Il Dio Invisibile è Visibilissimo
E anche questo discorso io t'indirizzo, o Tat, affinché non ti sia ignoto il nome del Dio superiore. Tu comprendilo, e quello che sembra invisibile ai più sarà per te assai appariscente, poiché, se fosse invisibile, non sarebbe lui. Ogni apparenza è creata perché manifestata: ma l'invisibile esiste sempre senza aver bisogno di manifestazioni. Egli esiste sempre e rende visibili tutte le cose. Invisibile, perché eterno, egli fa tutto apparire senza mai mostrarsi. Increato, manifesta ogni cosa nell'apparenza la quale appartiene alle cose generate e non è altro che la nascita. Colui che solo è increato è, dunque, per questo, irrivelato e invisibile, ma, nel manifestare tutte le cose, egli si rivela in esse e mediante esse, soprattutto a quelli cui vuol manifestarsi. Perciò, o figlio mio Tat, prega il Signore e il Padre, il solo, l'unico donde è nato l'Unico, perché egli ti sia propizio e tu possa comprenderlo. Bisogna perciò che uno dei suoi raggi illumini il tuo pensiero. Il pensiero solo vede l'invisibile, poiché è, di per sé stesso, invisibile. Se tu puoi, lo vedrai con gli occhi dell'Intelligenza, o Tat, poiché il Signore non è avaro, ma si rivela nell'intero universo. Tu puoi comprenderlo, vederlo, toccarlo con mano e contemplare la sua immagine. Ma come potrà manifestarsi ai tuoi occhi se ciò che è in te è invisibile per te stesso? Se tu vuoi vederlo, pensa al sole, pensa al corso della luna, pensa all'ordine degli astri. Chi mantiene quest'ordine? Poiché ogni ordine è determinato dal numero e dal luogo. Il sole è il più gran Dio del cielo e tutti gli Dei celesti gli sono inferiori come a un capo e a un re. E quest'astro, più grande della terra e del mare, fa roteare sopra a sé astri molto più piccoli. Ora quale rispetto, quale timore l'obbliga, o figlio mio? I corsi di tutti questi astri nel cielo son differenti e diseguali: chi ha dato a ciascuno di loro la direzione e la lunghezza del corso? L'Orsa gira su sé stessa e trascina con sé l'universo: chi se ne serve come d'uno strumento? Chi ha dato al mare i suoi limiti, chi ha posto le fondamenta alla terra? C'è dunque, o Tat, un creatore e un padrone di tutto quest'universo poiché sarebbe impossibile che il posto, il numero, la misura si conservassero senza un creatore. L'ordine non si può fare senza un luogo e una misura: c'è dunque bisogno d'una guida, figlio mio. Il disordine ne ha bisogno per giungere all'ordine: esso obbedisce a colui che non l'ha ancora ordinato. Se tu potessi aver le ali, volare nell'aria e là, tra cielo e terra, vedere la solidità di questa, la fluidità dei mari, i corsi dei fiumi, la leggerezza dell'aria, la sottigliezza del fuoco, il corso degli astri e il movimento del cielo che li avvolge, o figlio mio, che magnifico spettacolo osserveresti? Vedresti, in un istante, l'immobile muoversi e l'invisibile apparire per ciò che costituisce l'ordine del mondo ed il mondo dell'ordine. Se tu vuoi contemplare il Creatore anche nelle cose mortali, in ciò che è sulla terra o negli abissi, ripensa, o figlio mio, alla generazione dell'uomo nell'utero di sua madre: esamina con attenzione l'arte dell'artefice e impara quindi a conoscere l'autore di questa bella e divina immagine. Chi ha fatto rotondi gli occhi? Chi ha forato le narici e le orecchie? Chi ha aperto la bocca? Chi ha tesi ed intrecciati i nervi? Chi ha formato i canali delle vene? Chi ha fatto dure le ossa? Chi ha ricoperto la carne di pelle? Chi ha separato le dita e le membra? Chi ha formato la base dei piedi? Chi ha forato i pori? Chi ha steso la milza? Chi ha dato al cuore la forma di piramide? Chi ha dilatato i fianchi? Chi ha allargato il fegato? Chi ha formato le caverne dei polmoni, la cavità del ventre? Chi ha messo in mostra le parti oneste e nascoste le altre? Vedi quant'arte su di una sola materia, che lavoro su di una sola opera, dappertutto bellezza, proporzione, varietà. Chi ha fatto tutte queste cose? Quale madre, qual padre se non l'unico e invisibile Iddio che ha tutto creato con la sua volontà? Nessuno pretende che una statua o un quadro possano esistere senza uno scultore o un pittore, e questa creazione non avrebbe dunque un creatore? O cecità, empietà, ignoranza ! Ma tu, o figlio Tat, guardati bene dal credere l'opera priva dell'artefice: dà piuttosto a Dio il nome che più gli conviene, chiamalo padre di tutte le cose perché egli è l'unico e la sua funzione è quella di esser padre; e se vuoi che io adoperi un'espressione ardita, ti dirò che la sua essenza è quella di esser gravido e di creare. E siccome nulla può esistere senza creatore, così egli stesso non esisterebbe se non creasse continuamente, nell'aria, sulla terra, negli abissi e in ogni parte dell'universo e in ciò che non esiste. Poiché nulla c'è nel mondo che non sia lui: egli è quello che esiste e quello che non esiste: quello che esiste lo ha manifestato, quello che non esiste lo tiene in sé stesso. Tale è il Dio superiore al suo nome, invisibile e visibilissimo; che si rivela allo spirito, che si rivela agli occhi, che non ha corpo ed ha molti corpi, p meglio, tutti i corpi poiché non v'è cosa che non sia lui e tutto è lui solo. Ed ha tutti i nomi perché è il padre unico e non ha alcun nome perché è il padre di tutto. Che si può dire di te, che si può dire a te? Dove poserò i miei sguardi per benedirti: in alto, in basso, di dentro, di fuori? Non c'è via, non c'è posto che sia intorno a te; non esistono altri esseri: tutto è in te, tutto viene da te; tu dai tutto e non ricevi nulla poiché tu possiedi tutto e non v'è cosa che non ti appartenga. Quando ti loderò, o padre mio? Giacché non si può comprendere né il tuo tempo né la tua ora. E per che cosa ti loderò? Per quello che hai creato o per quello che non hai creato? Per ciò che riveli o per ciò che nascondi? E perché ti loderò? Come se tu m'appartenessi ed io avessi qualche parte di te o come se fossi un altro? Perché tu sei tutto quello che io posso essere, tu sei tutto quello che io posso fare, tu sei tutto quello che io posso dire, poiché tu sei tutto e nulla c'è che tu non sia ! Tu sei quello che è nato e quello che non è nato, l'intelligenza pensante, il Padre creatore, il Dio agente, il bene e l'autore di ogni cosa. La parte più sottile della materia è l'aria, dell'aria l'anima, dell'anima l'intelligenza, dell'intelligenza Dio.
Indice Introduzione Ermete Trismegisto Il Discorso Universale Il discorso Sacro Della Monade Il Dio invisibile è visibile Il Bene è solo in Dio Il Male Nulla muore Il Pensiero La Chiave Dell'Intelligenza comune Dell'Ordine e del Silenzio Della Saggezza |