AMORE E DIVINITÀ

 

La teologia ebraica, a prima vista, sembrerebbe aver poco posto per i mistici. Il popolo, infatti, sapeva assai bene chi era il suo Dio, e la sua essenza lo interessava poco, Poiché egli non aveva né dimensioni né forma. Sapeva come aveva creato il mondo e perchè e quello ché egli si attendeva dal popolo ché in esso viveva. Tutto ciò era steso in parole chiare e comprensibili. Non c'erano misteri da chiarire e nessun segreto da scoprire.

Tuttavia c'era qualcosa di insondabile in JHVH. La sua assoluta spiritualità era un enigma. La sua assenza di forma stimolava la speculazione sulla sua natura. Quando Egli apparve davanti al suo popolo fu in forma di fumo e di nube, una nube ardente, ma comunque una nube.

La stessa semplicità e chiarezza della fede ebraica portavano le nature sensibili a cercare al di là del semplice e dell'ovvio. Molti erano quelli che si inoltravano per strade segrete a cercare oltre la ragione e il senso, sicché i loro tentativi e le loro scoperte rappresentano un tesoro notevole di tradizione mistica.

Fondamentale caratteristica del misticismo ebraico è la brama di totalità ed il desiderio di unione: il mistico infatti ha cercato di comunicare con il suo Dio attraverso l'amore e il formalismo della Legge non distruggeva la spontaneità di un flusso affettivo dello spirito. Cantava, infatti, il salmista: "Chi ho in cielo se non te? E nessuno vi è in terra che io voglia oltre te... Si, ti ho amato di un amore eterno, perciò con amorosa tenerezza ti ho rappresentato..." In questo sforzo di comunicazione e di unione, il mistico non ha fatto che trasferire la terminologia dell'amore fisico nel mondo della relazione spirituale.

 

Per la stessa natura delle cose vi è una frattura nell'universo, un taglio che provoca il dualismo dove l'unità dovrebbe prevalere. Dio è infinito. Il mondo è finito. Dio è spirito. Il mondo materia. Come possono entrare in contatto questi due? Qual'è il ponte di comunione tra loro? I mistici ebraici, in Babilonia, pensarono ad un angelo quale intermediario, creato da Dio, per governare il mondo, ed è a lui ché si riferiscono tutte le configurazioni antropomorfiche della Bibbia.

Vi era una fase quasi fisica in quell'angelo, librato al di sopra dell'abisso tra Dio e l'uomo; e ciò venne riflesso più tardi nell'idea dell'uomo primordiale, il quale era uomo, ma tuttavia molto più di questo. Era la forma d'uomo che Ezechiele vide sul carro mentre attraversava il cielo, simbolo della forma assoluta di tutta l'esistenza: origine di tutte le altre forme della creazione, di tutte le idee del pensiero supremo. Egli è il Logos ed il Verbo, l'essere che sta tra Dio e l'umanità.

Questo ponte umanizzato, oltre il baratro dell'universo, è ancora troppo semplice e concreto. Non soddisfa ancora l'anima speculativa del mistico esaltato. Il cabalista, perciò, si spinse ancora più in là nel buio del dualismo a cercare la luce dell'unità.

Elaborò così l'idea di concentrazione, secondo la quale si suppone che l'infinito si contrae per far posto ad un mondo materiale finito.

Tra spirito e materia c'e una serie di emanazioni: dieci "Sephirot". Non uno, ma dieci ponti congiungono il Creatore al suo universo, radiazioni della divina volontà riducendosi di splendore man mano ché se ne allontanano.

Dieci ponti tra due sfere diverse, non portano ancora all'unità.

Ma verrà il momento in cui l'unità assoluta sarà raggiunta. Il finito dell'uomo scomparirà assieme col peccato, con Satana e con l'Inferno. Ciò avverrà all'avvento del Messia. Egli verrà quando tutte le anime saranno condotte alla purifica­zione attraverso una serie di trasmigrazioni, per ritornare incontaminate alla loro origine divina. L'anima del Messia è

l'ultima della riserva della anime create da Dio in cui Egli formò il mondo. Colui ché aumenta la popolazione sulla terra, abbrevia l'intervallo tra il presente e la nascita del Messia. Egli avvicina l’incontro tra l'essere divino e le sue creature. La vita sessuale favorisce l'unita dell'universo.

Ma ci sono molti altri aspetti per i quali l'unione universale si fonda sull'unione terrena dei sessi. Il creatore è riflesso nelle sue creature. Poiché egli è uno, risiederà in colui che similmente è uno; "soltanto quando l'uomo si è tanto perfezionato da essere uno, il Santissimo abiterà in lui. E quando si può chiamare un uomo uno? Quando si unisce con una donna".

