| Vari tipi di Sfingi Testa di uomo e corpo di leone, la Sfinge egiziana sembra indicare la ragione che domina l'impulso del desiderio. Questo binario è proposto come modello all'uomo: è il principio individuale messo in presenza del principio universale che rappresenta le Piramidi. Questo ultimo principio è settenario, ha il ternario per fattore di subordinazione ed il quaternario per base di coordinamento.
In Caldea ed in Assiria, il Cherub sembra condensare i due principi espressi in Egitto con la Sfinge e le Piramidi. Ha testa umana e corpo di toro alato. Esso mette in evidenza il legame intimo della natura con la ragione. La forza impulsiva (leone) è sostituita dalla forza di inerzia (toro); questa a sua volta è bilanciata dall'energia ondulatoria ed espansiva (le ali). Risalendo ad un grado ontologico superiore, il toro e le ali si oppongono come la materia e lo spirito. Il pensiero si presenta regolatore del gioco delle due forze opposte.
La Sfinge greca combina il dato egiziano ed il dato caldeo. Il suo corpo è quello di un leone alato; la testa di uomo è sostituita da una testa e da seni di donna. Si scompone, a volte, l'essenza di questo corpo animale in diversi maniere: corpo di toro ed artigli di leone, corpo di leone e fianchi di toro, corpo di leone con coda di serpente. Le rappresentazioni dei vasi greci, tuttavia, non sembrano rispondere a questa suddivisione. Il leone alato rievoca la combinazione del desiderio e dell'espansione: sembra esprimere i due principi: individualità ed universalità. E questa opposizione risale, a nostro avviso, nei fondamenti ontologici di quella di materia e di spirito. Il leone alato è sormontato dal principio femminile ma solamente nelle sue funzioni superiori. La donna ha qui abbandonato la passività genesica: conserva la testa (espressione dell'idea della bellezza espressiva), ed i seni, (organo speciale di maternità e di dinamismo fluidico). Sembra dunque che, posto tra l'individuale e l'universale, il principio di armonia divenga femminile, ossia regolatore per influenza piuttosto che per intervento attivo.
È difficile dire se la costituzione organica della Sfinge sia ternaria o quaternaria. Se quattro principi intervengono (donna, leone, uccello, toro o serpente), il quarto è debolmente indicato. Al contrario, mentre le Piramidi, con la loro base quadrata rappresentano la costruzione dell'universo come riposante su un quaternario statico, la Sfinge, con le sue quattro zampe indica il quaternario dinamico come regolante la distribuzione del movimento nella natura. Al quaternario del movimento rappresentato dalle zampe, viene ad associarsi un binario dello stesso ordine rappresentato dalle ali. In modo che due principi differenti di movimento si combinano in un senario costituito dall'opposizione di quattro e due. E questo senario corrisponde ad un mondo a tre dimensioni. Il pensiero greco ed il pensiero caldeo si spingono così verso orizzonti più vasti del pensiero egiziano. L'Egitto non combinava la concezione della vita attraverso lo spazio con quella della vita sulla terra. Al contrario, sembra riservare alle ali il simbolismo della vita di oltretomba. Era l'opposizione di due vite che si escludono l'un l'altra. La concezione della Sfinge alata mostra al contrario, la partecipazione dell'essere umano, contemporaneamente, all'individuale ed all'universale, alla vita terrestre ed alla vita ouraniana. A questo nuovo punto di vista, si aggiunge nei greci la trasformazione del sesso per la parte umana della Sfinge. Sembra che, situato tra questi due termini: il cielo e la terra, il principio razionale della natura assuma il ruolo femminile. Esso deve essere regolatore e non guida. Questo principio appare qui come un binario fatto di un ternario virtuale. Alla testa si aggiunge un organo pari: i seni. E non sono delle mammelle ricolme di latte, ma delle sfere tese dalla potenziale fluidica di cui sono incaricate. La testa sembra esprimere il pensiero che regola, i seni sembrano indicare il principio energetico, e questo principio è intermedio tra lo spirito e l'universo sensibile, tra i cieli e la terra.
La Sfinge greca simbolizzerebbe così la costituzione della natura: 1° un principio intelligente, ma regolatore e non produttore; 2° un principio dinamico, che collega lo spirito alla materia; 3° un distribuzione senaria delle forze: binaria per l'espansione ouraniana e lo sviluppo dell'universale (forze cosmiche), quaternario per la vita individuale (atomismo, vita animale).
L'enigma proposto all'uomo e che deve risolvere sotto pena di morte, riguarda il principio maschile chiamato a prendere la direzione attiva di questa combinazione di principi che costituisce la natura; l'intelligenza della natura è incaricata solamente di mantenerne l'armonia. Al maschile direttore, di ispirarsi alla bellezza della natura, di leggere nel suo viso di donna i mezzi per dirigerla, di attingere dai suoi seni tesi il potenziale necessario per mantenere la sua attività.
Ecco l'enigma come la tradizione l'indica. Quale è l'animale che, nella sua infanzia cammina su quattro piedi, nella sua età matura su due e nella sua vecchiaia su tre? E la risposta è l'uomo. Piccolo bambino, progredisce sulle sue quattro membra; uomo, si alza sui suoi due piedi; vecchio, si aiuta con un bastone. Se ci si attiene a questo enunciato, il famoso enigma rievocherebbe semplicemente il corso della vita terrestre: l'uomo estratto dall'animalità, elevandosi al di sopra progredisce con alternanza, infine invecchiato, è trascinato verso la terra e chiede un sostegno alla natura vegetale, che è ridotta allo stato di strumento inanimato.
Questa considerazione di filosofia pratica sarebbe delle più banali se non ci fosse niente di più in questa storia, e si intenderebbe male l'importanza e la difficoltà dell'enigma.
Il bastone tra le mani del vecchio dà tuttavia da riflettere. Dal punto di vista fisico, vecchio e bastone vanno di pari in passo con la decrepitezza; ma non bisogna dimenticare che, nell'antichità, il bastone era anche lo scettro e che il vecchio doveva aver acquisito la saggezza. Il bastone è un prodotto della natura morta da cui l'uomo si è fatto uno strumento. Esprime l'analisi del pensiero, la dissezione della natura, la dissociazione del concreto. È tramite queste funzioni distruttive che l'uomo riesce ad accordare i suoi pensieri e le sue azioni con le necessità che gli impone la natura. Il bastone è un legame prodotto per la natura e per l'uomo, legame esterno privato della vita della natura e della vita dell'uomo. Simboleggia la soluzione il più relativa e più imperfetta dell'antinomia che oppone quaggiù l'uomo e la natura. Ma il decadimento della vecchiaia è, senza dubbio, la preparazione ad una vita più perfetta dove la natura e l'uomo saranno uniti intimamente. E la saggezza, che deve essere il frutto della vecchiaia, indicherà il principio sul quale riposa questa unione superiore.
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