Le Quarantene Spirituali della Massoneria Egiziana
(Da Documenti inediti del Santo Uffizio)
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PRIMA QUARANTENA
La terza scrittura che si trova nello zibaldone manoscritto del 1790 relativo al processo fatto subire a Cagliostro dal Sant'Uffizio, che costituisce il Ms. 245 del Fondo della Bib. Vitt. Eman. di Roma, è dovuta alla fatica particolare di Fr. Tommaso Vincenzo Pani, Commissario Generale della Santa Romana Inquisizione, ed è intitolata: Censura e qualifica del Sistema della Massoneria Egiziaca, e di varie proposizioni, che si incontrano, nei suoi Catechismi e Statuti.
Essa contiene una esposizione del sistema della Massoneria Egiziana fatta sulla scorta dei documenti sequestrati a Cagliostro e principalmente sulla scorta del Rituale della Massoneria Egiziana , o meglio della sua traduzione italiana manoscritta che il Tribunale del Sant'Uffizio ebbe cura di far fare dal manoscritto originale francese di proprietà del Cagliostro, certo per facilitare l'opera dei processanti.
Come abbiamo già detto questo rituale è tuttora inedito, benché piccoli brani ne siano stati pubblicati su l’Initiation nel 1906-1908, ed inedito è pure il manoscritto 245 della Biblioteca Vittorio Emanuele, nel quale e specialmente nella scrittura del Pani sono contenute numerose notizie circa questo rituale.
Dal punto di vista iniziatico hanno particolare importanza, nel Rituale della Massoneria Egiziana, le due quarantene spirituali , che avevano per scopo di conferire al Massone Egiziano la perfezione morale e quella fisica.
Ecco come il Pani espone la: Prima Quarantena per ottenere il Pentagono e divenire moralmente perfetto.
«É da scegliersi una montagna altissima, cui si darà il nome di Sinai
(1), e quello di Sion
(2) al Padiglione che si deve innalzare sulla sommità della stessa montagna, diviso in tre piani. La Camera Superiore di questo Padiglione sarà quadrata di 18 piedi, ed avrà quattro finestre ovali per ogni lato con una sola botola per penetrarvi. La Camera seconda, ossia di mezzo
(3) sarà perfettamente rotonda senza finestre e capace di contenere 13 piccoli letti, ed una sola lampada posta in mezzo la rischiarerà, né vi sarà alcun mobile che non sia necessario, e distrutta la superiore, questa seconda camera si comincia a chiamare Ararat, nome della montagna sopra la quale si fermò l'arca in segno di riposo
(4) che é riserbato ai soli massoni eletti da Dio. La prima Camera finalmente avrà la capacità conveniente per servire da refettorio ed avrà intorno tre gabinetti, due dei quali custodiranno le provisioni ed altre cose necessarie, il terzo le vesti, le Insegne, ed altri Strumenti Massonici o dell'arte secondo Mosè, come si dice nel libro
(5)». «Adunate le provisioni, e li strumenti necessari 13 Maestri si chiudono nel Padiglione senza poter più uscire per lo spazio di 40 giorni, che occupano i lavori, e travagli massonici, osservando in ogni giorno la stessa distribuzione dell'ore, così che sei siano impiegate nella riflessione, e nel riposo, tre nella preghiera ed Olocausto all'Eterno, che consiste nel dedicare tutto se stesso colla maggiore effusione di cuore alla gloria di Dio, nove nelle sacre operazioni, le sei ultime finalmente nella conversazione, e ristabilimento delle forze perdute tanto rispetto al fisico, che rispetto al morale. Passato che sarà il trigesimo terzo giorno
(6) di questi esercizi cominciano i racchiusi Maestri a godere del favore di comunicare visibilmente colli sette Angeli primitivi
(7) e di conoscere il sigillo e le cifre di ciascuno di questi Enti Immortali, che saranno da essi medesimi incisi nella Carta Vergine, che al dire dello stesso Libro è la pelle d'un Agnello non nato, purificata nel drappo serico, o la secondina di un fanciullo maschio nato da un'ebrea, purificata egualmente, o carta ordinaria benedetta dal fondatore, e questo favore durerà fino al quarantesimo giorno, in cui terminati i lavori, comincerà ognun di loro a godere del frutto di questo ritiro che é il seguente».
«Riceverà egli per se il Pentagono
(8), o sia quella Carta Vergine, sopra la quale hanno gli Angeli primitivi impresse le loro cifre e sigilli, munito del quale é reso così Maestro e capo di esercizio
(9), senza soccorso di alcun mortale il suo spirito é riempito di fuoco divino
(10), il suo corpo diviene altrettanto puro quanto quello del fanciullo più innocente, la sua penetrazione é senza limiti, il suo potere immenso, né ad altro più aspira, che ad un perfetto riposo per arrivare all'immortalità, e poter dire di sé: Ego sum qui sum
(11)».
