Nessun secolo è più notevole del nostro per l'osservatore pacifico. Vi è ovunque fermentazione nello spirito e nel cuore dell'uomo; vi è dovunque lotta tra la luce e le tenebre, tra le idee morte e le idee vive, tra la volontà morta e senza potere e la forza vivente ed attiva; infine vi è guerra dovunque tra l’uomo animale e l'uomo spirituale nascente.
Uomo naturale! Rinuncia alle tue ultime forze, la tua stessa lotta annuncia la natura superiore che sonnecchia in te... pre-senti la tua dignità e parimenti la senti; ma tutto è ancora oscuro intorno a te, e la lampada della tua debole ragione non è sufficiente ad illuminare gli oggetti ai quali dovresti tendere.

Si dice che viviamo nel secolo delle luci, sarebbe più giusto dire che noi viviamo nel secolo del crepuscolo: qua e là il raggio luminoso penetra attraverso la nube delle tenebre, ma non illumina ancora in tutta la sua purezza la nostra ragione ed il nostro cuore. Gli uomini non sono d’accordo sulle loro idee; gli scienziati litigano; e là dove c'è disputa, non c'è ancora verità.
Gli oggetti più importanti per l'umanità sono ancora indeterminati. Non v’è accordo né sul principio della ragione né sul principio della moralità o del movente della volontà. Questa è la prova che, benché siamo nel grande tempo delle luci, non sappiamo ancora bene che cosa ci sia nella nostra mente e nel nostro cuore.

Sarebbe stato possibile sapere tutto ciò più velocemente, se non avessimo immaginato di avere già la fiaccola della conoscenza nelle nostre mani, o se avessimo potuto gettare uno sguardo sulla nostra debolezza e riconoscere che ancora ci manca una luce più elevata. Viviamo nei tempi dell'idolatria della ragione; poniamo una fiaccola di pece sull'altare e gridiamo a piena voce che è arrivata l'aurora e che ovunque il giorno appare realmente, in quanto il mondo si eleva sempre più dall'oscurità alla luce e alla perfezione con le arti, le scienze, un gusto colto, ed anche con una più pura comprensione della religione.

Poveri uomini! Fino a che punto avete spinto la felicità degli uomini? C'è mai stato un secolo che sia costato tante vittime all'umanità quanto il secolo presente? C’è mai stato un secolo dove l'immoralità sia stata più grande e dove l'egoismo sia stato più dominante di questo? L'albero si riconosce dai suoi frutti. Gente insensata! Con la vostra ragione naturale immaginaria...da dove vi arriva la luce con la quale voi volete così ben illuminare gli altri? Tutte le vostre idee non sono prese in prestito dai sensi, che non vi danno (percezione di) nessuna verità ma solo di fenomeni fisici.

Tutto ciò che dà la conoscenza nel tempo e lo spazio non è relativo? Tutto ciò che possiamo chiamare verità non è verità relativa? Non si può trovare la verità assoluta nella sfera dei fenomeni. Così la vostra ragione naturale non possiede l'essenzialità, ma solamente l'apparenza della verità e della luce; ma più questa apparenza aumenta e si diffonde, più l’essenza della luce decresce interiormente, e l'uomo si perde nell'apparenza e brancola per raggiungere delle immagini abbaglianti prive di realtà.
La filosofia del nostro secolo eleva la debole ragione naturale all'obiettività indipendente; le attribuisce anche un potere legislativo; la sottrae ad un'autorità superiore; la rende autonoma e la divinizza, sopprimendo tra Dio e lei ogni rapporto, ogni comunicazione; e questa ragione deificata, che non ha altra legge che la sua propria legge, deve governare gli uomini e renderli felici! Le tenebre devono diffondere la luce! La povertà deve dare la ricchezza! E la morte deve dare la vita!
La verità conduce gli uomini alla loro felicità... voi potete darla?

