MILINDAPAÑHA Mld:IV.1.13 - I doni al Tathagata (3)
“Ora ascoltate un’altra similitudine sullo stesso argomento. Immaginate, o re, un uomo che facesse suonare un tamburo, e poi quel suono cessasse. Avrebbe quel suono la facoltà di riprodursi?” “Analogamente, grande re, il Beato – tranne l’insegnamento ed il sapere che ha lasciato nella sua dottrina e disciplina ed il tesoro delle sue reliquie, il cui valore è derivato dalla sua rettitudine, contemplazione, saggezza, emancipazione e visione profonda dovute alla sua conoscenza della liberazione – è trapassato con quella forma di trapasso in cui non rimane alcuna radice. Ma la possibilità di ricevere i tre scopi non è cessata anche se il Beato è trapassato. Gli esseri oppressi dalla sofferenza del divenire possono, quando vogliono, ricevere i tre scopi con i mezzi del tesoro delle sue reliquie, della sua dottrina e disciplina e del suo insegnamento. Quindi, grande re, tutti gli atti fatti al Tathagata, nonostante sia trapassato e non li accetti, hanno valore e portano frutti. E questa futura possibilità, grande re, è stata detta, dichiarata, resa manifesta e prevista dal Beato, con queste parole: “Può essere che vi venga questo pensiero: “La parola del Maestro non la udremo più, noi non abbiamo più maestro.” Ma non dovete vedere così le cose. La Legge che vi ho insegnato, la disciplina che ho stabilito, queste saranno il nuovo maestro, dopo il mio trapasso.” Perciò quella affermazione data da eretici, che il Tathagata è ormai trapassato e non accetta più alcun dono, e quindi ogni atto a lui fatto è vuoto e vano – è da considerarsi completamente falsa. Essa non è vera, ingiusta, non veritiera, sbagliata e perversa. É causa di sofferenza, ha la sofferenza come suo frutto e conduce sul sentiero della perdizione.” ● Gli onori al Buddha ● I doni al Tathagata ● I doni al Tathagata (2) ● I doni al Tathagata (3) ● ● I doni al Tathagata (4) ● I doni al Tathagata (5) ● I doni al Tathagata (6) ● I doni al Tathagata (7) ● |