Per approfondimenti sulle Plenitudini consultare in questa stessa sezione: Le Plenitudini © Federico Pignatelli La Restaurazione fu prodotta dalle luci provenienti dalla Fronte, con il concorso di tre persone: il Macroprosopo, il Padre e la Madre che risiedevano nelle tre Sephiroth superiori. Il nome bu = 72 corrisponde al ternario superiore delle tre Sephiroth che non sono state raggiunte, (almeno non direttamente) dalla rottura dei Vasi. Il nome gs = 63 è quello che ha presieduto alla formazione di questo mondo primitivo, dove il male ha prevalso, il Mondo di Tohu, quello della Psiche o di Nephesch. La restaurazione si operò con il nome hm = 45 che risponde alle luci della Fronte. Rende concreto il mondo attuale in cui oscillano il bene ed il male. È il mondo della Metheqela (Bilancia), del Maschio e della Femmina. Il nome bn = 52 realizzò l'unione dei sessi generando le cinque persone. La restaurazione deve condurre ad un Mondo mentale dove il nome h\ = 45 sparirà, ed il solo bene rimarrà con la visione perfetta di Dio. In questo modo il nome: chi? [ym]non ha più di ragione di essere, dal momento che la visione, essendo perfetta, annulla ogni domanda. Allora i vasi restituiti comprendono la loro intima causalità e quella delle cose inferiori; è la risurrezione raffigurata dalla nascita. Per comprendere l'ordine superiore che risponde alle prime tre Sephiroth, occorre loro un nuovo influsso. L'allattamento è l'illuminazione preparatrice ed il ricevimento dei mezzi intellettuali. La formazione dei cervelli realizza la penetrazione del superiore nell'inferiore e produce la comprensione. È allora la virilità che porta all'unione dei coniugi. Dopo i sei giorni ed il Sabato ci si eleva fino alla Decade. La conoscenza transita per tre gradi analogici, formali, essenziali. Il dorso a dorso, indica la separazione e l'ignoranza. La faccia a dorso, determina alla rottura dei vasi. Era l'inclinazione dell'intelletto verso l'inferiore. Il superiore deve girarsi verso l'inferiore soltanto per convertirlo verso lui. La sposa conosce inizialmente soltanto l'aspetto faccia a dorso, vale a dire a posteriori. L'unione faccia a faccia, è l'accordo tra il superiore, che vuole influire, e dell'inferiore che vuole ricevere ed alzarsi. La sposa, però, realizza questa unione soltanto con il ternario inferiore, ciò che indica una comprensione intermittente. L'unione faccia a faccia, è una penetrazione intima della forma e dell'esistenza. Il rivestimento è, al contrario, soltanto l'unione della materia e della forma. Abbiamo esposto in un altro studio [13] come sono composte le quattro plenitudini del Tetragramma, che giocano qui un ruolo essenziale. I quattro numeri che danno la somma delle loro lettere, danno adito a parecchie osservazioni: 1° Facendo la somma dei quattro nomi noi avremo 72+63+45+52=232. È esattamente il numero degli alfabeti ottenuti dalle combinazioni, 2 a 2, delle 22 lettere (senza ripetizione) e che sono, salvo uno, incisi sul mantello che formò il diaframma primitivo, per operare la separazione relativa, separazione senza la quale la creatura non acquisirebbe esistenza propria. 2° Dei quattro nomi i primi tre sono dei multipli di 9. Si ha 72 = 8.9; 63 7.9; 45 5.9; il quattro è multiplo di 13, infatti, 52 = 4.13. Ora è detto che il nome di 72 è immutabile ed attivo, quello di 63 puramente ricettivo e che il nome di 45 rappresenta il giudizio che concilia l'azione e la ricezione e presiede alla restaurazione con il regime della Metheqela (Bilancia) e del maschile e del femminile. Questi tre nomi, quelli multipli di 9, si riferiscono al sistema delle Sephiroth mancanti del loro elemento di sintesi [Malcouth]. Sembra che nel nome di 72, sia Malcouth a mancare, in altre parole la base che schiude la ricettività. Ciascuna di queste Sephiroth ne riflette 8, la prima Kether è indivisa e costituisce il substrato delle altre nove. Nel nome di 63, puramente ricettivo, le sette Sephiroth inferiori sono frantumate; è questo il sistema delle Sephiroth private del ternario superiore. Qui nove, invece di esprimere il contenente risponderebbe ai riflessi delle nove Sephiroth in ciascuna delle sette. È, presumibilmente Kether, il principio immutabile, che mancherebbe loro. Ora, con questa interpretazione, si vede che se si combina l'azione e la ricezione, si sarà alla presenza di nove Sephiroth attive contro sette ricettive e di otto rifrazioni attive contro nove rifrazioni ricettive e queste combinazioni restituiscono 9x7=63 e 8x9 = 72, vale a dire i due stessi nomi quale risultato dell'operazione. Questo fu, con ogni probabilità, il regime normale. Se la ricezione ha, però, rovesciato le sue funzioni, opponendo alle nove Sephiroth le sue nove rifrazioni passive ed alle otto rifrazioni attive le sue sette Sephiroth, il risultato è stato 9x9=81 e 8x7=56, di dove uno scarto estremo invece di un equilibrio. Il nome 45, è cosa nota, risponde alla parola che cosa?