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Orfeo 

I Misteri dionisiaci


Salutiamo in Orfeo, dice Schuré, il Grande iniziatore della Grecia, il progenitore della Poesia e della Musica, intese quali rivelatrici dell'eterna verità.


Alle spalle della Grecia, in quei tempi remotissimi, già ricca di vita intensa e di attivi scambi con il vicino oriente, si ergeva la montuosa, selvaggia e rude Tracia, la terra sacra per eccellenza, da cui erano venute Poesia, Leggi ed Arti sacre. Ma la stessa vita religiosa della Tracia era turbata dalla profonda, universale, secolare lotta di culti solari e lunari: sui monti, nelle zone deserte, i templi degli dèi maschili e cosmogonici dei primi; nelle valli, fra i boschi, a contatto col popolo da essi più attratto, i templi delle inquietanti divinità femminee dei secondi.

Sacerdotesse turbinose e passionali di questi erano le baccanti, in molto simili alle druidesse dei tempi primogeni, e, come esse, vittime e strumento di una progressiva corruzione dei loro culti.
In mezzo a questa lotta nasce e si forma il giovane Orfeo. Ma il vero crisma iniziatico gli viene dato durante un viaggio nel sacro Egitto, nei templi di Tebe e di Menfi. Tornato fra la sua gente, Orfeo, dal santuario di Giove sul monte Kaukaiòn, guida la lotta contro i tenebrosi culti delle baccanti, guadagna a sé la maggior parte dei Traci, trasforma, sublimandolo, il culto di Bacco, consacra la Tracia a Zeus e fonda a Delfo il culto solare di Apollo. «»

Sarà questo l'asse religioso, morale e civile della Grecia classica. A Delfo essa troverà non solo un culto nazionale, ma anche un'istituzione civile di primaria importanza, il tribunale degli Anfizioni, istituitovi appunto da Orfeo. Ma l'opera più notevole e produttiva di questi, l'opera che lo pone fra i grandi riformatori e i «Grandi Iniziati», è l'introduzione dei culti misterici nel mondo ellenico.

Al vertice dell'iniziazione egli fuse in unico pensiero la religione di Zeus con quella di Dioniso e fu così pontefice di Tracia gran sacerdote di Zeus Olimpico e, per gli iniziati, il rivelatore del Dioniso celeste.


Ancora una volta lo Schuré supera le discussioni dei dotti e la la storia con un lampo d'intuizione; ancora una volta rievoca nelle sue pagine le cerimonie d'iniziazione.
Non più, ora, nei cupi sotterranei dei templi di Tebe, ma alla luce del sole; intorno all'ara del tempio di Giove.
Non più ora lunghe prove e pratiche cultuali complesse, ma la luminosa e illuminante parola del poeta e sacerdote tracio, che si rivolge all'aspirante, esordendo così:
 

«Raccogliti in fondo a te stesso per elevarti al Principio delle cose, alla Triade grande, che sfavilla nell'etere immacolato. Consuma il tuo corpo col fuoco del tuo pensiero; distaccati dalla materia, come la fiamma dal ceppo essa divora, e così lo spirito tuo si slancerà nell'etere puro delle cause eterne, come l'aquila verso il trono di Giove.
lo ti rivelo il segreto dei mondi, l'anima della natura, l'essenza di Dio, ma odi anzitutto il grande arcano.
Un solo essere regna nel cielo profondo e nell'abisso della terra: Zeus tonante, Zeus etereo. Egli è il consiglio profondo, l'odio possente, l'amore delizioso; egli regna nella profondità della terra e nell'altezza del cielo stellato; soffio delle cose, indomito fuoco, maschio e femmina, Re, Potere, Dio, gran Maestro».

E la rivelazione iniziatrice continua su questo tono poetico e mistico, di insegnamento religioso e sapiente ad un tempo. Le verità essenziali enunciate in essa ci sono ormai quasi familiari, poiché sono quelle comuni alle altre dottrine esoteriche. Anche qui ritroviamo, infatti, gl'insegnamenti dell'immortalità dell'anima, della genesi e dell'unità sostanziale di Dio e del Mondo, dell'unità originaria ed eterna di Dio pure attraverso la molteplicità delle sue potenze e delle sue manifestazioni, del Verbo divino.