Ciò che chiamate verità è una forma di concezione vuota di sostanza, la cui conoscenza è stata acquisita dall'esterno, tramite i sensi; e l'intelletto li coordina tramite una sintesi di rapporti osservati in scienza o in opinioni. - Non avete verità materiale, il principio spirituale e materiale è per voi un noumeno.
Astraete dalle Scritture e dalla Tradizione la verità morale, teorica e pratica; ma poiché l'individualità è il principio della vostra ragione e l'egoismo è il movente della vostra volontà, non vedete, con la vostra luce, la legge morale che comanda, o la respingete con la vostra volontà. È fino a qui che le luci attuali sono giunte. L'individualità, sotto il mantello dell'ipocrisia filosofica, è figlia della corruzione.

Chi può pretendere che il sole sia nel pieno mezzogiorno, se nessun raggio luminoso rallegra la contrada e se nessun calore vivifica le piante? Se la saggezza non migliora gli uomini e se l'amore non li rende più felici, non si è fatto ancora che ben poca cosa per il tutto.

Oh! se solamente l'uomo naturale o l'uomo dei sensi potesse imparare a vedere che il principio della sua ragione ed il movente della sua volontà non sono che l'individualità e che, proprio per questo, dovrebbe sentirsi estremamente miserabile e cercare un principio più elevato al suo interno, e quindi avvicinarsi alla sorgente che unica può darlo a tutti, perché è la saggezza nell’essenza.
J.-C. è la Saggezza, la Verità e l'Amore. Come Saggezza, è il principio della ragione, la sorgente della conoscenza più pura. Come Amore, è il principio della moralità, il movente essenziale e puro della volontà. L'Amore e la Saggezza generano lo Spirito di Verità, la luce interiore; questa luce illumina in noi gli oggetti soprannaturali e ce li rende obiettivi. È inconcepibile vedere fino a che punto l'uomo sprofonda nell'errore quando abbandona le verità semplici della fede per opporvi la sua opinione.
Il nostro secolo cerca di definire cerebralmente il principio della ragione e della moralità o del movente della volontà; se gli scienziati fossero attenti, vedrebbero che queste cose trovano una risposta migliore nel cuore dell'uomo più semplice che in tutti i loro brillanti ragionamenti. Il cristiano pratico trova questo movente della volontà, il principio di ogni moralità, obiettivamente e realmente nel suo cuore, e questo movente si esprime nella seguente formula:



Ama Dio al di sopra di tutto, ed il tuo prossimo come te stesso.



L'amore di Dio e del prossimo è il movente della volontà del cristiano; e l’essenza dell'amore stesso è J.-C. in noi. É così che il principio della ragione è la saggezza in noi; e l’essenza della saggezza, la saggezza nella sostanza, è ancora J.-C. (5), la Luce del mondo. Così troviamo in Lui il principio della ragione e della moralità.
Tutto ciò che dico qui non è una stravaganza iper-fisica, è la realtà, la verità assoluta che ciascuno può provare sperimentalmente appena riceve in sé il principio della ragione e della moralità, J.-C., essendo la Saggezza e l’Amore essenziali. Ma l'occhio dell'uomo dei sensi è profondamente inadatto ad afferrare la base assoluta di tutto ciò che è vero e di tutto ciò che è trascendentale. Ed anche la ragione, che vogliamo elevare oggi sul trono come legislatrice, è solamente la ragione dei sensi la cui luce differisce dalla luce trascendentale, come la fosforescenza del legno marcio differisce dallo splendore del sole.
La verità assoluta non esiste per l'uomo dei sensi, esiste solamente per l'uomo interiore e spirituale, che possiede un sensorium adatto; o, più propriamente, che possiede un senso interiore per percepire la verità assoluta del mondo trascendentale; un senso spirituale che percepisce tanto naturalmente gli oggetti spirituali con obiettività, quanto i sensi esterni percepiscono i fenomeni esterni. Questo senso interiore dell'uomo spirituale, questo sensorium di un mondo metafisico, non è purtroppo ancora conosciuto da coloro che sono fuori (dal mondo metafisico), ed è un mistero del regno di Dio. L'incredulità attuale per tutte le cose, ove la nostra ragione dei sensi non trova un’obiettività sensibile, è la causa che fa ignorare le verità più importanti per gli uomini.

