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III. Sui Numeri "Chiusi", Madri, Doppie, Semplici

 

L’autore poi spiega le trentadue vie, e afferma che queste sono dieci numeri e ventidue lettere. Noi traduciamo la parola "b’limah" con "chiuso". La traduzione letterale è fornito di freno (1), come è detto: "la cui bocca deve essere tenuta con il freno e il morso" [Salmo XXXII,9]. L’autore poi divide le lettere in "tre madri fondamentali". Il senso della parola [Aleph-Vav-Mem, ôm] è "madre" e questo è un termine confermato nella Mishnah. É detto: "C’è una madre per la tradizione e una madre per la lettura" [Pesahim 6b; Sukkah 6b]. Questo significa che la Legge è stata interpretata: secondo il principio della Scrittura e secondo il principio dell'insegnamento orale. La parola [ôm] è chiamata l’origine primitiva della parte del corpo dove risiede la lebbra, come nel brano: "O la ferita originaria è sparita o è diminuita" [Nega'im, I, 5]. Utilizzando questa metafora, l’autore dice "tre lettere fondamentali" [yesod Ghimel otiot].

La traduzione letterale delle parole "sheva k'phulot" è "sette doppie", poiché è detto che ci sono due tipi di conoscenza: "I segreti della saggezza, che sono molteplici" [Giobbe XI, 6]. Questa è la conoscenza del Creatore e la conoscenza delle creature. Ci sono anche due tipi di punizione: "poichè essa [Gerusalemme] ha ricevuto dalle mani del Signore il pieno ammontare per tutti i suoi peccati" [Isaia XL, 2]. Queste sono punizioni nella persona e nella fortuna, del sacro e del profano, per il re e per la moltitudine, e per il colto e il volgare.

Le parole "shtem esre ph'shutot" indicano le "dodici semplici" lettere. Rispetto agli oggetti composti, le cose isolate e separate sono considerate"semplici" per distinguerle da quelle composte, come è detto: "un semplice anno" per distinguerlo da un anno embolismico. L’anno semplice è di dodici mesi, l’anno embolismico ne ha tredici. Si dice anche "primo nato" e "semplice". "Primo nato" si riferisce a due parti, "semplice" ad una sola. Nelle carte astronomiche degli anni complessi, questa è la misura approssimativa della rivoluzione di una determinata stella. Gli anni semplici sono la media della sua progressione attraverso ogni anno solare. Poiché le sette lettere sono doppie, le rimanenti lettere sono chiamate semplici per distinguerle da quelle composte…[…]

 

IV. Sui "Testimoni" della Creazione

 

"Per mezzo di questi [32 sentieri], l’Eterno, Maestro delle armate, Dio di Israele, Élohïm vivente, Onnipotente, Unico, Elevato e Residente in Eternità, Santo Sia Il Suo Nome, ha tracciato tre madri e la loro progenie, sette comandanti e le loro armate, e dodici limiti allo spazio". La prova di ciò è data dal fidato testimone: l’universo, l’anno e la persona [anima]. Ad ognuno si applica la regola del dieci, tre, sette e dodici i loro corrispondenti: le sfere, il Drago e il cuore.

Io traduco "padri" [avot] come "madri, in base a ciò che ho affermato in precedenza, le parole: padri, madri, principali, materia prima, sostanza iniziale, ecc. hanno tutte lo stesso significato. Traduco la parola "kobeshin" come "capi" perché essi conquistano le regioni, come è detto "E consumerà la terra prima l’eterno", [Deuteronomio XXXII, 22]. Altrove è detto: "di tutte le nazioni che ha assoggettato", [II Samuele VIII, 11]. Traduco le parole "g'vulei alakson" come "limite dello spazio" perché è questo il senso delle parole trovate frequentemente nel Talmud. Lì è detto: "ogni cubito forma un cubito e due quinti in diagonale" [Baba Batra, 101 b]. Ciò significa che la diagonale è un cubito e due quinti in ogni quadrato con il lato semplice di un cubito, sebbene ciò non è del tutto corretto. La misura esatta della diagonale è la radice quadrata di due.

Tali [Tav-Lamed-Yud] può essere definito come il dragone. Io mi rendo conto che questo è il punto in cui si intersecano due orbite [l’orbita del sole e l’orbita della luna] come l’equatore e l’orbita del sole. Attualmente, il piano dell’orbita del sole è inclinato di ventitré gradi e una frazione rispetto all’equatore. Quando supponiamo che le due orbite sono allineate, necessariamente si intersecano in due punti opposti. Uno dei due punti è chiamato l’equinozio di primavera e l’altro, l’equinozio d’autunno. Come quando le orbite del sole e della luna si intersecano l’una con l’altra in due punti opposti (ogni punto è chiamato "dragone"), uno di questi punti è talvolta chiamato la testa, e l’altro, la coda. Questo spiega l’origine del nome del dragone. Non è una costellazione che assomiglia ad un dragone o a qualunque altra creatura. "Dragone" si riferisce alle spire e alle curve che si formano quando una sfera è posizionata a nord e l’altra a sud. Gli Ebrei gli hanno dato un nome simile, dal momento che è detto: "Con il suo spirito ha decorato i cieli; la Sua mano ha formato il tortuoso serpente…"

 

 

[1] Noi abbiamo preferito, in linea con gli autori più recenti la traduzione "Senza niente". L'esatto significato dell'espressione Sephiroth b'limah, dice Gadiel Toaaf, in una nota alla sua traduzione del Sepher Yetzirah, espressione che l'autore usa costantemente, non parla parla infatti mai solamente di sephiroth, ma sempre di sephiroth b'limah, è ancora oggi oggetto di dispute e di ipotesi diverse. Infatti per alcuni studiosi le "sephiroth" sono b'limah da bell, che in ebraico significa "senza", e mah che significa "cosa" ossia "senza niente" come traduce per esempio il Goldschmidt (Das Buch der Schópfung, Frankfurt 1894). L'Abelson (Misticismo ebraico: la Kabbalà, Torino 1929), che concorda con questa traduzione, sostiene che "dieci sephiroth senza niente" significa, in altre parole, "sephiroth astratte" ossia le forme in cui furono gettate in origine tutte le cose create. Le sephiroth sarebbero forma per essere distinte dalla materia. Come i dieci numeri primordiali stanno alla base della prima produzione della forma, così le ventidue lettere sono la causa prima della materia. Ogni cosa esistente ed in via di sviluppo è dovuta ai poteri creativi delle lettere ma è in-concepibile senza la forma di cui l'investirono le dieci sephiroth. Altri studiosi, tra cui Castelli (Il Commento di Sabbatai Donnolo sul libro della Creazione, Firenze 1880), assumono come valido il significato di "prime nel tempo, senza precedenti, prime come elementi creati", oppure "infinite". Per altri ancora (Di Nola; Magia e Cabbala nell'ebraismo medioevale, Napoli 1964) il termine b'limah significa "senza precedenti materiali di origine", sottolineando così la particolare primarietà di semi cosmogonici delle sephiroth che derivano esclusivamente dalla ruah Elohym. Questa ipotesi sarebbe suffragata anche dal fatto che in Giobbe 26, 7, troviamo detto che la terra è sospesa Beli-mah, su "nessuna cosa" ad essa preesistente. Tuttavia, come lo Scholem (Le origini della Kabbalà, Bologna 1973) ha giustamente osservato, il contenuto del testo suggerisce piuttosto il senso di "chiuso", di "chiuso in sé e alla base dell'espressione b'limah potrebbe esserci un termine greco non identificato. [Torna al Testo]