Né egli solo avrà il Pentagono sacro già detto, ma ne avrà sette altri differenti dei quali potrà disporre in favore di sette persone o uomini, o femmine, che lo interesseranno di più. Questi Pentagoni secondarii non hanno impresso il sigillo, che di uno solo di sette Angeli, il perché chi lo possiede non può comandare che a questo, e non a tutti i sette Angeli, come fa chi possiede il primario Pentagono, con l'altro di più che questi comanda agli Immortali nel nome di Dio immediatamente, ma il Possessore del Pentagono secondario non può comandare loro che in nome del Maestro, da cui ha avuto il Pentagono, ed opera per il suo potere di cui ignora il principio. Si veda la proscritta opera di Cornelio Agrippa nel tomo primo ai cap. specialmente 20, 30, 31 e 32 e seguenti, e se non si incontrerà la stessa maniera di procurarle, si vedranno però indicate l'istesse o consimili Cifre, o Pentagoni ordinati al medesimo effetto di legare, o comandare a spiriti aerei, e di operare molte meraviglie, e portenti.
Abbiamo veduto finora il primo frutto che si fa sperare a Massoni Egiziaci da una delle loro quarantene, e dai precedenti lavori, vediamo ora l'altro che si prefigge alla seconda quarantena se comparisce meno superstiziosa, e però assai più laboriosa e difficile. Questo frutto é la fisica rigenerazione, ossia la felicità di potere rinnovando ogni cinquanta anni la quarantena medesima giungere alla spiritualità dell'età di 5557 e prolungare la vita sana, e tranquilla, sinchè piaccia a Dio di ritirare il Massone vicino a se
(12) .
SECONDA QUARANTENA
Dopo avere esposto la: Prima quarantena per ottenere il Pentagono e divenire moralmente perfetto, il Fr. Tommaso Vincenzo Pani, Commissario Generale della Santa Romana Inquisizione nel processo contro Cagliostro del 1790, così prosegue, sulla scorta del Rituale della Massoneria Egiziana, ad esporre l'altra quarantena per ringiovenire, e diventare fisicamente perfetto.
«Chi aspira a questo deve ritirarsi nel Plenilunio di Maggio con un amico in campagna
(13), ed ivi chiuso in una camera ed alcovo (?) soffrire per 40 giorni una dieta estenuante con scarsi cibi consistenti in zuppe leggiere, ed erbaggi teneri refrigeranti, e lassativi, e bevande di acqua distillata, o piovuta in Maggio
(14), per modo però che ogni rifezione cominci col liquido, cioè colla bevanda, e termini col solido, che sarà un biscotto, o una crosta di pane. Nel decimosettimo giorno di questo ritiro, fatta una piccola emissione di sangue, comincierà a prendere certe goccie bianche, che non si spiega di che siano composte, e ne prenderà sei la mattina e sei la sera, accrescendone due per ogni giorno sino al giorno 32. In questo giorno si rinnova un'altra picciola emissione di sangue al crepuscolo del Sole, nel giorno seguente si mette in letto per non rialzarsi che sul finire della quarantena, ed ivi comincia a prendere il primo grano di Materia Prima, che al dir di questo libro é quello stesso, che creò Iddio per render l'uomo immortale
(15), e di cui l'uomo ha perduto per il peccato la cognizione, né può essere riconquistata che per gran favore dell'Eterno e pei lavori massonici».
«Preso questo grano quello che deve essere ringiovanito perde la cognizione e la parola per tre ore, e messo in convulsione si scioglie in gran traspirazione, ed evacuazioni. Rinvenuto poi, e cambiato di letto deve essere ristorato conun consumato di una libra di manzo senza grasso misto a varie erbe refrigeranti. Se questo ristorativo lo mette in buon stato, nel dì seguente gli si dà il secondo grano di Materia Prima in una tazza di consumato, che oltre agli effetti del primo gli cagionerà una gagliarda febbre con delirio, gli farà perdere la pelle e cadere i capelli e i denti. Nel dì seguente (il 35°) se l'ammalato é in forze farà per un'ora un bagno né caldo né freddo. Nel trentesimo sesto giorno in un bicchiere di vino vecchio, e generoso prenderà il terzo, e l'ultimo grano di Materia Prima, che lo sopirà in un dolce sonno assai quieto e tranquillo, e allora é che rinasce il pelo, cominciano a rigermogliare i denti, e risarcirli la pelle. Risvegliato da sé deve tuffarsi in un nuovo bagno aromatico, ed immergersi nel giorno 38 in un bagno d'acqua ordinaria inzuppata di Nitro
(16), dopo il quale comincia a vestirsi, ed a passeggiare per la camera, e prese nel trigesimo nono giorno dieci goccie del Balsamo del Gran Maestro in due cucchiai di vino rosso
(17), nel quarantesimo giorno abbandonerà la casa, ringiovenito già, e ricreato perfettamente».
