il luogo della razionalità. Questo consente di enucleare sia lo stile di scrittura, che per essere compreso sembra necessitare di un piano più intuitivo che scientifico, sia l’utilizzo che nella storia si è fatto del testo, come manuale di tecniche estatiche e magiche. A titolo meramente informativo, diamo notizia che nella Qabalah due sono i percorsi fondamentali. Uno è quello che stiamo analizzando, ovvero il percorso dei "Trentadue Sentieri della Sapienza" che si fonda sulla seconda Sephirâ, H’ocmâ (intuizione), l’altro quello comunemente noto come "Le cinquanta porte dell’intelligenza" che trae la sua linfa vitale dalla sephirah Binâ, sono cinquanta forme di conoscenza razionale. Per l’analisi dei trentadue sentieri, un passo del "Cantico dei Cantici", ci sarà d’aiuto. "L’entità numerica 32 non è casuale, ma possiede diverse e precise origini bibliche. La storia della creazione, così come è descritta nel primo capitolo del Berechith (Genesi), contiene esattamente 32 volte il nome Élohïm, il primo dei vari nomi con cui Dio è chiamato nella Thorah. La Qabalah spiega che il nome "Élohïm", descrive la potenza divina preposta alla creazione e al mantenimento delle leggi naturali su cui poggia la realtà. Infatti, il suo valore numerico è 86, pari a quello della parola Ha – Teva, che significa, la Natura ". ["Cantico dei Cantici e la Tradizione Cabalistica". Giuseppe Abramo. Ed. Bastogi (Foggia 1999) ]. Appare evidente come questo numero sia un importante ponte tra il numero dei "Sentieri" del Sepher Yetzirah e la Thorah. Per approfondire l’aspetto particolare del numero, al di là dell’importanza che ha nel nostro libro, vediamo come la stessa Thorah sia da esso rappresentata. La lettera iniziale del Genesi è la Beth (Berechith), il cui valore numerico è 2, e quella con cui finisce è la Lamed (Israel), il cui valore numerico è 30. La somma della prima e dell’ultima lettera della Thorah costruisce, quindi, il simbolo di tutto il suo contenuto, il quale, se scendiamo oltre il primo piano di lettura visto come un insieme di fatti e norme etiche, diventa il segno della creazione, "il progetto operativo dell’intero edificio nei suoi vari e multiformi aspetti". Trentadue è anche il valore della parola Lev, Cuore, (Lamed – Beth). Questa concordanza equivale a dire che la Thorah è il cuore stesso della creazione, e i "Trentadue Sentieri", per fare un’incisa sul nostro Sepher Yetzirah, sono il "cuore" della realtà. Una altro criterio per analizzare il numero 32 è quello di considerarlo la quinta potenza del numero 2. In questo senso, la base "2" rappresenta la polarità fondamentale su cui si basa l’esistenza, divisa in opposti che si attualizzano sia nell’uomo che nel mondo fisico come maschile –femminile, caldo – freddo, bene – male, positivo – negativo, attraente – respingente, materia - antimateria, ecc. [La binarietà strutturale dell’esistenza, non tiene naturalmente conto del concetto di relatività, espresso formalmente negli interessanti studi sulla "logica fuzzy"]. L’esponente a cui va elevato il "2" per ottenere "32" è "5", e secondo il Sepher Yetzirah tale numero si riferisce alle cinque dimensioni della creazione, vale a dire le tre dimensioni dello spazio (mondo), la misura del tempo (anno) e le qualità della coscienza (anima). Per concludere le interpretazioni di questo numero, possiamo aggiungere che i libri della Thorah scritta, o Pentateuco (penta = cinque), sono cinque. Le tavole ricevute da Mosè erano due, e su ciascuna c’erano cinque frasi. Tutto ciò, per la Qabalah, conferma l’importanza del citato rapporto tra 2 e 5. "Due" elevato a "cinque" è dunque la formula che afferma come occorra saper leggere la dualità fondamentale dell’esistenza in termini di parallelismo, di corrispondenza, estendendo tale lettura mediante la sua estensione a tutti i cinque gradi dell’essere. Analizziamo ora il 32 nel contesto dello stesso testo, cercando di chiarire la formazione e un primo significato dei "Trentadue Sentieri". Come abbiamo accennato più volte, i "Trentadue Sentieri della Sapienza" sono formati da due elementi: le dieci Sephiroth e le ventidue Lettere dell’Aleph Beth. Essendo le lettere, nello stesso testo, divise in tre gruppi, gli elementi che costituiscono i Sentieri diventano quattro: 10 sephiroth, 3 lettere madri, 7 doppie e 12 semplici. Osservando la composizione dell’Albero della Vita è interessante notare che, a parte le 10 sephiroth che, solitamente, sono raffigurate da dieci cerchi, i ventidue canali sono rappresentati da tre gruppi di linee: tre orizzontali, sette verticali e dodici oblique. I tre canali orizzontali corrispondono alle Tre Lettere Madri, che sono: la Shin, che unisce la Sephirâ della Sapienza a quella dell’Intelligenza, e nel Sepher Yetzirah rappresenta la Testa e l’elemento del Fuoco, l’Aleph che unisce Amore e Forza, ed è il Torace, l’elemento Aria, la Mêm, il Ventre nel corpo, l’Acqua come elemento, ed unisce le due Sephiroth inferiori, l’Eternità e lo Splendore. Nel libro del Genesi, come sopra accennato, troviamo il nome di Dio, Élohïm, trentadue volte. Dieci volte compare la frase "Vayomer Élohïm", "Dio disse", analogico riferimento con le Sephiroth. Per tre volte si legge "Vayas Élohïm", "Dio fece", che rappresenta i tre canali orizzontali dalle tre Lettere Madri. Ci sono poi sette espressioni: "Vayar Élohïm", "Dio vide", queste sono i sette canali verticali, associati alle Sette Lettere Doppie. Infine, rimangono dodici espressioni assortite: "Lo Spirito di Dio aleggiava", "E Dio creò Adamo", " "E Dio separò la luce", ecc. Una serie di verbi diversi che rappresentano i canali obliqui collegati alle "dodici semplici" e tratteggiano un’azione complessa, vale a dire una combinazione tra orizzontale e verticale. • Introduzione • Epoca ed influenze • Il Soggetto • Le Sephiroth • Sviluppo del Testo • Analisi della Lettera Ebraica • • Tre Ordini di Lettere • Le Madri • Le Doppie • Le Semplici • I Trentadue Sentieri • • Le Tecniche Ermeneutiche • Regola delle Pietre e delle Case • Introduzione alla Meditazione • • La Meditazione in Abulafia • Tecniche estatiche di Abulafia • Conclusioni •
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