Il segno * indica una "sottosezione" articolata su più pagine

In Archivio  sono presenti 135 documenti - 15 sintesi a pagina per 10 pagine

 

Dodici Meditazioni sulla Grande Opera *

Al di sopra di noi, nelle sfere eterne dalle quali prorompono Luce e Vita, regna il mistero, insondabile e splendido, dell’ASSOLUTO. L’Assoluto avvolge il nostro essere come un involucro e delimita l’ambito ristretto dei nostri precisi concetti; in ogni cosa egli ha impresso la sua somiglianza.
Tenebre, Ignoto per quelli che non hanno la Scienza, egli non è che un velo che ricopre la Causa Prima, e si solleva davanti agli Iniziati. Beato colui che l’avrà saputo strappare prima dell’ora: giacché la Luce che conoscerà non l’abbaglierà con la sua visione inattesa.

   
 

Philosophia Ermetica 1628 *

Siamo lieti presentare ai nostri ospiti, per la prima volta in assoluto, il manoscritto alchemico, in lingua italiana, datato 1628, "Philosophia Hermetica" di Federico Gualdi.
L'autore, nato probabilmente poco prima l’inizio del XVII secolo fu un celebre alchimista, attivo nella Repubblica di Venezia.
Egli stesso dichiarava d’essere d’origine germanica, informazione dubitabile in quanto non abbastanza documentata, anche se c’è un suo ritratto sul frontespizio della "Critica della morte", edito nel 1690 da un certo Sebastiano Casizzi.

   
Alchimia e Massoneria

Le due vie, la muratoria e l'alchemica, pur riferentisi a simboliche apparentemente dissimili, hanno in sé il medesimo scopo di condurre l'adepto alla propria trasmutazione e quindi al vero sapere e che l'Opera antecedente al Nero, l'Opera al Nero, al Bianco e al Rosso sono ben descritte nella cosmogonia espressa dalla Massoneria Azzurra.

   
Trasformare in cibo ogni veleno

Nell'alchimia, il potere sulla materia e l'energia non è che un mezzo. Il vero fine delle operazioni alchemiche è la trasformazione dell'alchimista stesso, il raggiungimento di un grado di coscienza superiore. I risultati materiali sono solo le promesse del risultato finale, che è spirituale. Tutto è diretto verso la trasformazione dell'uomo stesso, verso la sua divinizzazione, la sua fusione nell'energia divina, dalla quale si irradiano tutte le energie della materia.

 

 

L'Opera Alchemica e la Messa

È innegabile che a far la perennità della chiesa è il sacerdote che, davanti alla pietra sacra del suo altare – quella angolare e dei veri costruttori – con il santo sacrificio della Messa, rende a Dio lo stesso culto supremo che l’alchimista pratica con costante attenzione presso il suo athanor in attività. Tutti e due perseguono la stessa ricerca di quella grazia divina che è indispensabilmente necessaria alla salvezza dell’uomo ed essenzialmente gratuita; tutti e due si dedicano, sebbene su materiali diversi, all’elaborazione segreta dell’agente fisico e tangibile di rinnovamento spirituale.

 

 

Poema Alchemico (1698)

Narrare voglio di quell’ardua impresa
che ad ottenere quel gran premio è tesa
che i chemici migliori van cercando
solvendo, distillando e condensando.

 

 

Scienza scritta di tutta l'Arte Ermetica (1736)

L'Alchimia è un studio che imita la natura, e va molto più lontano di questa serva della Divinità. Non è la lettura dei Libri Filosofici che fa il Filosofo; ma piuttosto la pratica, preceduta dagli insegnamenti di un amico fedele che ci dimostra l'arte.

 

 

Il Salterio di Ermofilo inviato a Filalete (1754)

Il Salterio è un trattato speculativo che ha il merito di prendere in esame, nei suoi  150 paragrafi,  tutti  i  punti  dell'Opera Alchemica  in  modo  esauriente, rifacendosi anche a quanto scritto in passato da vari Filosofi, pertanto risulta essere un ottimo materiale di studio per il ricercatore ermetico.