«Così aggiunge il Gran Cofto al commento ridicolo della Materia Prima, che trasmuta i metalli, e rende l'uomo immortale; il qual commento é stato sempre l'occupazione de sciocchi, e l'abominazione di tutti i più savi filosofi
(18), aggiunge dissi infinite superstizioni, ed inezie per rendersi vieppiù colpevole, e ridicolo; ed io pago di avere dato un breve saggio delle diaboliche funzioni, nelle quali si occupa la Società Egiziaca,, mi volgo ora a rilevar maggiormente la somma contrarietà ed opposizione, che ha con tutto il sistema cattolico».
Nel Compendio della Vita e delle Gesta di Giuseppe Balsamo , compilato sulla scorta dei documenti costituenti il Ms. 245 della Bib. Vitt. Em. di Roma da Monsig. Barberi, e pubblicato nel 1791 per diffamare Cagliostro, sono pure descritte le due quarantene in modo quasi identico a quello che abbiamo riportato. É evidente che il Barbèri ha copiato dai Pani, saltando solo qualche frase e tratto. Però nel Compendio
(19) egli aggiunge di suo: A compimento di storia non dobbiamo tralasciar di avvertire che l'uno, e l'altro metodo é prescritto ugualmente per la Donna, e che nella parte riguardante la Rigenerazione fisica si, ingiunge a ciascuna delle medesime di ritirarsi o sulla Montagna, o in Campagna, colla sola compagnia di un amico, il quale deve prestarle tutti gli uffici necessari, e quelli particolarmente che corrispondono alle crisi della cura corporale.
La sottolineatura maligna ed idiota é del Barbèri. Il lettore può ammirare con quale arte
(20) il difensore della religione dominante insinui, a danno di Cagliostro e dei Frammassoni, delle sudicierie per compiere le quali non occorrerebbe di certo tutto l'apparato delle quarantene spirituali; ma egli doveva assolvere il compito prefissosi, o prefissogli, di mostrare l'impostura di Cagliostro, e non vi é da stupire se fa del suo meglio. Tutto fa, diceva quel tale che rimetteva del suo per aumentare l'acqua d'Arno!
Qualche altro dato sopra le due quarantene, di cui non vi é traccia nel Compendio , si trova nella Scrittura terza del Ms. 245, intitolata:
Sentimento teologico sopra la Massoneria Egiziaca, e censura di proposizioni estratte dai suoi Statuti, Riti e Catechismi, dovuta alla penna di Fr. Francesco Antonio Contarini, Minore Conventuale del Sant'Uffizio.
«Se la Massoneria ordinaria», scrive il Contarini
(21), «fu giudicata solamente sospetta fortemente di eresia, perché nascondeva le sue massime nel buio di un profondo sin allora mai penetrato segreto, in questo punto che l'alta provvidenza divina
(22) ci svela la dottrina e le pratiche della Massoneria Egiziana figlia di quella, ma forse peggiore della madre, non mi sembra che siavi più da esitare nel condannare questa società per eretica
(23) perché insegna questa dottrina due sorte di operazioni l'una per rendersi immortale fisicamente, l'altra per divenirlo spiritualmente». Così si esprime alla pag. 263
(24).
Della immortalità del corpo così parla alla pag. 114: «Che un vero Maçon può rinascere dalle sue ceneri (come la Fenice), che può rinnovellarsi, e ringiovenire a suo piacimento: Che la sua vita non ha più termine fisso: Che un Maçon avendo ottenuto questo grado di potenza, la morte non ha più alcuna presa sopra di lui»: e alla pag. 262 dice: «Essendo stato creato all'immagine, e somiglianza di Dio, ne ho ricevuto il potere di rendermi immortale».
S'indica poi alla pagina 128 (?) il mezzo e la maniera di rigenerarsi fisicamente con un ritiro di 40 giorni, di cui se ne descrive il metodo alla pag. 266 e seg. «Il Lapis Philosophorum da questi chiamato Prima Materia alla pag. 207 si paragona al frutto dell'albero della vita del Paradiso terrestre; anzi si vuole che sia il frutto stesso chiamato tale figuratamente dalla scrittura, dicendosi: Il suo frutto figurato per il pomo è l'Agente universale, che noi chiamiamo Prima Materia. L'uomo col suo orgoglio ha perduto la cognizione, e l'uso di questo frutto, ma non dipende che da lui il riparare a questa perdita».