Si noti che qui, nei misteri orfici di Dioniso, la figura di questo Dio che ha il maggiore valore docetico e simbolico: è Dioniso il verbo divino, e la sua mitica vicenda di lotta, di morte e di resurrezione adombra, sotto il velo del simbolo la vicenda stessa dell'anima.
Ma l'iniziazione si completava con la partecipazione alle cerimonie segrete e riservate ai partecipi dei misteri, nel chiuso dei templi della Tessaglia.
E’ qui lo Schuré ora ci guida, per rievocare, con tocco veramente di artista, le mistiche feste dionisiache. Il culmine di queste feste iniziatiche, cui partecipavano annualmente decine e decine di fedeli ai «Misteri», era nelle cerimonie sacre del nascere del sole, quando il sacerdote compariva al sommo del tempio ed annunciava la mistica rinascita dopo le tenebre, il terrore e la sofferenza.

«La scintilla divina - cantava lo ierofante - che ci guida sulla terra, è in noi; essa diviene face nel tempio, stella nel cielo. Così cresce la luce della verità! Ascoltate vibrare la lira dalle sette corde, la lira del dio... Essa fa muovere i mondi. Ascoltate bene! che il suono vi traversi... e si apriranno le profondità dei cieli!
Aiuto ai deboli, consolazione ai sofferenti, speranza a tutti. Ma guai ai cattivi, ai profani! Essi saranno confusi, poiché nell'estasi dei misteri ciascuno vede fino nel fondo l'anima dell'altro: i cattivi sono percossi dai terrore, i profanatori dalla morte.
Ed ora che Dioniso ha brillato su voi, invoco Eros celeste ed onnipotente. Sia negli amori, nelle gioie e nei pianti vostri! Amate, poiché tutto è amore, i demoni dell'abisso e gli dei dell'etere, ma amate la luce e non le tenebre. Ricordatevi della méta durante il viaggio. Quando le anime tornano alla luce, recano laide macchie sui loro corpi siderali: son tutti i peccati della vita loro... E per cancellare quelle macchie debbono espiare e tornare in terra.... Ma i puri, i forti, vanno nel sole, di Dioniso. Ora cantate l'evohè!»

Ma la festa dionisiaca aveva, per l'aspirante all'iniziazione, un complemento rituale più profondo e segreto. In un tempio sotterraneo, ove il sacerdote lo guidava, sempre parlandogli con tono ispirato e profetico, comparivano all'aspirante visioni, sublimi e terribili, si evocava ed appariva la stessa divina e sotterranea Persefone. In questo alone di mistero, in un clima dove tutto trascinava agli slanci più audaci del misticismo, l'aspirante si sentiva veramente rinnovare nel profondo dell'anima, sentiva la rivelazione del Dio, sentiva quella partecipazione intima e totale alla conoscenza e alla salvezza interiore ed eterna, che è l'anima e lo scopo dei culti misterici.

E Orfeo?
Orfeo, nel cui nome l'Autore ci ha guidato all'iniziazione dionisiaca, dopo avere rinnovato i culti e fondata in Delfo l'unità della Grecia, deve combattere l'ultima battaglia contro le sacerdotesse delle tenebre. Il suo spirito sente, come quello di Krishna, che solo il sacrificio, la morte daranno la vittoria alla verità. E come Krishna per mano degli arcieri di Kansa, muore Orfeo per mano di Aglaonice, la grande sacerdotessa di Ecate, regina delle baccanti. E come i prodigi rivelatori, cui s'accompagna la morte di Krishna, aprono l'India al culto rinnovatore di Vishnù, così quelli, che segnano la morte d'Orfeo, aprono al suo insegnamento poetico, morale e religioso la via per diventare l'anima stessa della Grecia.

 


Edoardo Schuré La dottrina esoterica di Edoardo Schuré I Grandi Iniziati Rama (Il Ciclo Ariano) Krishna (L'India e l'Iniziazione Braminica) Ermete (I Misteri d'Egitto) Mosé (La missione d'Israele) Orfeo (I Misteri Dionisiaci) Pitagora (I Misteri di Delfo) Platone (I Misteri Eleusini) Gesù (La missione di Cristo) Conclusione