Approfondimenti in questa stessa sezione I Sistemi della Qabalah
Le tecniche Ermeneutiche Nell’antico libro " Sepher Mayan Ha H'cmâ" si sostiene che ogni parola della lingua ebraica abbia cinque livelli interpretativi. Tiqun = Proprio Il significato reale della parola, una volta raffinata da ogni impurità. Questo livello, legato alla prima Sephirâ, Kether, è inaccessibile. Kether rappresenta il trascendente, l’ineffabile. Il livello che per analogia gli è attribuito rappresenta, conseguentemente, il significato ultimo di un "termine", ciò che sottende ad esso. Tziruph = Permutazione Consiste nell’analisi delle possibili permutazioni delle lettere della parola in questione per cercare il suo significato occulto. [Vedere anche, nella sezione Qabalah, "La tavola di Tziruph irregolare"] La seconda tecnica, quella collegata alla Sephirâ H’ocmâ, entra nelle possibilità dell’interpretazione umana. Abbiamo avuto modo di analizzare precedentemente come questa sia la Sephirâ del lampo dell’intuizione, quella dimensione mentale sopra la razionalità discorsiva raggiungibile per pochi attimi e difficilmente afferrabile se non dopo lunghi esercizi di meditazione. Essa consiste nello scambiare lettere di una parola, secondo delle regole precise, ricavandone altre che saranno l’oggetto dell’analisi per cogliere il senso occulto della parola. "Permutazione" in ebraico si dice Tziruph ([wrj). La radice Tzadde – Resh – Phe, da cui proviene la parola Tziruph, genera vari significati, che contribuiscono a circoscrivere meglio il senso di questa operazione ermeneutica, "purificare", "raffinare", bruciare". Con una diversa vocalizzazione (Tzeraph) essa significa anche "essere attaccato, congiunto, combinato". Altre vocalizzazioni della parola Tziruph testimoniano, sulla base della stessa radice del termine, un significato di purificazione, quasi molecolare, delle componenti interne di un "segno". Tzoreph significa "orafo", in genere, "chi lavora e purifica i metalli". Tzarphit è il "crogiolo". Ma’amar = Detto Questo livello è spiegato dalla Qabalah come l’espansione della parola, fatta con tecniche di Notariqon, in altre parole, considerando ogni sua singola lettera come se fosse l’iniziale di un’altra parola. Il terzo livello è quello del Notariqon, meglio conosciuto come l’Acrostico. Questa tecnica è associata a Binâ, la Sephirâ della razionalità, del pensiero logico, in cui prendono forma idee e concetti. L’analogia con la tecnica che stiamo considerando è immediata. L’acrostico, infatti, agisce sulle lettere della parola considerandole iniziali di altri termini che, a loro volta, diventano le parole di un’intera frase. L’analogia con una dimensione razionale consiste nell’eseguire delle operazioni che sembrano rappresentare il movimento tra sintesi ed analisi. La singola parola, in questo modo, è il frutto di un’originaria sintesi che ha compresso in sé l’intera frase. Mikhlol = Insieme É lo studio dell’utilizzo di una parola in tutte le sue forme linguistiche. Questa tecnica, associata alla Sephirâ Tiphereth, non è di facile lettura, almeno per quanto concerne il motivo di tale associazione. Essa riferisce il complesso lavoro di ricerca, all’interno di un testo, della presenza di una certa parola, della sua grafia, di come si relazioni con altri termini e in che modo sia inserita nel contesto di riferimento. L’associazione alla Sephirâ Tiphereth, trova una spiegazione nella sua proprietà sintetica. In altre parole nella proprietà insita nella sephirah di armonizzare i due opposti modi operativi di H’esed e Guebourâ. Cheshbon = Calcolo É il calcolo del valore numerico della parola, la sua gimatreya, vale a dire lo studio delle qualità energetiche matematiche di un lemma e il suo contraddittorio con altri i termini di identico valore. È la tecnica più nota ma anche la meno profonda. È associata all’ultima Sephirâ, Malcouth, il cui simbolo più riuscito è la "Terra". L’improprio ed inconsapevole uso popolare finalizzato (sic!) alla previsione dei numeri che saranno estratti al gioco del lotto, dimostra la sua popolarità. D’altra parte la corrispondenza tra lettere e numeri è quanto mai immediata ed abituale per chiunque conosca la lingua ebraica, dato che in essa le ventidue lettere dell’alfabeto sono usate anche come "segni" numerici. Sono in uso diversi sistemi di Ghematrie, la più semplice consiste nel sommare le cifre, senza ulteriori operazioni e il prodotto così ottenuto si chiama "Mispar Echrakhi", "Numero dovuto". Questa tecnica, nella sua semplicità, ha una sua valenza e supera ogni risposta ottenuta dalla numerologia diffusa in occidente. L’altro sistema è chiamato "Mispar Qatan", "Piccolo Numero", e consiste nel ridurre un numero alla sua cifra essenziale. Esempio, il numero 314 diventa 3+1+4 = 8. Questo sistema ha il difetto di comprimere l’individualità del numero perdendo il suo significato primario. Lo stesso Sepher ha-Zohar avverte dei limiti di questa tecnica: " Numeri piccoli è per cervelli piccoli". • Introduzione • Epoca ed influenze • Il Soggetto • Le Sephiroth • Sviluppo del Testo • Analisi della Lettera Ebraica • • Tre Ordini di Lettere • Le Madri • Le Doppie • Le Semplici • I Trentadue Sentieri • • Le Tecniche Ermeneutiche • Regola delle Pietre e delle Case • Introduzione alla Meditazione • • La Meditazione in Abulafia • Tecniche estatiche di Abulafia • Conclusioni •
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