[hm], o al nome di Adam, indicando che l'uomo è stato creato in vista della Restaurazione e che questa ultima è un problema da risolvere. Dal punto di vista additivo, questo numero è formato dal quaternario e dal quinario. Indica, in qualche modo, la divisione del quadrato di nove con la croce formata dai cinque elementi mediatori che raffigurano l'uomo, i quattro angoli che rappresentano gli elementi dell'universo. C'è dunque, qui, penetrazione del principio maschile nel principio femminile quattro. Dal punto di vista moltiplicativo 5x9=45, indica, sempre, la combinazione del quinario con le Sephiroth, privati della sintesi che chiude il sistema [Malcouth], per renderlo penetrabile ad un altro principio. Ora cinque è il numero delle Persone e questo numero, si vede, si caratterizza con le tre fasi della relazione tra l'unità e la dualità, unità senza la quale l'identità non può sussistere, dualità senza la quale non ci sarebbe distinzione. Ora in queste persone, la prima, Arikh, che è androgino, rappresenta la dualità virtuale, in seguito vengono il Padre e la Madre dove la dualità è nell’efficienza; infine il Re e la sua Sposa dove si presentano come finalità. Senza dubbio, si è distinto oltre ad Attik, che rappresenta l'Unità suprema, anche l'indivisibilità assoluta. Ma questa persona scivola sopra ogni operazione, essa rappresenta l'immutabilità e non fa, a questo riguardo, numero nell'azione della Restaurazione; rimane il prototipo intangibile. D’altra parte si è scisso Seir e la sua Sposa. È là un'operazione il cui senso mi sfugge, ma che, in ogni caso, sembra secondario. La Restaurazione si concepirebbe, allora, come una penetrazione delle nove Sephiroth superiori in ciascuno dei quattro elementi nei quali si è differenziata la decima. Resta il nome 52. È il prodotto del quaternario per il numero dei ciuffi della Barba del Grande Viso che è ogni Benignità. Il Piccolo Viso, che rappresenta il Rigore, ha solamente nove ciuffi alla sua Barba. Ritroviamo, dunque, ancora le dieci Sephiroth decomposte in quattro elementi; ma qui, questa concezione, si pone in una maniera additiva. La decima Sephirâ è sviluppata esternamente, sbocciata, probabilmente, non per i quattro elementi fisici, ma per la manifestazione del Tetragramma - è la fioritura della corolla quattro, prolungando le nove Sephiroth che la dominano, mentre la gestazione era rappresentata da 4x9. La Barba sembra rappresentare lo sfavillio dell'influsso vitale divino in tutta la sua sovrabbondanza E ciò risponderebbe al mondo futuro dove l'uomo è chiamato a vedere Dio. Considerazioni Le divergenze che si riscontrano tra gli autori, si spiegano per la natura stessa dei problemi metafisici. Ogni domanda metafisica consiste nel risalire dall'immanente al trascendente. Ora il trascendente è inafferrabile; si rivela soltanto a titolo di ragione sufficiente dell'immanente. Pertanto, quando il pensiero è portato ad affermare l'esistenza del trascendente come ragione di intelligibilità e di esistenza dell'immanente e lo fa' con lo scopo di fissarsi sul trascendente come su un oggetto, è costretto a riconoscere che non è conoscibile in sé. D'altra parte, affermare l'esistenza di un oggetto che si dichiara di non poter conoscere, può giustificarsi soltanto se si può sostenere che questa esistenza si è manifestata in un certo modo. Questo modo è l'effetto immanente. Si ripresenta allora l'oggetto, inconoscibile, come rinchiudendo in lui l'immagine dell'effetto immanente. Gli si trasporta dunque inevitabilmente, in una certa misura, i caratteri dell'immanente. I cabalisti non hanno adottato le precauzioni di linguaggio, che avrebbero evitato queste confusioni, dovute al carattere antinomico insito in ogni problema metafisico. Danno in ogni caso ad intendere che questo aspetto non sia sfuggito alla loro attenzione. San Tommaso, si è preoccupato, al contrario, di indicare il vero senso che occorreva dare alle deduzioni, che noi stabiliamo, dei caratteri del trascendente ed a precisare le condizioni che li rendono legittimi. Forse è stato un poco ardito nelle sue deduzioni. Kant, colpito innanzi tutto dall'impossibilità di rappresentarsi il trascendente, ha evidenziato bene il modo in cui si impone alla nostra ragione. Invece di riconoscere, però, in questa necessità, la prova di una realtà, ha voluto ridurla ad un semplice carattere del funzionamento della ragione. La nozione di dovere, tuttavia, gli è apparsa nella sua vera essenza; ma ha dimostrato una incongruenza ammettendo che la regola morale basta ad attestare l'esistenza di un principio metafisico, pur negando che il regime imposto all'intelligenza ha lo stesso valore. È molto difficile scoprire il senso delle particolarità di questa Restaurazione. Ma il processo generale consiste