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VII. Sul Regno Etereo e la sua Relazione con la Profezia
Le Sacre Scritture chiamano la seconda, più indefinita aria Kavod ["gloria"], poiché è detto:"La terra tutta è piena della Sua gloria" [Isaia VI, 3]; e Dio Stesso ha dichiarato: "Come è vero che Io vivo, tutta la terra deve essere piena della gloria dell’Eterno" [Numeri XIV, 21]. Il popolo lo chiamano Shekhinah ["dimora" o "residenza"] così è detto: "E la Gloria dell’Eterno dimora" [Esodo XXIV, 16], e altrove: "che la gloria possa dimorare nel nostro paese" [Salmi LXXXV, 9]. L’autore del nostro libro Lo ha chiamato "respiro del Dio Vivente" così è detto: "E il mio spirito rimarrà in te, poiché tu non temi", [Haggai II, 5]. Tramite questa seconda, più indefinita aria, la parola della profezia è trasmessa, come è detto: "Lo Spirito del Dio Eterno è su di me" [Isaia LXI, 1]. É sempre tramite questa seconda, aria indefinita che tutti i miracoli visibili sono apparsi ai profeti, come è detto: "in una visione dello Spirito di Dio" [Ezechiele XI, 24]. Questa è evidentemente una cosa creata, poiché qualsiasi cosa al di fuori del Creatore, possa essere il Suo Nome sempre esaltato! è una cosa creata, poiché è detto: "non c’è nessun altro al di fuori di Lui" [Deuteronomio IV, 35]. Comunque questa seconda, indefinita, ma aria creata, che è nel mondo come la vita è nell’uomo, la parola creata udita da Mosè nell’aria visibile è stata prodotta insieme al decalogo ascoltato dai nostri padri. Questa è stata chiamata: "voce del Dio vivente" [Deuteronomio V, 26]. Attraverso la voce del Dio vivente, le sette qualifiche della voce dell’Eterno sono parlate. Da questa seconda aria deriva la conoscenza della saggezza, che Dio ha tramandato per gli uomini insigni, come è detto: "E lo spirito dell’Eterno resterà su di lui, lo spirito della saggezza e della comprensione, lo spirito del consiglio..." [Isaia XI, 2]. Da questa conoscenza derivano le facoltà del coraggio e del valore, che Dio garantisce a chiunque Lui voglia, poiché è detto: "Allora lo Spirito dell’Eterno venne su Jephthah" [Giudici XI, 29] e: "Ma lo Spirito dell’Eterno venne su Gideon" [Giudici VI, 34]. Per questa ragione, l’autore del nostro libro ha dato "vita alle parole" come primo nome.
Secondo il senso delle parole: "di coloro il cui trono è fortificato dall’inizio", questo significa che la seconda, tenue aria è per Dio, possa Egli essere celebrato ed esaltato! come il trono, per comparazione, è per il re. Così è detto: "L’Eterno ha preparato il Suo trono nei cieli; e il Suo regno governa su tutto", [Salmi CIII, 19]. Questa è la ragione per cui il Tabernacolo è stato chiamato il Suo trono, secondo il verso: "essi chiameranno Gerusalemme il trono dell’Eterno" [Geremia III, 17].
Riguardo il significato delle parole: "benedetto e il cui nome è benedetto" questo è un appellativo generico per la luce che entra nell’aria visibile dell’intero mondo sottostante, come è detto: "E benedetto sia il Suo glorioso nome per sempre: e sia la terra riempita della sua gloria" [Salmi LXXII, 19]. Questo oggetto è anche ciò che il Saggio ha chiamato "Ruach Ha-Qodesh" ["Spirito Santo"]. Attualmente, dopo che la profezia è sparita, apparve a loro una luce come se fosse riflessa da uno specchio, ed essi sentirono una voce come un eco, che è come dire che il deserto la riverberò a loro, e ciò è stato chiamato "Bath Qol" ["figlia della voce"], che significa bambino a causa della sua voce. Riguardo a ciò, la Scrittura ha detto: "E le tue orecchie ascolteranno una parola dietro di te, che dice…" [Isaia XXX, 21]. La Scrittura non ha detto: ["davanti a te"].
L’autore del nostro libro dice che questo concetto fu la prima cosa creata, e che è la cosa più tenue nell’esistenza, ma anche la più forte. Questa è seguita dall’aria visibile dove il Creatore ha formato i dieci numeri e le ventidue lettere…
VIII. Sulla Geometria della Fonetica e l’Ordine dell’Alfabeto:
Le ventidue lettere sono tre principali, sette doppie, e dodici semplici, che sono aperte nell’aria, tracciate dalla voce e situate in cinque posti nella bocca. Sono state divise tra loro in cinque sezioni:
1 - Aleph, Hé, Het, Ayn sono pronunciate all’estremità della lingua con l’ugola.
2 - Beth, Vav, Mem, Phé sono pronunciate con le labbra che si toccano e con la punta della lingua.
3 - Ghimel, Yud, Kaph, Qof sono articolate con il lato della lingua.
4 - Daleth, Thet, Lamed, Nun, Tav con la parte di mezzo della lingua.
5 - Zayn, Shin, Samekh, Resh, e Tsadeh sono pronunciate tra i denti con la lingua bassa.
Secondo le diverse posizioni nella bocca necessarie ad articolarle, c’è anche una differenza tra le lettere nel modo in cui sono tracciate nell’aria. Così l’autore ha detto "scolpite con il soffio", "incise con la voce". La voce traccia le lettere, le invia attraverso l’aria, le apre e le ordina. Il gruppo Aleph, Hé, Het e Ayn [ahacha] è il più delicato e produce una linea dritta nell’aria. É seguito da Ghimel, Yud, Kaph e Qof [gikhaq], che producono nell’aria figure triangolari sia diseguali che equilatere secondo il loro moto. Questo gruppo è seguito da Daleth, Thet, Lamed, Nun, Tav [datlanat] che producono figure quadrate, sia semplici che complesse secondo il loro movimento. Poi seguono Zayn, Shin, Samekh, Resh, e Tsadeh [zshosrots] che producono figure oblique, alcune con angoli retti, altri acuti o ottusi secondo il loro movimento nell’aria. Finalmente le lettere Beth, Vav, Mem e Phé [bumaph] producono forme sferiche nell’aria secondo la forza della loro pronuncia, alcune semplici ed altre più complesse. L’autore ha ordinato il gruppo [bumaph] dopo [ahacha] poiché Beth è la seconda lettera dell’alfabeto. Egli che per primo definì la sequenza alfabetica, collocò Beth verso l’inizio per separare questi cinque diversi gruppi di lettere, e per impedire la loro combinazione, come anche per eliminare qualsiasi difficoltà a studenti e bambini nella pronuncia delle lettere. Attualmente, la composizione delle parole con queste ventidue lettere di solito combina solo le lettere corrispondenti ai diversi organi vocali. Due lettere che appartengono allo stesso raggruppamento sono molto raramente combinate con un altro. Così Zayn e Shin non appaiono mai vicine l’una con l’altra nella lingua Ebraica; né avviene per Samech e Shin; né Kaph e Ghimel; né Daleth e Tet sono accoppiate nella stessa parola. Ho già spigato ciò nel primo dei libri grammaticali…