MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO II - Capitolo I
Mld:II.1.9 - Le buone qualità
Il re disse: “Ciò che hai appena detto, ‘e da altre buone qualità’, a cosa è riferito?”
“La buona condotta, grande re, la fede, la perseveranza, la presenza mentale e la meditazione.”
“E qual è il segno distintivo della buona condotta?”
“Essa ha come segno distintivo di essere la base di tutte le buone qualità. Le cinque qualità morali: fede, perseveranza, presenza mentale, meditazione e saggezza; le sette condizioni dello stato di Arahant: padronanza di sé, investigazione del Dhamma, perseveranza, gioia, calma, meditazione ed equanimità; il Sentiero; buona memoria (avere sempre una buona padronanza di sé); i quattro tipi di retto sforzo; le quattro basi costituenti dei poteri straordinari; i quattro stadi dell’estasi; le otto forme di emancipazione spirituale; i quattro modi di concentrazione; e gli otto stati di intensa contemplazione hanno tutte come loro base la buona condotta (l’osservanza della moralità esteriore). E colui che costruisce su queste fondamenta, o re, svilupperà tutte queste buone condizioni.”
“Datemi una spiegazione.”
“Proprio come, o re, tutte quelle forme di vita animale e vegetale crescono, si sviluppano e maturano avendo come base la terra, così il monaco, dotato di sforzo, sviluppa in sé le cinque qualità morali e così via, mediante la virtù, con la virtù come base.”
“Datemi un’altra spiegazione.”
“Proprio come, o re, tutte le occupazioni che comportano lo sforzo fisico sono eseguite in assoluta dipendenza sulla terra, così il monaco, dotato di sforzo, sviluppa in sé le cinque qualità morali e così via, mediante la virtù, con la virtù come base.”
“Datemi una ulteriore spiegazione?”
“Proprio come , o re, l’architetto di una città, quando ne costruisce una, per prima cosa sceglie il luogo della città, poi procede liberandosi di tutti le erbacce e cespugli spinosi, poi lo spiana, e soltanto allora traccia le strade e le piazze, gli incroci e i mercati, e così costruisce la città; così il monaco, dotato di sforzo, sviluppa in sé le cinque qualità morali e così via, mediante la virtù, con la virtù come base.”
“Potete darmi un’altra similitudine?”
“Proprio come, o re, un acrobata, quando vuole dimostrare la sua bravura, per prima cosa solca il terreno, e procede a pulirlo da tutte le pietre ed i sassi, e lo rende livellato, e soltanto poi, sul terreno soffice, mostra le sue acrobazie; così il monaco, dotato di sforzo, sviluppa in sé le cinque qualità morali e così via, mediante la virtù, con la virtù come base. Così è stato detto, Maestà, dal Beato:
“La virtù è la base su cui il saggio
può esercitare la sua mente e sviluppare la saggezza.
Così il monaco, indomito e distaccato,
scioglierà l’intricata matassa della vita.
Questa è la base – come la grande terra per l’umanità –
e questa la radice di ogni crescita del bene.
Il punto focale di tutti gli insegnamenti del Buddha
è la virtù, da cui dipende la vera beatitudine.”
“Ben detto, Nagasena.”