«A quanto pochi per altro si accordi questo privilegio si dice alla pag. 30: Non ha (Iddio) creato l'uomo, che per essere immortale, ma avendo l'uomo abusato della bontà della Divinità, si é questa determinata a non accordare più questo dono, che ad un assai piccolo numero pauci sunt electi; difatti secondo le cognizioni pubbliche, che noi abbiamo, Mosé, Enoch, Elia, Salomone, il Re di Tiro, e varie altre persone amate dalla Divinità sono pervenute a conoscere ed a godere della Prima Materia».
«Questa pertanto che chiamasi rinascimento pag. 114. Rigenerazione pag. 274, si vuole che sia una vera immortalità, che esime l'uomo dal debito della morte corporale, poiché alla pag. 81 si fa distinzione tra gli uomini divenuti immortali, e quelli passati all'immortalità
(25), paragonandosi li primi allo stesso Dio, onde possano dire di sé Ego sum qui sum, quindi per questi tali non parlasi mai di morte, ma, come sarebbe accaduto durante il felice stato dell'innocenza originale, di loro si dice alla pag. 80 che siano chiamati presso la Divinità, ed alla pag. 275: Fintanto che piaccia a Dio di ritirarlo da questo mondo, e di chiamarlo a sé per omnia saecula saeculorum». Fin qui la dottrina massonica egiziaca.
Conseguentemente, secondo il rituale della Massoneria egiziana, si possono distinguere tre categorie: -
Quella ordinaria del mortale che non ha compiuto nessuna quarantena o rigenerazione; -
Quella dei massoni che, avendo compiuto la quarantena che dà la sola perfezione morale, e pur avendo raggiunto la possibilità di arrivare alla immortalità della loro personalità spirituale, sono sempre soggetti alla morte corporale; -
Quella dei massoni che, avendo, compiuto entrambe le quarantene; hanno per tal modo raggiunto la condizione spirituale dell'immortalità e possono anche andare esenti dall'obbligo della morte corporale.
Notiamo che l'immortalità di cui parla Cagliostro non é l'immortalità quale viene di solito concepita, non é cioè la permanenza della individualità umana (la coscienza dell'uomo che se ne va in Paradiso od altri siti trascendenti ad adorare il Signore da cui si sente distinto), ma é una vera immortalità in cui si attua la identificazione con Dio, perché il massone allora può dire di sé: Ego sum qui sum.
La prima quarantena procura un'immortalità potenziale e sembra corrispondere alla liberazione differita (krama-mukti) ed alla liberazione fuori della forma corporale (vi-deha-mukti) o liberazione senza corpo dei Vedânta; la seconda quarantena procura senza altro l'indiamento e la immortalità effettiva, anche col corpo e corrisponderebbe assai bene alla liberazione da vivo (jivanmukti) se il concetto racchiuso dalla parola Dio potesse essere convenientemente precisato.
Cagliostro, secondo le attestazioni che ha lasciato di sé stesso, andrebbe incluso in questa ultima e suprema categoria. Egli infatti, parlando di sé, ha affermato di partecipare coscientemente all'essere assoluto, ed ha detto: Non sono di alcuna epoca né di alcun luogo; al di fuori del tempo e dello spazio il mio essere spirituale vive la sua esistenza eterna. E poiché l'azione confermava in lui la parola, si può ben dire che Cagliostro fosse un grande iniziato, fosse il divino Cagliostro.
A questo punto il Contarini procede a mostrare come questa dottrina cade meritatamente sotto la censura teologica; cosa questa che, se ebbe grande importanza per Cagliostro vittima di questa perizia teologica, ha per noi un interesse piuttosto scarso. Epperò, saltando la perizia, veniamo al punto dove il Contarini attacca a parlare dell'altra operazione:
«Passiamo all'altra operazione della rigenerazione spirituale, la quale si promette alla pag. 76 mediante il ritiro di 40 giorni di cui se ne spiega il metodo alla pag. 117 e segg. e 263 e seg. Questa rigenerazione ridona la primitiva innocenza, come si asserisce chiaramente alle pag. 50, 230, 265. Le prerogative e i doni spirituali, che da tale rigenerazione derivano ,si numerano alla pag. 126: Terminato, si dice, l'operazione, l'uomo che è stato abbastanza fortunato di essere del numero degli eletti, perviene al colmo della gloria, e della felicità, egli diviene Maestro e capo di esercizio
(26) senza il soccorso di alcun mortale, il suo spirito sarà riempito di fuoco divino, il suo corpo sarà altrettanto puro quanto quello del fanciullo il più innocente, la sua penetrazione sarà senza limiti, il suo potere immenso, egli continuerà a propagare la verità per tutto il globo ; in fine egli avrà una cognizione perfetta del gran Chaos
(27), come altresì del bene e del male, del tempo passato, presente e futuro: veggasi ancora alla pag. 265. Alla pag. 263, si dice che il frutto di questa immortalità spirituale é: la sapienza, l’intelligenza, la facoltà di intendere e parlare tutte le lingue, e la felicità inapprezzabile di divenire l'intermedio fra Dio, ed i nostri simili. Vuolsi dunque che questa rigenerazione spirituale restituisce la vera innocenza originale col complesso di tutti i doni gratuiti, che l'accompagnavano, e qualche cosa di più».