La divina presenza è considerata un dualismo unico, che si manifesta nell'accoppiamento delle emanazioni. C'è il re, simbo­lo del mondo ideale, e la regina che rappresenta il mondo reale. Il re e la regina spesso chiamati "i due volti", formano una coppia il cui compito è di riversare continuamente nuova fortuna sul mondo. Attraverso la loro unione essi continuano il processo di creazione e, ancora più importante, eternano le opere della creazione.

Similmente le due armi di Dio, il Giudizio e la Grazia, sono un altro dualismo che si deve riunire. La Grazia è l'espandersi della volontà e l'origine delle anime maschili. Il Giudizio è contrazione della volontà e fonte delle anime femminili. L'uno dà la vita e l'altro è apportatore di morte. La loro separazione renderebbe impossibile l'esistenza del mondo. Per fortuna essi si compendiano nel simbolo comune della Bellezza la cui rappresentazione materiale è il cuore. Le armi del Signore ed i sessi umani vengono uniti dall'amore, così che il mondo può continuare ad esistere.

Ci sono altre due emanazioni divine che sempre ricercano l'unione; la sfera della Bellezza e del Regno. La prima rappresenta il cielo; la seconda la terra; esse si incontrano nella sfera della "Fondazione" o "Base", che significa anche copula. Ma queste due non possono unirsi a meno che non avvenga anche un amplesso umano. Ancora una volta l'unione dei sessi tra esser umani conduce all'unione delle emanazioni separate dalla divinità.

Come l'universo è un dualismo alla ricerca della fusione, così, l'uomo stesso in origine era duplice; Dio lo creò con due volti, cioè bisessuato, e poi lo separò in maschio e femmina. Da quando avvenne quella separazione né l'uomo né la donna sono stati completi da soli. Per attuare il proprio io, per trovare completezza ed armonia, egli deve cercare l'unione col compagno di sesso opposto.

Dio stesso, per la sua stessa unità, non era assolutamente completo, Poiché egli non realizzò l'armonia finché non ebbe creato l'universo. E perchè lo creò? Per amore verso un altro essere per desiderio del suo mondo non creato. Ed egli non rea­lizzò se stesso finché non scelse Israele per sua sposa, perché allora egli si unì alla propria Gloria.

Tutte le preghiere mistiche cominciano con le parole "per amore dell'unione che il Santissimo ha con la sua gloria". Tutto ciò che l'uomo cerca di ottenere con la preghiera, è questa unione divina, perchè anch'egli è parte della gloria e questa unione con Dio è la sua più grande speranza.

Dio si riflette nella sua Legge, e la Legge è amata da Israele quanto l'amplesso sessuale lo è dagli altri popoli. Perciò chi non ha conosciuto l'amore appassionato per la donna non può giungere all'amore di Dio. Nessuna preghiera raggiungerà il trono dei cieli, a meno che il credente nell'offrirla, non abbia sperimentato la passione fisica. Difatti, l'unione sessuale è in sé di natura divina. "Tre cose posseggono aspetto divino: il Sole, il Sabbath e l'amplesso sessuale."

E nella misura in cui l'uomo cercò di attuare l'unità divina, così il Santissimo desidera vedere gli uomini che si uniscono. Quando uomo e donna si uniscono in purità e santità, il Santissimo si trova tra loro, perchè Dio prende parte al risultato di tale unione.

Vi sono tre cooperatori per l'uomo: il padre, la madre e Dio. Quando la vita umana giunge al termine, il Santissimo si prende la sua parte, l'anima, mentre il padre e la madre rimangono con il corpo. La società temporanea, terrena, dell'uomo, della donna e Dio è sciolta. L'anima si libera per un'altra e più vera unione nel mondo superiore. Lassù essa torna alla propria origine nell'Essere Divino.

Il Cabalista parla di questo mondo superiore come del mondo della verità. Esso è anche il mondo dell'unione. Perchè molto prima che il mondo terreno fosse creato, vi era già l'amore e tutta l'esistenza era un immenso abbraccio. Poi fu creato il mondo fisico e l'abbraccio amoroso universale venne sconvolto. Invece di una persistente unione, si ebbero temporanee unioni, amplessi, sia nelle sfere superiori ché inferiori. L'universo, comunque, sta avvicinandosi sempre più al suo creatore. E sulla strada dell'unione continua la fusione del Creatore con la sua creazione.

- Indice della Sezione -

- Introduzione - Il Patto - Crescete e Moltiplicatevi - La Donna e l'Unione -

- L'Impurità - Non farai per te nessuna immagine - Amore e Divinità -

 

L'immagine utilizzata per questa sezione è del Maestro Franco Gracco