Il taglio delle Unghie e dei Capelli
(Vendîdâd, XVII, 1-29)
Il taglio delle unghie e dei capelli si deve fare recitando certe preghiere, perché, ove non si recitino, i demoni se ne fanno un'arma coi ritagli. - Anche in certi paesi europei si crede dal volgo che così facciano le streghe. - Del resto, il precetto dell'Avesta é informato alla dottrina dualistica, perché ogni cosa che si stacchi dal corpo umano, é morta, e le cose morte appartengono tutte ad Anra Mainyu, e però sono nocive.
Domandò Zarathustra ad Ahura Mazdao: Ahura Mazdao, spirito santissimo, creatore degli esseri terreni, o Santo! In qual modo più esiziale possono gli uomini promuovere la morte che é prodotta dai demoni? (1)
Rispose allora Ahura Mazdao: Ciò avviene appunto, o pio Zarathustra, allorquando, in questo mondo terreno, qualcuno si sta ravviando i capelli, si taglia i capelli, si taglia le unghie, e lascia le parti così recise nella propria abitazione, a danno degli uomini (2).
Per tali atti colpevoli (3), i demoni invadono la terra; per tali atti colpevoli, gl'insetti nocivi invadono la terra, gl'insetti nocivi che gli uomini chiamano vermi, che divorano il grano nei granai, e rodono le vesti nei loro ripostigli.
Ma tu, o Zarathustra, quaggiù, in questo mondo terreno, puoi ben tagliarti i capelli e scorciarti le unghie. Ma poi ne porterai via le parti recise alla distanza di dieci passi lontano dagli uomini pii (4), di venti passi lontano dal fuoco, di trenta passi lontano dall'acqua, di cinquanta passi lontano dal fascio delle verbene legate secondo il rito.
Là tu scaverai una fossa, della profondità di una disti (5), nella terra dura, della misura di una spanna nella terra molle; e vi deporrai quelle parti recise, pronunciando, o Zarathustra, queste parole vittoriose: “Per la santità, Ahura Mazdao ha fatto crescere le piante!” (6).
Indi, con una mazza di metallo, intorno a quella fossa, traccerai tu tre e sei e nove circoli.
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Reciterai allora tre e sei e nove volte la preghiera Ahuna Vairya (7), dicendo: “A te adduco queste unghie! A te, o augello Ashozusta (8), addico queste unghie! A te le addico acciocchè diventino altrettanti pungoli, coltelli, archi, frecce adorne di penne d'aquila (9), pietre da fronda, contro i demoni di Mazana!" (10). Che se non fossero così addette all'augello Ashozusta, quelle unghie diverrebbero appresso, in mano ai demoni di Mazana, altrettanti pungoli, altrettanti coltelli, archi, frecce adorne di penne d'aquila, pietre da fionda.
1 - Questo é il vero caso teologico-morale: come mai l'uomo, anche pio, può favorire il male?
2 - Nel senso che, lasciati questi resti nelle case, vi producono l'infezione.
3 - Ovvero: In quei luoghi così contaminati.
4 - Il Testo primitivo doveva dire uomini senz'altro; pii è una glossa.
5 - Nome d'una misura sconosciuta.
6 - Passo del Yasna, XLVII, 6.
7 - È la preghiera più santa del Zoroastrismo. Se ne darà la traduzione più innanzi.
8 - Ashozusta, cioè l'amico della purità, è uno degli augelli sapienti mentovati qua e là dall'Avesta.
9 - Quest'aggettivo, di natura epica (cfr. l'Inno a Mithra più innanzi), non doveva essere nel testo primitivo.
10 - È la regione montuosa intorno al Mar Caspio abitata da demoni anche secondo il Libro dei Re, di Firdusi.