«É da notarsi pure ciò che leggesi alla pag. 219: che dopo aver terminato questa grande operazione
(28) non è più possibile di essere tentato: qui potest capere capiat
(29)».
Anche il Contarini se la piglia con Cagliostro perché questa setta fa suoi autori e seguaci uomini santi e del vecchio e del nuovo testamento, ed in particolare per l'accostamento stabilito nel Rituale fra le quarantene di Mosè e quelle del Rituale. Dice il Rituale (pag. 129) che Mosè ritiratosi per altri quaranta giorni con l'amico Ur ottenne la rigenerazione, e ricomparve colla faccia tanto brillante, e risplendente di luce, che non potendone il popolo sopportare lo splendore, egli fu obbligato di coprire la testa con un velo. E secondo il Contarini il mistero di questo enigma é che, in questo secondo ritiro Mosé rinchiuso col suo amico Hur, si rigenerò fisicamente
(30).
Per terminar queste note riporteremo l'opinione del Contarini sopra la Massoneria Egiziana: «Un innesto di superstizioni e di Massoneria caratterizza il suo Rito, e lo rende più ridicolo ancora, e meno seducente. Chi volesse riandare l'origine di queste cose dovrebbe risalire almeno fino a Pitagora. Lì ciarlatani hanno in ogni tempo abusato di questo filosofo per li numeri tre e sette e per il Pentagono, col quale chiudeva le sue lettere, e che voleva dire salus, vale. É finisce la sua perizia dicendo: Conviene confessarlo: subito che per Supremo Comando fu a noi aperto quell'arcano che teneva sospesa Roma sulla persona di Cagliostro, accade a noi ciò che Cicerone provò allorché venne ammesso nel Collegio degli Auguri. Egli nell'incontrare li suoi colleghi non poteva contenersi dal ridere, né seppe mai comprendere come non ne seguiva l'istesso nei suoi colleghi medesimi».
In altre parole, dice il Contarini in queste pagine (non destinate alla pubblicità): «Ci eravamo immaginati di trovare chi sa che cosa, ma siamo rimasti delusi perché Cagliostro non è altro, come noi, che un venditore di fumo».
Prendiamo atto della confessione, e del duplice apprezzamento. Non possiamo condividerlo per quanto si riferisce a Cagliostro; ma quanto all'altra parte bisogna pur riconoscere che Contarini, Minore conventuale del S. Uffizio, deve avere parlato con cognizione di causa, e noi, modestamente ed anche a deferenza ed esaltazione dell'attuale, sfolgorante, risveglio religioso, ci inchiniamo di fronte alla competente autorità
(31).
ARTURO REGHINI
1. Uno dei capi di accusa contro Cagliostro nel processo di Roma fu quello di avere avuto la pretensione di fondare la sua setta sopra la scrittura divina. Nel suo rituale egli dice: «Mosè uscito dall'Egitto fece con alcuni compagni il ritiro di 40 giorni, e pervenne a formare e perfezionare il Pentagono». Ciò avvenne appunto sul Sinai ed è narrato in Esodo, XXVI, 12-18. Questa quarantena di Mosè è messa in rapporto con la rigenerazione spirituale attuata dalla prima quarantena del Rituale massonico egiziano; la seconda quarantena invece che ha per obbietto il raggiungimento della rigenerazione fisica è posta in relazione col secondo ritiro di quaranta giorni effettuato da Mosè e di cui parla l'Esodo, XXXIV, 27-28, e il Deuteronomio IX, 18-25 e X, 10. Questo periodo di quaranta giorni in relazione alla rigenerazione iniziatica è comune tanto alla tradizione ebraico cristiana quanto alla tradizione isiaco ermetica. Gesù si ritirò per quaranta giorni e quaranta notti nel deserto (Mat. 4; Marc, 1, 12; Luca, IV, 2) ; quaranta giorni dura il digiuno di Lucio prima dell'iniziazione di Osiride come narra lo pseudo Apuleio nelle Metamorfosi (Asino d'oro) ; e quaranta giorni dura la nigredo alchemica che precede l'apparizione del bianco e del rosso, cosa che afferma la 74a delle proposizioni premesse al «De Alchemia Dialogi duo» del 1548). La quaresima cristiana che precede la Pasqua di resurrezione ed il Ramadan maomettano si connettono evidentemente a questa stessa rigenerazione. Trenta notti, più un complemento di dieci notti, dura secondo il Corano (Surata VII, 138-140) il ritiro di Mosè. Trenta o quaranta giorni dura il sacrifizio di cui parla Campanella nella «Città del Sole», che somiglia anche per altri rispetti alle quarantene di Cagliostro. Cagliostro si attiene dunque perfettamente alla linea ortodossa della tradizione iniziatica.