Ma come può essere diversamente? Per vedere, bisogna avere gli occhi; per sentire, le orecchie. Ogni oggetto sensibile richiede il suo senso. É così che l'oggetto trascendentale richiede anche il suo sensorium, e questo stesso sensorium è chiuso per la maggior parte degli uomini. Perciò l'uomo dei sensi giudica il mondo metafisico come il cieco giudica i colori, e come il sordo giudica il suono. C'è un principio obiettivo e sostanziale della ragione ed un movente obiettivo e sostanziale della volontà. Questi due formano insieme il nuovo principio della vita, e la moralità vi è essenzialmente inerente. Questa sostanza pura, della ragione e della volontà riunite, è il divino e l'umano in noi, J.-C., la Luce del mondo che deve entrare in relazione diretta con noi per essere realmente conosciuta. Questa conoscenza reale è la fede viva, dove tutto accade in spirito ed in verità.
Così, deve esserci necessariamente per questa comunicazione un sensorium organizzato e spirituale, un organo spirituale ed interiore suscettibile di ricevere questa luce, ma che è chiuso nella maggior parte degli uomini dalla scorza dei sensi. Questo organo interiore è il senso intuitivo del mondo trascendentale; e, prima che questo senso di intuizione sia aperto in noi, non possiamo avere nessuna certezza obiettiva di verità più elevate. Questo organo è stato chiuso in seguito alla Caduta che ha gettato l'uomo nel mondo dei sensi. La materia grossolana che avvolge questo sensorium interiore è un velo che copre l'occhio interiore e che rende l'occhio esterno inabile alla visione del mondo spirituale. Questa stessa materia assorda il nostro udito interiore, in modo che non sentiamo più i suoni del mondo metafisico; paralizza la nostra lingua interiore, in modo che non possiamo più neanche balbettare le parole di forza dello spirito che pronunciavamo una volta, e con cui comandavamo alla natura esterna e agli elementi.
L'apertura di questo sensorium spirituale è il mistero dell’Uomo Nuovo, il mistero della Rigenerazione e dell'unione più intima dell'uomo con Dio; è lo scopo più elevato della religione sulla terra, di questa religione la cui destinazione più sublime è di unire gli uomini a Dio in Spirito ed in Verità. Possiamo perciò vedere facilmente perché la religione tende sempre all'assoggettamento dell'uomo dei sensi. Agisce così perché vuole rendere l'uomo spirituale dominante, affinché l'uomo spirituale o realmente dotato di ragione governi l'uomo dei sensi. Anche il filosofo sente questa verità; il suo errore consiste solo nel non conoscere il vero principio della ragione, e nel voler mettere al suo posto l’individualità, la ragione dei sensi.

Come l'uomo ha al suo interno un organo spirituale ed un sensorium per ricevere il vero principio della ragione, o Saggezza divina, ed il movente reale della volontà, o Amore divino, parimenti ha all'esterno un sensorium fisico e materiale per ricevere l'apparenza della luce e della verità. Siccome la natura esterna non ha la verità assoluta, ma solamente la verità relativa del mondo fenomenale, così la ragione umana non può acquisire verità intelligibili, ma solamente l'apparenza del fenomeno che eccita solo la concupiscenza; in ciò consiste la corruzione dell'uomo sensoriale e la degradazione della natura.
Il sensorium esteriore dell'uomo è composto di una materia corruttibile, mentre il sensorium interiore ha per substrato fondamentale una sostanza incorruttibile, trascendentale e metafisica. Il primo è la causa della nostra depravazione e della nostra mortalità; il secondo è il principio della nostra incorruttibilità e della nostra immortalità. Nel dominio della natura materiale e corruttibile, la mortalità maschera l'immortalità, e la causa del nostro stato miserabile è la materia corruttibile e deperibile. Affinché l'uomo sia liberato da questo sconforto, è necessario che il principio immortale ed incorruttibile interiorizzato in lui si esteriorizzi ed assorba il principio corruttibile, di modo che l’involucro dei sensi sia distrutto e che l'uomo possa apparire nella sua purezza originaria.
Questo involucro della natura sensibile è una sostanza essenzialmente corruttibile che si trova nel nostro sangue, forma i legami della carne ed asserve il nostro spirito immortale a questa carne mortale. È possibile lacerare più o meno questo involucro in ogni uomo e, di conseguenza, procurare al suo spirito una libertà maggiore rendendolo in grado di ottenere una conoscenza più precisa del mondo trascendentale.
Ci sono tre gradi successivi nell'apertura del nostro sensorium spirituale.

