Poco o nulla si sa dell'adepto Artefio, sul quale sono irreperibili notizie biografiche: certa è solo la sua collocazione nel periodo che intercorre tra il tempo in cui visse Adfar, maestro di Morieno, e quello di Ruggero Bacone. Infatti, quest'ultimo nomina Artefio nel suo «Opus Majus ad Clementem IV», mentre Adfar è certamente precedente al Nostro, che lo cita nel «De lapide philosophorum liber secretus». Hoefer, nella sua «Historia de la chimie», pensa che si possa considerarlo contemporaneo di Morieno e Calid, operanti nel secolo XI.
Ancora nel «Liber secretus», lo stesso Autore rivela che, grazie a Dio e ad una meravigliosa quintessenza da lui elaborata, egli ha raggiunto l'età di mille anni, e che, sentendo che la sua vita volgendo al termine, ritiene sia giusto rivelare tutto quanto ha appreso sulla pietra filosofale: «Ho scritto quindi - dice - in questo libro la verità nuda». E Giovanni Pontano, più tardi, confermerà che questo di Artefio è l'unico, tra centinaia di altri, ad esporre chiara-mente la verità, senza inganno alcuno.
Null'altro si sa di questo Filosofo, sotto il cui nome ci sono giunte due opere: il presente «Liber secretus» e «Clavis majoris sapientiae», in cui si tratta della generazione dei metalli accostata a quella dei vegetali e rapportata all'influenza degli astri.
È certa, comunque, la grande considerazione in cui sono state tenute in ogni tempo le parole di Artefio, ritenuto da tutti i ricercatori volonterosi uno dei più attendibili Maestri in materia.

 

Artefii Arabis Philosophi

Liber Secretus - 1685 -

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Artefii Arabis Philosophi

Liber Secretus - 1685 -

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