2. Sopra il monte di Sion Iddio fondò in eterno il tempio di Gerusalemme (Salmo 48). Ma il tempio di Gerusalemme non è che quello di Salomone, costruito secondo la tradizione muratoria da Adon Hiram; ed è quindi identico al Tempio per cui combatterono i Templari ed al Tempio alla cui riedificazione intendono i Liberi Muratori, ed in particolare la Massoneria Egiziana di Cagliostro. Secondo Cagliostro, Mosè, Enoch, Elia, David, Salomone, il Re di Tiro e varie altre persone amate dalla Divinità sono pervenute a conoscere, e godere della Materia Prima , che era la sostanza che veniva presa nella seconda quarantena e che assicurava la rigenerazione fisica. Secondo il Rituale della Massoneria Egiziana la Massoneria ha per padri Enoch ed Elia..., i quali formarono dodici soggetti, che nominarono eletti da Dio, uno dei quali da voi conosciuto si chiamava Salomone. Enoch ed Ella apparivano durante i lavori di Loggia, e tanto dell'uno quanto dell'altro la sacra scrittura dice che i loro corpi non morirono perché entrambi furono rapiti al cielo; anzi il Signore levò dal mondo Enoch quando aveva 365 anni. Elia fu rapito al cielo in un turbo o carro di fuoco; e questo spiega la presenza e l'importanza di Elia l'artista nell'ermetismo, Elia camminò per 40 giorni e 40 notti per arrivare al monte Horeb, parte del Sinai, chiamata anche la montagna del Signore. Naturalmente questi templi di cui abbiamo parlato non sono che l'immagine ed il simbolo del tempio interiore. Nella tradizione muratoria é fatta menzione di Enoch, figlio di Caino, e da cui prese il nome la città di Enochia fondata da Caino, quando scacciato dalla faccia della terra, fuggì verso la plaga orientale dell'Eden. Da Enoch discende Tubalcain, a cui la tradizione muratoria fa risalire la massoneria, e che gli ermetisti identificavano con Vulcano inventore dell'alchimia. Non crediamo per altro che Cagliostro abbia pensato a questo Enoch, come padre della massoneria, ma sibbene ad Enoch, figlio di Jared, che non morì.
3. Camera di mezzo si chiama ancor oggi la Camera di Maestro. Essa dunque era situata materialmente in mezzo alle altre due. Ma tanto il nome quanto la disposizione non erano che un simbolo muratorio di quel tempio interiore di cui abbiamo parlato di sopra. «Camera interiore» la chiama un antico testo italiano (I Segreti dei Franchi Muratori, 1762, p. 74) ; e «Chambre interieure ou du milieu» la chiama il catechismo (p. 96) contenuto nell'Ordre des Francs-Maçons Trahi - Amsterdam 1745. E «Middle Chamber» la chiama il Prichard nella sua Masonry dissected (1730). In essa, dice il catechismo, i maestri ricevono il loro salario. Prevalse l'espressione meno appropriata, ed ora anche questa, incompresa, va cadendo in disuso.
4. La pace, la pax profunda dei rosacroce, che viene concessa in terra agli uomini di buona volontà.
5. Il Pani si riferisce al Rituale di Cagliostro.
6. Cfr. con i 33 anni di Gesù, con le 33 sillabe componenti la terzina dantesca (tre endecasillabi); con i 33 canti di ogni cantica della Divina Commedia; con le 33 lampade (tre lumiere di 11 lampade) che illuminano la camera rossa dei Rosacroce; con l'età di questo grado; con i 33 gradi che compongono la gerarchia del Rito Scozzese Antico ed Accettato; ecc.
7. Sono i sette grandi arcangeli Michele, Gabriele... corrispondenti ai sette pianeti. Secondo Agrippa (De Occult. Philos, Lib. II, cap. X) i sette angeli che stanno dinanzi a Dio sono: Zaphkiel (corrisponde a Saturno), Zadkiel (Giove), Gamael (Marte), Raphael (Sole), Haniel (Venere), Michael (Mercurio), Gabriel (Luna). Ma già allora esistevano delle varianti.
8. Questo Pentagono di Cagliostro é connesso al pentagramma o stella fiammeggiante della Massoneria ordinaria, al pentagramma di Agrippa e di Antioco Soter significante ugeia ossia salute, ed al pentalfa pitagorico. Agrippa nel lib. III, tap. XXIX del De Occul. Phil. dà il carattere dell'Arcangelo Michele composto mediante l'alfabeto segreto dei cabalisti, adottato poi dalla Massoneria.
9. Il testo riportava, forse, chef d'atelier, l'officina massonica.
10. É il fuoco ermetico.