- Il primo ci eleva solamente fino al piano morale, dove il mondo trascendentale opera in noi con degli impulsi interiori, chiamati ispirazioni.
 

- Il secondo grado, più elevato, apre il nostro sensorium alla ricezione dello spirituale e dell'intellettuale, ed il mondo (trascendentale) opera in noi con illuminazioni interiori.
- Il terzo e più alto grado - raggiunto raramente - apre l'uomo interiore tutto intero. Ci rivela il Regno dello spirito e ci rende capaci di sperimentare obiettivamente le realtà metafisiche e trascendentali; dunque ogni visione è fondamentalmente spiegata.

Così abbiamo all'interno come all'esterno il senso e l'obiettività. Solamente gli oggetti ed i sensi sono differenti. All'esterno, c'è il movente animale e sensuale che agisce su di noi, e la materia corruttibile dei sensi subisce l'azione. All'interno, è la sostanza indivisibile e metafisica che si introduce in noi, e l'essenza incorruttibile ed immortale del nostro spirito riceve le sue influenze.
Ma in generale, all'interno le cose accadono tanto naturalmente quanto all'esterno; la legge è dovunque la stessa. Così, siccome lo spirito o il nostro uomo interiore ha un tutt’altro senso ed un'altra obiettività rispetto all'uomo naturale, non ci si deve stupire per niente che (lo spirito) resti un enigma per gli scienziati del nostro secolo che non conoscono questo senso, e che non hanno mai avuto la percezione obiettiva del mondo trascendentale e spirituale. Perciò misurano il soprannaturale con la misura dei sensi, confondono la materia corruttibile con la sostanza incorruttibile, ed i loro giudizi sono necessariamente falsi su un oggetto per la percezione del quale non hanno né senso né obiettività e, di conseguenza, né verità relativa né verità assoluta. Per ciò che riguarda le verità che abbiamo appena enunciato, siamo infinitamente grati alla filosofia di Kant.

Kant ha provato insindacabilmente che la ragione, nel suo stato naturale, non sa assolutamente nulla del soprannaturale, dello spirituale e del trascendentale e non può capirne nulla, né analiticamente né sinteticamente; quindi non può provare la possibilità o la realtà degli spiriti, delle anime e di Dio. Questa è una grande verità, elevata e benefica per i nostri tempi; sebbene sia vero che san Paolo l'aveva già enunciata (I Cor. 1:2,24); ma la filosofia pagana degli scienziati cristiani ha saputo ignorarla fino a Kant.
Il beneficio di questa verità è doppio. Anzitutto mette dei limiti insormontabili al sentimento, al fanatismo ed alla stravaganza della ragione carnale. Poi mette sotto la luce più splendente la necessità e la divinità della Rivelazione. Essa prova che la nostra ragione umana, nel suo stato ottuso, non ha nessuna possibile sorgente obiettiva per il soprannaturale senza la rivelazione; nessuna sorgente per istruirsi su Dio, sul mondo spirituale, sull'anima e sulla sua immortalità; da ciò segue che senza rivelazione è assolutamente impossibile sapere e congetturare alcunché su queste cose.
Dunque siamo debitori a Kant di aver provato oggigiorno ai filosofi, come era stato insegnato da lungo tempo nella scuola più avanzata della comunità della luce, che senza Rivelazione nessuna conoscenza di Dio né nessuna dottrina sull'anima è possibile. Per cui è chiaro che una Rivelazione universale deve servire da base fondamentale a tutte le religioni nel mondo.
Così, secondo Kant, è provato che il mondo intelligibile è interamente inaccessibile alla ragione naturale e che Dio abita in una luce nella quale nessuna speculazione della ragione limitata può penetrare. Così, l'uomo dei sensi, o uomo naturale, non ha nessuna obiettività del trascendentale; dunque, gli occorre la rivelazione di verità più elevate ed anche la fede alla rivelazione, perché la fede gli dà i mezzi di aprire il suo sensorium interiore con cui le verità inaccessibili all'uomo naturale possono diventargli percettibili. È totalmente corretto che con un nuovo senso possiamo acquisire delle nuove realtà. Queste realtà esistono già, ma non le notiamo, perché ci manca l'organo di ricezione.

