MILINDAPAÑHA Mld:IV.1.14 - I doni al Tathagata (4)
“Ora ascoltate un’altra similitudine sullo stesso argomento. Possiede la grande terra, o re, la facoltà di far piantare in essa ogni tipo di seme?” “Allora, grande re, i settari sono distrutti, sconfitti, indotti in errore dalle loro stesse parole quando affermano che: “un atto fatto a colui che non lo accetta è vuoto e vano”. Come la grande terra, o re, è il Tathagata, l’Arahant, il Buddha supremo. Come la terra non accetta nulla. Come i semi, che grazie ad essa crescono e si sviluppano, sono i deva e gli uomini che, mediante il tesoro delle reliquie e della saggezza del Tathagata – sebbene sia trapassato e non dia il consenso – essendo fermamente radicati con le radici della virtù, diventano come alberi che gettano splendidamente un’ombra con il tronco della contemplazione, la linfa della vera dottrina, i rami della rettitudine, portando i fiori della liberazione ed il frutto dello stato di Arahant. Quindi, grande re, gli atti fatti al Tathagata, nonostante sia trapassato e non li accetti, hanno valore e portano frutti.” ● Gli onori al Buddha ● I doni al Tathagata ● I doni al Tathagata (2) ● I doni al Tathagata (3) ● ● I doni al Tathagata (4) ● I doni al Tathagata (5) ● I doni al Tathagata (6) ● I doni al Tathagata (7) ● |