11. Il riposo, la quiete, conduce alla immortalità. Anche secondo Aristotile «sedendo ac quiescendo anima efficitur sapiens». Era l'otium religiosorum troppo spesso degenerato in poltroneria.
12. Come per Enoch ed Elia, senza che il corpo muoia.
13. In campagna per il maggiore isolamento, la vita più naturale, e la possibilità di avere verdura fresca. In maggio, sia perché consente con facilità di procurarsi i cibi adatti, sia anche per la conveniente temperatura.
14. Ciò ricorda l'aqua pluvialis dell'ermetismo; e la rugiada che emana dall'Albero della vita e resuscita i morti nella tradizione cabalistica.
Non é però il caso di supporre che nel nostro testo si debba accettare qui ed altrove il solo senso figurato.
15. Ossia é il frutto dell'Albero della vita del Paradiso terrestre, che doveva appunto (S. Agostino - De Civitate Dei XIII, 20 ecc...) conferire all'uomo l'immortalità. Esso sì trovava nel mezzo del paradiso, insieme all'albero della scienza del bene e del male (Gen. II, g). Il frutto di quest'albero della vita era raffigurato dal pomo, ed identificato alla Prima Materia od Agente universale. Nel sigillo di Cagliostro questo pomo é tenuto in bocca da un serpente disegnato ad S, e trapassato per lo mezzo da una freccia che colle sue estremità termina alla testa ed alla coda del serpente, in tal modo riunendole e concludendone il dilemma. Questo simbolo, che E. Levi ha posto a confronto col sigillo apocalittico (l'agnello che porta la croce) e con la forma della lettera ebraica aleph, è certo assai affine al serpente che figura sopra gli abraxas gnostici, con una freccia alla coda, inteso appunto a rappresentare la riunione dei due principii, del bene e del male, della vita e della morte. É il serpente cui si riferisce la dicitura: unico é il serpente, avente i due simboli ed il veleno (il fermento), dicitura circoscritta circolarmente nella cosiddetta Crysopea di Cleopatra, tavola di disegni alchemici del periodo alessandrino, che si trova con qualche variante in manoscritti alchemici antichissimi. Nel medio evo il lignum vitae divenne un simbolo alchemico; e dai cristiani fu poi identificato con quella croce che portò il corpo di Gesù, che è il vero frutto della vita, che i cristiani lo mangiano nell'Eucaristia, che é per loro un pegno di immortalità, che é garantita a tutti i poveri di spirito, i beati per eccellenza!
16. Nel libro di Geremia (cap. II, 22) é fatta menzione del Nitro come di cosa propria a lavare, ed a levare le macchie.
17. Il vino rosso é un ben noto simbolo ermetico.
18. Chi non si lascia convincere da così stringente argomentazione deve essere, certamente, un peccatore indurito.
19. Cfr. Compendio della vita e delle gesta di G. Balsamo. Roma 1791, p.84.
20. Siate astuti come sapienti e candidi come colombe, diceva Gesù. L'astuzia la vediamo, ma il candore, egregio Monsignore, dove l'avete lasciato?
21. Cfr. p. 65 del Ms. 245 della Bib. Vitt. Em.
22. Circa i sistemi edificanti (le vie misteriose della Provvidenza!) con i quali l'alta provvidenza divina mise Santa Madre Chiesa al corrente dei segreti della Massoneria Egiziana.
23. E questa è la vera ragione per cui la Chiesa, i gesuiti ed i loro tirapiedi nazionalisti perseguitano anche oggi la Massoneria. L'accusa, falsa, di scarso patriottismo e di servitù verso lo straniero è il è il panno rosso agitato dinanzi agli occhi degli ingenui per esasperarli
24. Si riferisce al Rituale Egiziano.
25. La prima quarantena della Massoneria egiziana non dà che la perfezione morale, la seconda dà la perfezione fisica. Il massone che ha compiuto la prima quarantena non aspira più ad altro che ad un perfetto riposo per arrivare all'immortalità, e poter dire di sé: Ego sum qui sum. Vediamo ora che egli passa alla immortalità senza divenirlo effettivamente; e quindi non raggiunge che una perfezione virtuale, morale, dice il testo. Colla seconda quarantena invece egli diviene effettivamente immortale ed é paragonato a Dio, potendo dire di sé: Ego sum qui sum; non solo, ma diviene esente dal debito della morte corporale. L'immortalità è effettivamente conquistata, durante la vita fisica. Parlare di morte per questi massoni, non ha senso; restano in questo mondo sin tanto che a Dio (ossia ad essi) piaccia, ed anche il loro corpo, invece di morire, può, come nel caso di Enoch, Mosé, Elia, sfuggire alla sorte comune. E se il corpo muore, nessun cambiamento si verifica per questo nella loro coscienza divinizzata.