Allo stesso modo il colore esiste, sebbene il cieco non lo veda; il suono esiste, sebbene il sordo non lo senta. Non si deve cercare l'errore nell'oggetto percettibile, ma nell'organo ricettivo. Con lo sviluppo di un nuovo organo, abbiamo una nuova percezione, delle nuove obiettività. Il mondo spirituale non esiste per noi, perché l'organo che lo rende obiettivo in noi non è sviluppato. Con lo sviluppo di questo nuovo organo, il sipario è sollevato d'un colpo; il velo fino ad allora impenetrabile è lacerato, la nube davanti al santuario s’è dileguata, per noi esiste d'un colpo un nuovo mondo; i paraocchi cadono dagli occhi, e noi siamo subito trasportati dalla regione dei fenomeni in quella della verità.
Dio solo è sostanza, verità assoluta, egli solo è Colui che È, e noi siamo come Lui ci ha fatto. Per Lui, tutto esiste nell'Unità; per noi, tutto esiste nella molteplicità. Molti uomini non hanno nessuna idea di questa apertura del sensorium interiore, non più di quante ne abbiano sull’oggetto vero ed interiore della vita dello spirito, che non conoscono né presagiscono in nessun modo.
Quindi gli è impossibile sapere che si può comprendere lo spirituale ed il trascendentale, e che si può essere elevati al soprannaturale fino alla visione. La vera edificazione del Tempio consiste unicamente nel distruggere la miserabile capanna adamica ed a costruire il tempio della divinità; cioè, in altri termini, sviluppare in noi il sensorium interiore o l'organo che riceve Dio; dopo questo sviluppo, il principio metafisico ed incorruttibile regna sul principio terrestre e l'uomo comincia a vivere, non più nel principio dell'amor proprio, ma nello Spirito e nella Verità di cui (egli ora) è il Tempio.
La legge morale evolve allora in amore del prossimo in atto e in verità, mentre per l'uomo naturale, esteriore, dei sensi, non è che una semplice forma di pensiero; e l'uomo spirituale, rigenerato nello spirito, vede tutto nella sua essenza, di cui l'uomo naturale ha solamente le forme vuote di pensiero, il suono vuoto, i simboli e la lettera, che sono tutte immagini morte senza spirito interiore. Lo scopo più elevato della religione è l'unione più intima dell'uomo con Dio, e questa unione è già possibile in questo mondo; ma è possibile solo tramite l'apertura del nostro sensorium interiore e spirituale che rende il nostro cuore capace di ricevere Dio. Questi sono grandi misteri di cui la nostra filosofia non sospetta, e la cui chiave non può essere trovata dalla scienza scolastica.
Nel frattempo è sempre esistita una scuola più elevata alla quale è stato confidato questo deposito di ogni scienza, e questa scuola è la comunità interiore e luminosa del Signore, la società degli Eletti che si è propagata senza interruzione dal primo giorno della creazione fino al tempo presente; i suoi membri, è vero, sono dispersi nel mondo, ma sono sempre stati uniti da uno spirito ed una verità, e non hanno mai avuto che una conoscenza, una sorgente della verità, un signore, un dottore e un maestro; in essa risiede sostanzialmente la pienezza universale di Dio che, solo, li iniziò ai misteri elevati della Natura e del Mondo Spirituale.

Questa comunità della luce fu chiamata in ogni tempo la Chiesa invisibile ed interiore, o la Comunità più antica, della quale vi parleremo più a lungo nella prossima lettera.
 

 


 

 

5. Nel prosieguo si userà anche, come nel testo originale, la notazione abbreviata J.-C. (Jésus-Christ).


 


 

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