nel rivestire un sistema di Sephiroth con un sistema tre volte più piccolo, e, negli ultimi strati, a dividere i sistemi, uno a destra l'altro a sinistra. Ogni sistema in generale, infine, emerge con il suo ternario superiore sopra di quelli di cui è ricoperto. In questa maniera, ad ogni livello tutti i gradi della gerarchia sono rappresentati; e l'inferiore invece di essere schiacciato dal superiore, lo trova al suo livello come inferiore a lui stesso e ne possiede una rivelazione ridotta alla propria portata. Ci sono, tutto sommato, tre suddivisioni principali dell'uomo che corrispondono ai tre ternari sephirotici ed alle tre regioni: testa, petto e braccia, addome ed elementi interiori. Le decadi sephirotiche che si inseriscono in ciascuna di queste tre divisioni, dimostrerebbero che in queste tre regioni (le quali rappresentano l'intellettuale, l'animico ed il fisico), la totalità dei principi deve trovarsi organizzata. Infine, tutta l'economia di questa Restaurazione potrebbe riepilogarsi nell'intervento intimo della Grazia, vale a dire nell'influenza immanente dei principi trascendenti, per aiutare la creatura ad innalzarsi fino a questi principi; che è chiamata a conoscere, ma che è impotente a raggiungere con le sue sole forze. Quanto ai minuziosi dettagli sviluppati in tutta questa tradizione, non sono altro che simboli, i quali meritano in ogni caso di essere meditati. Quanto si è tentatati di considerare come delle finezze puerili, solo perché colpevoli di non comprenderne il senso, da dire invero che ci sembrano, al contrario, contenere una metafisica profonda dell'influenza del trascendente nell'immanente, e dei rapporti di subordinazione, di correlazione e di reciprocità. Riassumiamo ed interpretiamo qui, il commento di Pauly sui testi dello Zohar relativi alla morte dei Re, alla rottura dei Vasi ed alla Restaurazione. I mondi precedenti sono stati creati unicamente dallo Yud, in altre parole dal principio maschile (che rappresenta, con ogni probabilità, il potere); non hanno avuto l'azione della relazione, principio femminile che dà la Grazia; o almeno, il femminile è ridotto ad un ruolo secondario; in loro è mancata l'unione degli sposi. Lo Zohar, tuttavia, attribuisce sempre la Grazia al principio maschile ed il Rigore a quello femminile. Comunque sia, questi mondi, senza Grazia o senza corpo, non poterono sussistere. Dio non accordò loro la Grazia, giacché erano spontaneamente degli spiriti ribelli, il che evidenziava il peccato contro Ruach (lo Spirito). Dio li mise allora alla prova: se avessero potuto resistere alla tentazione dell'altro lato, senza l'aiuto della Grazia sarebbero stati salvati. Ma tutti finirono con il soccombere ed i mondi furono, successivamente, distrutti. Sono i Re morti o i Vasi frantumati. Questa distruzione non è un annientamento; l'esistenza di questi mondi fu differita ad un'epoca in cui, l'uomo, composto di maschio e di femmina sarebbe stato meno esposto al Rigore. Solo l'ultimo re, Hadar, poté sussistere giacché composto di maschile e femminile. Questo re risponderebbe, supponiamo, a Seir ed alla sua sposa. Le Idra Rabba e Zuta sviluppano a lungo le descrizioni del Macroprosopo e del Microprosopo, il primo tutta Benignità, il secondo Benignità e Rigore al tempo stesso. É molto probabile che questo Microprosopo raffiguri Gesù Cristo come uomo e diventato il Giudice del Mondo. La sua Sposa, chiamata comunità di Israël, sembra rappresentare la Chiesa. Il Macroprosopo sembra significare la manifestazione della natura divina dell'uomo-Dio come conservatore del mondo. Attik indicherebbe il Verbo divino, come Creatore nel senso assoluto, come principio supremo di tutto ciò che è stato detto. Ancora, Adam Qadmon risponderebbe al Verbo come espressione dell'essenza divina. Ma nella Qabalah, tutti questi gradi sono chiamati spesso Adam. L'Adamo creato, quello del Paradiso Terrestre, è chiamato Adamo protoplasta, ed il principio cattivo che l'ha trascinato nella sua caduta, Adam Belial. C'è un testo dello Zohar che identifica esplicitamente l'Adamo del Paradiso Terrestre con la Piccola Figura che è Seir Anpin. "Nel momento di dividerli [il principio maschile e quello femminile] per mitigarli uno con l'altro, l'Antico dei Tempi mandò alla piccola Figura un profondo sonno; ne separò il Principio femminile, l'ornò con tutti i suoi ornamenti e lo riservò per il suo giorno per presentarlo all'uomo così com'è scritto, ed il Signore Dio mandò a Adamo un profondo sonno, e quando fu addormentato, staccò una delle sue coste e mise della carne al suo posto. La costola è l'immagine del Rigore, la carne l'immagine della Clemenza". • Indice della Sezione • • I Preliminari • Le Luci e i Vasi • La Rottura dei Vasi • Le Tre Teste • Microprosopo • • Le Gerarchie • Le Pienezze • Le Note •
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