26. Probabilmente il testo francese diceva: chef d'atelier; capo dell'officina (massonica).
27. II Filalete nel Cap. V (intitolato Chaos Sophorum) dell'Introitus Apertus ad occlusum Regis Palatium (1667) dice che la grande opera é simile alla creazione dell'universo. Da principio, dice egli, la terra era inane e vacua, e lo spirito di Dio scorreva sopra la superficie delle acque, e Dio disse, sia la luce, e la luce era. Queste parole saranno sufficienti per il figlio dell'arte. «Occorre infatti congiungere il cielo colla terra sopra l'altare dell'amicizia. Coregnerai con onor' per la vita universa. La terra é un corpo grave, matrice dei minerali, che occultamente ferve in se per portare alla luce alberi ed animali. II cielo é quello in cui due grandi luminari si volgono attorno cogli astri, e che attraverso l'aria depone le sue forze nelle cose inferiori, ma in principio tutte le cose confuse insieme fecero un chaos. Ecco la verità ho propalata: Infatti il NOSTRO chaos é quasi una terra minerale, rispetto alla sua coagulazione, e nondimeno é un aere volatile, entro il quale nel suo centro si trova il cielo dei filosofi, il quale centro é veramente astrale, che irradia la terra sino alla superficie col suo splendore. E quale mago tanto prudente, che da questi raccolga il re neonato sovra tutti possente, redentore dei suoi fratelli dall'onta originale, il quale bisogna che muoia, e sia portato in alto, perché dia la sua carne ed il suo sangue in vita del mondo? La cognizione perfetta del Gran Chaos consiste dunque nel sapere fare armonizzare la terra ed il cielo dei filosofi, in modo che possa nascere il redentore dei due». Confrontare anche con la Tavola di Smeraldo.
28. Il testo adoperava forse il termine tradizionale: grand oeuvre.
29. La cosa non è poi così difficile da capire: Dopo avere ottenuto una penetrazione senza limiti ed una cognizione perfetta altresì del bene e del male, è chiaro che non è più possibile essere tentato, ossia ingannato. Molto più difficile da spiegare ci sembra che sia la spiritualità dell'età di 5557 a cui si perviene rinnovando ogni cinquanta anni la prima quarantena. Ci siamo di proposito astenuti dal commentare cotesto passo, come qualche altro, sembrandoci inutile l'apportare interpretazioni senza poterne dimostrare l'esattezza. Osserviamo ad ogni modo che valutando questa età di 5557 col calendario ebraico si ottiene un risultato veramente sorprendente. Difatti questa data corrisponde alla data 1796 del calendario ordinario ed è appunto nel 1796° anno dell'era volgare che Cagliostro è morto, quasi certamente ucciso, nella fortezza di San Leo. Questa spiegazione di carattere profetico, ha però riferimento esclusivamente alla persona di Cagliostro. Una spiegazione, curiosa ed ingegnosa, potrebbe essere questa: 5557 é, in fondo scritto mediante tre cinque, e sette, numeri che indicano l'ETA' rispettiva dell'apprendista, del compagno e del maestro. Il rituale massonico insegna che per arrivare alla Camera di mezzo bisogna salire successivamente tre, cinque e sette gradini sopra una scala a vite. Così si spiegherebbe, col simbolismo massonico, la spiritualità dell'età di 5557. Il curioso si è che anche Zosimo, nel suo trattato sulla virtù parla di quindici gradini, (3+5+7) risplendenti di luce, che conducono ad un altare in forma di coppa, dove officia il sacerdote del santuario (tôn adyton) (Collect. Alchim. Grecs. II, 108). Si potrebbe pure osservare che sommando le cifre di 5557 si ottiene 22, ossia il numero corrispondente all'ultima lettera Thaw dell'alfabeto ebraico, ed all'ultima lama del tarocco. Il Thaw non è altro che la croce iniziatica, e secondo E. Levi é il microcosmo, il riassunto di tutto in tutto.
30. Hur significa il fuoco. Nella leggenda muratoria Hiram è figlio di Ur. La necessità dell'esoterismo, di velare al popolo la verità perché incapace di sopportarne lo splendore, é adombrata anche a proposito della prima quarantena. In essa il popolo vede che Mosè entra, in mezzo a una nuvola, quando sale sulla montagna, e vi resta 40 notti e 40 giorni.
31. Abbiamo notato come il numero quaranta, adottato da Cagliostro per determinare la durata delle sue quarantene, sia associato alla rigenerazione tanto nella tradizione ebraico-cristiana che in quella pagana ed ermetica. Il periodo della rigenerazione umana richiede 40 giorni, come quello della generazione fisica 40 settimane (dieci mesi lunari).Anche l'incubazione di certi germi si compie in una quarantina di giorni, donde le quarantene sanitarie. Questi 40 giorni, naturalmente, non vanno intesi alla lettera. |