   
Lettera di un Filosofo sul segreto della Grande Opera (1686) *

Benché questa Lettera Filosofica sia stata scritta solo per rispondere alla domanda di un amico; tuttavia essendomi caduta tra le mani ed avendola, i più abili conoscitori della materia che ne costituisce l’oggetto, trovata piena di osservazioni curiose, solide e molto importanti per chi si dedica alla ricerca della Grande Opera, ho creduto che i veri Filosofi sarebbero stati molto grati della mia intenzione di farne partecipi.

   

Compendiolum de præparatione Auri Potabilis veri (1622)

In anteprima assoluta, il manoscritto alchemico, in lingua latina, datato 1622 "Compendiolum de præparatione Auri Potabilis veri" attribuito a M.E. Bonacinæ Medico Milanese.
Il Bonacinæ non fu soltanto un medico, ma, secondo gli scarni documenti che ci sono giunti, anche dottore in teologia e diritto canonico.

Le venti regole di Ireneo Filalete (1656)

Chiunque sia che vi parla o voglia suggerirvi; qualsiasi cosa voi possiate leggere nei libri dei sofisti, non discostatevi mai da questo principio: come il fine al quale attendete è l’oro o l’argento, così l’oro e l’argento devono essere i soli soggetti sui quali dovete lavorare.

   
Entrata Aperta al Palazzo Chiuso del Re (1645)  *

La vera identità di Filalete (pseudonimo non rarissimo in quel periodo) rimane sconosciuta. Da recenti ricerche sembra comunque probabile che egli fosse l'alchimista George Starkey (1628-1665), autore di "Pirotecnia", il primo scienziato americano che scrisse i lavori attribuiti a Filalete. Un'altra ipotesi è quella che fosse John Wintrop junior, primo astronomo americano e primo coloniale ad essere membro della Royal Society di Londra.

   
La Tintura dei Filosofi (1531)

Poiché voi, o Sofisti, abusate di me per ogni dove con parole così fatue e mendaci, dicendo che essendo nato nella rude terra Svizzera io non posso capire e sapere niente, e dicendo anche che, sebbene sia un fisico debitamente qualificato, ancora vado errando da un distretto ad un altro; dunque mi sono proposto con questo trattato di mostrare all’ignorante e all’inesperto: quali buone arti esistettero nella prima era; come la mia arte sia utile contro di voi e la vostra contro di me; quello che dovrebbe essere pensato di ognuno (di noi), e come la mia posterità in questa era di grazia mi imiterà.  

   
Liber Secretus 1685

Poco o nulla si sa dell'adepto Artefio, sul quale sono irreperibili notizie biografiche: certa è solo la sua collocazione nel periodo che intercorre tra il tempo in cui visse Adfar, maestro di Morieno, e quello di Ruggero Bacone. Infatti, quest'ultimo nomina Artefio nel suo «Opus Majus ad Clementem IV», mentre Adfar è certamente precedente al Nostro, che lo cita nel «De lapide philosophorum liber secretus». Hoefer, nella sua «Historia de la chimie», pensa che si possa considerarlo contemporaneo di Morieno e Calid, operanti nel secolo XI.

   
I Secreti della Signora Isabella Cortese 1588  *

Una vasta e dimenticata produzione, quella alchimistica italiana che, tra il XVI ed il XVII sec. rinveniamo in una serie di opere a stampa, spesso neanche repertoriate nelle bibliografie internazionali. Il libro della Cortese, per la molteplicità di edizioni note, è ben conosciuto, eppure relegato nel limbo di una produzione considerata minore, del cui valore sarebbe forse il caso di operare una rivalutazione. Tra le poche donne alchimiste di cui sono note opere a stampa, in Italia, il caso di Isabella Cortese è emblematico.