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Nell’abbondante e poliedrica produzione letteraria mistico cabalistica, il Sepher Yetzirah o "Libro della Formazione", occupa certamente un posto di particolare rilievo. 

Nel trattato Sanhedrin del Talmud il testo viene citato con il nome Hilchoth Yetzirah ossia: "norme relative alla creazione" e viene presentato come un’opera di magia.

Lo Scholem scriveva a proposito: "Sebbene il libro sia presentato come un avviamento teorico alla comprensione della costruzione del creato, non è però escluso a priori che esso dovesse costruire contemporaneamente una chiave per pratiche magiche, almeno nel senso di un programma generale che doveva essere accompagnato da istruzioni più precise nell’applicazione di questi principi ed altre cose, per esempio sotto forma di indicazioni orali. L’affinità della teoria del linguaggio del libro con la concezione magica del potere delle lettere e delle parole è evidente".

Tutta la Cosmogonia è trattata e simbolizzata dai dieci numeri e dalle ventidue lettere dell'alfabeto, che costituiscono le "Trentadue Vie".

 

È questo più antico testo ebraico, tuttora esistente, di pensiero sistematico, speculativo. La sua brevità, meno di 2000 parole complessive nella versione più lunga, il suo stile oscuro, la sua terminologia, non trovano paralleli in altre opere su temi affini.
Il Sepher Yetzirah ci è pervenuto in due versioni, una breve che appare in moltissime edizioni come il libro stesso, ed una lunga, talvolta pubblicata come appendice alla breve. Copie manoscritte del testo esistevano già dal X secolo.
 

Il Sepher Yetzirah è un concentrato di formule di corrispondenze volto a svelare il parallelismo dei fenomeni spazio-temporali nella natura fisica ed umana mostrandone le loro radici nei mondi della pura coscienza "divina";  un denso compendio di cosmogonia e cosmologia, nel quale l'Autore cerca di mettere d'accordo le sue idee con le discipline talmudiche relative alla dottrina della Creazione e della Merkavah.  In questo modo il Sepher Yetzirah semplifica la complessità disorganizzata della realtà "riordinandola" in un insieme armonico semplice e simmetrico.

Il libro, come noi lo conosciamo, è un monologo del patriarca Abramo, in cui, per mezzo della contemplazione di tutto ciò che lo circonda, Egli arriva alla convinzione dell'unità di Dio.

 

In questa stessa sezione è presente la traduzione integrale della versione "Grande" con stralci del commento di Sa'adia ben Joseph (al-Fayyumi 931 d.C.), una analisi critica sulla lingua del testo, e una indagine comparativa del Sepher Yetzirah ed il linguaggio della Qabalah di Luria.

 

Sepher Yetzirah 

Indice

Asch Metzareph Sepher Sephiroth Sepher ha-Bahir Ma'asch Berechith   

Il Talmud Sepher ha- Yetzirah Sepher ha-Zohar