MILINDAPAÑHA
LE DOMANDE DEL RE MILINDA
LIBRO II - Capitolo I

 

Mld:II.1.10 - Il segno distintivo della fede

 

Il re chiese: “Venerabile Nagasena, qual è il segno distintivo della fede?”
“La serenità e l’aspirazione, o re.”

“E come la serenità è il segno distintivo della fede?”
“Appena la fede irrompe, o re, penetra nei cinque ostacoli – concupiscenza, malevolenza, accidia mentale, orgoglio spirituale e dubbio – e la mente, libera da questi ostacoli, diviene pura, serena e calma.”

“Datemi un esempio.”
“Proprio come, o re, un monarca, quando marcia con il suo quadruplice esercito, può attraversare un piccolo ruscello e l’acqua, mossa dagli elefanti e dalla cavalleria, dai carri e dagli arcieri, può diventare sporca, torbida e fangosa. E quando è sull’altra sponda il monarca potrebbe ordinare ai suoi attendenti, dicendo: “Portatemi dell’acqua, miei brav’uomini, che devo bere.” Ora supponete che il monarca avesse una gemma che rendesse l’acqua pura, e quegli uomini, eseguendo l’ordine, gettassero il gioiello nell’acqua; allora tutto il fango svanirebbe e gli atomi sabbiosi delle conchiglie e delle piante acquatiche scomparirebbero, e l’acqua diventa pura,trasparente e calma, e quindi potrebbero portare un po’ d’acqua al monarca per farlo bere. L’acqua è la mente; i servi del re sono i monaci; il fango, gli atomi sabbiosi e le piante acquatiche sono le cattive intenzioni; e il gioiello che rende pura l’acqua è la fede.
“E come l’aspirazione è il segno distintivo della fede?”
“Perché il monaco, nel percepire come sono state liberate le menti degli altri, aspira ad entrare con un balzo sul frutto del primo stadio, o del secondo, o del terzo dell’Eccelso Sentiero, o a raggiungere lo stato di Arahat, e così si applica per raggiungere ciò che ancora non ha raggiunto, di sperimentare ciò che ancora non ha provato, o di realizzare ciò che ancora non ha realizzato . Pertanto così l’aspirazione è il segno distintivo della fede.”

“Datemi un altro esempio.”
“Proprio come, o re, se una forte tempesta si abbattesse sulla cima di una montagna recando tanta pioggia, l’acqua scorrerebbe verso il basso attraverso vari dislivelli, e dopo aver riempito crepacci, baratri e burroni della collina, si riverserebbe nel ruscello sottostante, tanto che la corrente precipitando inonderebbe le sue rive. Ora supponete che un folla di gente, uno dopo l’altro, giungesse nei pressi, ed ignorando la reale larghezza o profondità dell’acqua, stesse timorosa ed esitante sui bordi. E supponete che un certo uomo arrivasse, il quale conoscendo esattamente la propria forza e potenza, con un salto, raggiungesse l’altra riva. Allora il resto della gente, vedendolo salvo all’altra parte, farebbe la stessa cosa. In questo modo il monaco, mediante la fede, aspira a saltare, come per attraversare un confine, verso le cose più alte. Perciò così è stato detto dal Beato nel Samyutta Nikaya, o re:

“Con la fede si supera la corrente,
con lo zelo il mare della vita;
con la perseveranza tutte le sofferenze,
con la saggezza si diventa puri.”
“Ben detto, Nagasena.”

 


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